Salce Giuliana
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Il 16 Giugno 1955 a Roma nasce una promessa del mondo della marcia italiana e mondiale: il suo nome è Giuliana Salce e il suo talento la porterà ad essere per sempre scritta nella Hall of Fame – I migliori atleti italiani di sempre della FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera). Medaglia d’oro ai campionati del mondo di atletica leggera indoor di Parigi 1985 su 3 km di marcia, argento ai mondiali indoor ad Indianapolis e agli europei indoor a Liévin, entrambi 1987, portano in alto il nome dell’ex marciatrice la quale detiene oggi 12 titoli mondiali, 5 outdoor e 7 indoor.
La carriera
Il primo record del mondo stabilito dalla Salce risale al 1° ottobre 1983 quando a l’Aquila completa con un tempo di 21’51’’85 la 5 km. Nello stesso anno, il 9 marzo a Milano con 5 km di marcia stabilisce la migliore prestazione mondiale indoor con un tempo di 23’31’’47. Il 4 febbraio 1984 stabilisce a Genova la nuova prestazione mondiale indoor sul Miglio (migliorata di oltre 15 secondi l’anno successivo a Genova) e solo 18 giorni dopo durante i Campionati Italiani indoor di Torino, ferma il tempo a 12’56’’70 migliorando di circa 12 secondi il record del mondo sui 3 km. L’anno dopo nei 3000 m vince la medaglia d’oro ai mondiali indoor di Parigi con un nuovo record mondiale e il 6 febbraio dello stesso anno, al Palazzetto dello Sport di Firenze, spazza via il record del mondo indoor sui 3 km di marcia della campionessa Olga Yarutkina con un tempo di 12’31’’57. Il 20 Febbraio, poi, durante i Campionati Italiani indoor, la giovane atleta romana vince il titolo italiano sui 3 km di marcia in 13’01’’70 e nella stessa gara ottiene la migliore prestazione mondiale indoor sui 5 km di marcia migliorando di circa 2 secondi il record da lei stessa raggiunto nel 1983. Il 25 Aprile 1986 ad Ostia registra la migliore prestazione dell’ora di marcia e il 19 Giugno durante una gara a Verona riesce a stabilire l’ennesimo record del mondo con 21’35’’25. Due anni dopo, la Salce conquista due argenti importanti per la sua carriera: il primo agli europei indoor di Liévin e il secondo ai mondiali indoor di Indianapolis. A causa di un infortunio, la giovane si ritrova a dover accontentarsi di una scarsa preparazione per i Campionati del Mondo di Roma, la sua ultima gara importante, dove nonostante tutto completa la gara con un modesto 18° posto. Ormai quasi quarantaquattrenne, l’ex marciatrice nel 1999 decide di passare dall’atletica al ciclismo e questo, purtroppo, risulterà essere il periodo più buio, difficile e doloroso della sua vita. La vita di Giuliana, in realtà, è sempre stata una corsa ad ostacoli: già durante i primi anni della sua giovinezza, infatti, due nemici chiamati anoressia e bulimia attaccano la vita della ragazza. Sarà solo grazie allo sport che questi ostacoli verranno superati, ben presto però sostituiti da altri terribili trappole che questa volta hanno un nome, un cognome e un comune denominatore: la violenza. Quando poi decide di entrare a far parte del mondo del ciclismo, l’acerrimo nemico che mette in catene Giuliana è il doping. Una volta entrata nel giro, per la Salce non sarà per niente facile uscirne fuori. Un consigliere della Federazione ciclistica la costringe ogni giorno a prendere epo (eritroproteina) e gh (ormone della crescita) addirittura ricavato da cadaveri per quattro mesi, nei quali il fisico dell’ex marciatrice cambia totalmente e la sua mente diventa impossibilitata a una eventuale difesa. Le sue gambe diventano forti, possenti, senza un filo di grasso e la resistenza aumenta a dismisura. Solo nel 2004, dopo la morte del campione Marco Pantani, la Salce riesce finalmente a denunciare. Prima di riuscire a vuotare il sacco, Giuliana trova la forza di confidarsi con suo figlio Barnaba, il quale senza esitare le mostra il suo appoggio e la incoraggia a rivolgersi alle forze dell’ordine. Solo in questo momento, l’ex marciatrice riesce a prendere e buttare via tutti i pensieri e i veleni che hanno rovinato la sua vita, tanto da riuscire a dare voce al suo animo dolorante nel libro ‘’Dalla vita in giù’’: esso racconta la storia di una donna ferita ma non annientata ed è oggi ispirazione per chi, come lei, si trova a dover combattere situazioni simili. Dopo essersi autodenunciata, la Salce si ritrova a dover affrontare diversi problemi economici, tanto che la sua famiglia per qualche tempo riceve scatole di cibo dalla Croce Rossa. Oggi l’ex campionessa, oltre a battersi contro il doping giovanile, lavora come operatrice ecologica a Roma e svolge lavori umili per aiutare la sua famiglia, composta dal compagno Cesare Presutti e i figli Francesca e Barnaba, di 36 e 27 anni.
Fonti
1. http://sport.ilmessaggero.it/altrisport/frammenti_di_giuliana_salce_ex_marciatrice_va_teatro_ostia_faccio_la_spazzina_ma_infortunata_racconto_bulimia_violenze_doping-2143271.html
2. https://it.wikipedia.org/wiki/Giuliana_Salce
3. http://www.marieclaire.it/Attualita/interviste/Storie-vere-la-testimonianza-dell-ex-atleta-Giuliana-Salce#1