Sanchez Hugo
IMMAGINI
Hugo Sanchez Marquez, nato a Città del Messico l’11 Luglio 1958, da una famiglia abbastanza agiata, è un ex allenatore di calcio ed ex calciatore messicano, di ruolo attaccante. Vanta numerose presenze nella nazionale messicana, della quale è stato commissario tecnico dal 2006 al 2008.
Cresce nell’ombra delle tante memoria sportive del padre Héctor e i tanti allenamenti calcistici di suo fratello Horacio, questo, unito alla grande importanza che la sua famiglia conferiva al calcio, fanno crescere in Sanchez l’amore per questo sport . Così, mentre Horacio si fa strada come portiere, Hugo decide di seguire le orme di un ex attaccante come suo papà e si piazza là davanti, alla ricerca del goal in ogni sua forma possibile. Tra le più importanti caratteristiche che ricordano le gesta del giocatore troviamo: la rovesciata. Sarà questo gesto tecnico che lo identificherà nel panorama calcistico. Si aggiungono anche le sue diverse esultanze tra cui quella più famosa: un’acrobazia frontale. Una celebrazione, utilizzata da numerosi attaccanti anche nel calcio odierno. Si ricorda anche la piroetta in onore della sorella, atleta ginnasta. Grazie alla sua militanza nell'Atlético Madrid, nel Real Madrid dove vinse la scarpa d’oro, e nel Rayo Vallecano risulta aver giocato nelle tre maggiori squadre calcistiche della capitale spagnola. Gli si riconosce senza dubbio, il titolo di miglior attaccante nord-americano degli anni ottanta.
“El Pentapichichi”, così chiamato in Messico per la sua capacità di vincere annualmente il titolo di capocannoniere della Liga Mexicana, è stato un attaccante molto prolifico con un innato senso della posizione e del gol. Le sue reti erano di rapina e, muovendosi molto bene sulla linea del fuorigioco, sapeva farsi trovare sempre al posto giusto nel momento giusto.
Prima di dedicarsi del tutto al calcio, il secondogenito della famiglia Sánchez è un promettente ginnasta al primo anno di scuola superiore. Ma le sue doti calcistiche non si nascondono e , Hugo viene selezionato, dalla squadra giovanile del Club Universidad Nacional, noto anche come Pumas UNAM. Squadra dove gioca suo fratello e che farà nascere in Sànchez l’amore per il calcio. Essendo molto giovane il suo fisico non è del tutto formato, ma la sua forza sta anche in questo, infatti dato al suo poco peso e gracilità, salta e dribbla come nessun’altro. Sarà questo il motivo per cui verrà schierato nel ruolo di attaccante esterno, in supporto della prima punta e facendosi spazio tra le sue grandi prestazioni, gli verrà assegnato il nome di “Niño de Oro” (Bambino d’Oro) e contribuisce ad alcune importanti vittorie conseguite, dall’UNAM, tra cui l’edizione 1975 del Trofeo di Cannes, competizione internazionale Under 18 tenutasi tra il 1969 e 1986. Firma il suo primo contratto da professionista sempre con la suddetta squadra, finendo il suo percorso di studi e iscrivendosi a un corso di laurea in Odontoiatria.
Una volta raggiunta la maggiore età nel luglio 1976, Hugo firma il suo primo contratto da professionista proprio con l’UNAM, concludendo nel frattempo i suoi studi e iscrivendosi persino a un corso di laurea in Odontoiatria presso l’Università di Città del Messico. Dopo un periodo di adattamento, l’allenatore della prima squadra, il grande Bora Milutinovic, decide di schierarlo come attaccante centrale. Il risultato è strabiliante: 99 goal in 183 partite che, in appena 4 stagioni e mezzo, conducono la sua squadra a conquistare 2 Campionati messicani, 1 Coppa dei Campioni e 1 Coppa Interamericana. Alla fine di 5 stagioni con l’UNAM , avverrà il suo trasferimento all’atletico Madrid, il quale dopo una prima parte complicata, riuscirà a vincere diversi titoli: Copa del Rey, trofeo Pichichi, e un piazzamento di squadra in 2 posizione nella lega Spagnola.
Nell’estate del 1985, avverrà il suo trasferimento al Real Madrid, considerato l’apice della sua carriera, qui avrà modo di confrontarsi con i migliori giocatori di quell’epoca, con il Real Madrid ha vinto una Coppa UEFA (1986), cinque consecutivi scudetti (1986-1990), una Copa del Rey (1989), due Supercoppe di Spagna (1988 e 1990).
Durante le ultime fasi della sua carriera milita in diverse squadre che lo porteranno all’America del Messico e Rayo Vallecano de Madrid. Torna poi in Messico, questa volta in Austriaca Linz, il Dallas Burn americana e infine Atlètico Celaya dove chiuderà la sua carriera.
Da ricordare però sono gli anni in cui esordisce con la sua nazionale, questo avverrà da giovanissimo. Esordisce con la maglia verde della sua nazionale, in un match contro gli Stati Uniti. Non passerà inosservato, date le sue forti doti tecnico- tattiche, riuscirà ad avere un proprio storico di 55 presenze e ben 27 reti.
Si ricordano le 3 fasi finali della coppa del Mondo ,la prima, nel 1978, vede il “suo” Messico chiudere il gruppo 2 all’ultimo posto senza neanche conquistare un punto; la seconda, di fronte al proprio pubblico (1986), si conclude ai calci di rigore contro la Germania Ovest al termine di un quarto di finale non privo di polemiche; infine, nel 1994, sono ancora i tiri dal dischetto a eliminare il Messico, questa volta nell’ottavo di finale contro la Bulgaria.
Come se non fosse soddisfatto della sua carriera come calciatore, decide di non lasciare del tutto questo mondo, diventando allenatore della UNAM. Viene riconosciuto a lui, come già detto, il titolo di miglior calciatore messicano della storia e per ringraziarlo di aver elevato il calcio iberico viene ‘ricompensato’ con la carica di ambasciatore della lega calcistica spagnola.