Sonego Carlo
IMMAGINI
Il tiro del giavellotto
Il tiro del giavellotto è una tra le discipline di lancio dell’atletica leggera, necessita dell’utilizzo di un attrezzo denominato appunto “giavellotto” o “javelin”. Ho scelto questa disciplina perché è una tra quelle specialità che più mi porta al concetto arcaico delle Olimpiadi e dell’uso stesso del giavellotto; basti pensare alle tante raffigurazioni antiche in cui questo attrezzo viene rappresentato e usato ovviamente a scopo bellico, ma più mi interessa come un oggetto cosi semplice da lanciare (per modo di dire) come un asta possa diventare una disciplina olimpica tanto apprezzata e con radici tanto antiche.
Sonego Carlo
Il mio interesse cade su un primato esclusivo italiano, quello di Carlo Sonego, giavellottista in carica dal 1989 al 1999 (periodo in cui ha ottenuto notevoli successi). Carlo Sonego nasce il 20 febbraio 1972 a Sacile (Friuli) ed è un primatista italiano del lancio del giavellotto, i suoi successi più salienti avvengono nell’8 maggio del 1999 a Osaka dove stabilisce il record tutt’oggi imbattuto di 84,60 metri (a livello italiano). Partecipa agli europei del 1998 a Budapest dove non raggiunge comunque una prestazione all’altezza (quindicesimo posto e una distanza di 77,74 metri), lo stesso partecipa ai campionati italiani assoluti di atletica leggera nel 1994 e nel 1999 ma un risultato degno di nota lo troviamo nei campionati invernali di lanci del 1998, dove non arriva per poco a vincere con un risultato di 77,07 metri. (battuto da Alberto Desiderio con 77,76 metri). Sonego purtroppo fu costretto ad abbandonare la carriera molto precocemente per dei problemi alla spalla destra (la sua spalla di lancio) che gli impedì di continuare la sua carriera pronta al decollo; afferma in un intervista avvenuta nel 2013 che con quel record avrebbe avuto accesso alle olimpiadi di Sidney. Sonego afferma che per essere un campione ci vuole passione e sacrificio <<perciò>> afferma << l’attrezzo si lancia con tutto il corpo, non solo col braccio: conta la velocità, ma soprattutto la tecnica. Bisogna insegnarla. Il mio lavoro partirebbe da qui. Voglio mettere a disposizione non solo la mia esperienza, ma anche le mie idee. Che ci sono>> Purtroppo le federazioni sportive nel 2013 gli impedirono di insegnare perché provvisto di esperienza ma sprovvisto di “patentino”, ad oggi comunque è abilitato ad insegnare. Nella sua carriera partita da mediocre, fu seguito da vari allenatori, tra cui ricordiamo Walter Rizzi che lo portò a migliorare il record italiano; molto coinvolgente ed emozionante il racconto di Sonego del giorno in cui segnò la storia del tiro del giavellotto italiano: << Azzeccai tutto: rincorsa, piedi a terra, il tempo di entrata delle anche e quello di uscita del braccio. Non avevo mai sentito una fucilata del genere. Mi accorsi subito che era un buon lancio. Poi vidi 84,60. Straordinario». Con questa frase riusciamo a percepire l’emozione provata in quel momento, quando un asta che vola dal tuo braccio ti fa capire quanto sia importante lo spirito sportivo; superare i propri limiti. Tutt’oggi il record di Sonego è imbattuto, temo anche perché il tiro del giavellotto in Italia non è una disciplina molto praticata o comunque non accessibile a tutti; essendo una disciplina di lancio occorre un impianto sportivo adeguato e a norma per permettere tale svolgimento, oltre a uno staff di allenatori adeguati. Secondo una valutazione prettamente soggettiva, basterebbe infondere a tutti coloro che amano fare sport (non solo lo sport “preferito”) a dilettarsi nel provare quante più discipline possibili per far capire che in fondo, qui in Italia non esiste solo il calcio. Forse in questo modo si avrebbero più “atleti” e meno “calciatori” (non perché il calciatore non sia un atleta ma a quanto pare si è creata una cultura cosi viscerale sul calcio che oramai è diventato un concetto a se stante), tuttavia la mia concezione sportiva forse è un po’ troppo astratta. Le esperienze non molto fortunate di Sonego ci fanno capire quanto nell’atletica (come in tutti gli altri sport) non è solo importante la prestazione o le gare, ma soprattutto la continuità negli allenamenti e nelle esperienze con atleti di alto livello.
Carriera
Nella carriera di Sonego troviamo molti stop e retrocessioni per varie cause, come un casuale coinvolgimento in una sparatoria e una rovinosa caduta dalla moto, ma ciononostante le prestazioni di Sonego in vari campionati furono sempre degne di nota se non eccellenti. Un articolo di rilievo su Sonego spiega che nell’atleta c’è la tecnica, ci sono i metri ma manca l’esperienza nel gareggiare ad alti livelli, manca la continuità. Per questo motivo nel 1999 per Sonego inizia la carriera internazionale, dove cerca di partecipare a quanti più meeting possibili per abituarsi a stare sempre in viaggio e confrontarsi con quanti più avversari possibili; è proprio in questo anno che vediamo l’abbattimento del record di De Gaspari fino ad all’ora imbattuto (79,30 metri), ad Osaka. Per Sonego il giavellottista deve essere un atleta completo su tutti i punti di vista, prima di essere un tiratore devi essere un atleta. Il tiro del giavellotto è l’unica disciplina di lancio che permette una “rincorsa” perciò la pedana di lancio non è circolare e delimitata, ma è una vera e propria pista che permette all’atleta di correre appunto. La corsa nel tiro del giavellotto non è ovviamente paragonabile a una qualsiasi altra corsa, nella prima parte l’atleta ha una corsa piuttosto saltellata mentre nella seconda parte c’è un inclinazione del busto verso il braccio che lancia, di conseguenza le gambe si iniziano a muoversi più lateralmente e infine c’è il lancio; in questa parte il giavellotto si avvicina molto al viso e viene scagliato con il braccio che si muove come una frusta, questa “frustata” viene data longitudinalmente e non lateralmente. A volte l’eleganza e la coordinazione in tutti questi movimenti non determinano un risultato ottimale, dipende molto spesso proprio dalla potenza del braccio e di tutta la muscolatura della spalla. Bisogna dire quindi che la potenza è importante in questa disciplina, ma il movimento e la coordinazione devono essere al top per rimanere negli schemi e nel regolamento della disciplina ma soprattutto per sfruttare al massimo la forza del proprio bracci. Carlo Sonego rimane ancora il record italiano ma spero fortemente che questo risultato venga presto ribaltato (ovviamente da un altro italiano), ciò significherebbe che in Italia ci sono tutte le carte in regola per far nascere giavellottisti in grado di confrontarsi con atleti di livello mondiale.