Muster Thomas
IMMAGINI
Thomas Muster è nato a Leibnitz il 2 Ottobre 1967.
La carriera
Ex tennista austriaco: mancino, alto 1.80m e soprannominato “The king of clay, il re della terra”. E’ figlio di un calciatore professionista e di un istruttrice sportiva.
Sin da piccolo Thomas ha praticato diversi sport: era un ottimo sciatore data la coordinazione e la potenza delle gambe, giocava bene anche a calcio dove però la sua fatica non era ripagata dal successo, invece era imbattibile su un campo da tennis.
L'inizio carriera
Iniziò a praticare il tennis quando aveva solo 5 anni (1972) anche se era poco assecondato dai genitori nel praticare questa disciplina a loro poco nota; Muster imparò a colpire la palla da solo contro il muro: fu maestro severo di se stesso. Di lì a poco il piccolo Muster fu notato da un istruttore di un piccolo circolo che lo invitò a palleggiare con uno dei suoi allievi migliori, disputando un breve match: fu questa l’occasione in cui Muster dimostrò il suo talento da tennista. A 15 anni infatti, decise di lasciare lo studio per dedicarsi completamente al tennis nel centro Nazionale di Vienna e prenderà parte della stessa Federazione Viennese di Tennis.
Fu campione nazionale giovanile più volte: in sud America nelle manifestazione junior e nel 1985 compie il suo highlight maggiore da ragazzo sfidando Yzaga nel ‘Roland Garros’ uno slam a cui tanto teneva ma che perse. Questa sconfitta gli lasciò tanto amaro in bocca ma la consapevolezza che su quel centrale prima o poi avrebbe vinto. Continua la sua carriera nel Gran Prix mondiale a Hilversum (Olanda), sfidando Jakob Hlasek con un punteggio di 6-3 al 3° set.
Il tipo di gioco
Una delle statistiche più curiose di Muster riporta la sua capacità di difendere il titolo dell’anno prima in vari tornei e poi il suo record di vittorie in Italia, ben 11: di cui 3 volte il titolo romano e 3 volte il titolo a Firenze. The king of clay, in campo oltre un re era un abile leone, riponeva forza nelle gambe e nelle braccia, giocava un colpo mancino con una preparazione ampia: la racchetta andava ben dietro assecondando la rotazione della spalla e del busto, tenendo le gambe divaricate e piegate; poi con una botta violentissima sparava tutta la sua forza in avanti con la racchetta che ricadeva bassa per risalire con il polso aperto, in modo da imprimere uno spin poderoso alla palla.
Dunque, Muster non giocava lungo ma le sue traiettorie erano vivaci e quasi impossibile da attaccare. Muster ‘finiva’ l’avversario con scambi che cambiavano il ritmo dopo alcuni palleggi; correva come un matto cercando di colpire quasi dritti, coprendo il rovescio, non che disdegnasse a farlo ma diventava vulnerabile se attaccato perché era un colpo poco sensibile e giocato troppo di polso. Fu però rinforzando il rovescio che Muster fece il vero salto di qualità, vincendo 8 Master Series e uno slam tanto atteso, il Roland Garros.
L'incidente
In totale il tennista ha vinto 621 partire su 894 disputate in quegl’anni. Nel 1989 a Key Biscayne (Miami) Muster era numero 3 del mondo, in grande crescita sportiva, aveva appena battuto in seminale la ‘Pantera’ Noah, per 6-2 al 5° set e lo aspettava in finale Ivan Lendl, in un comunicato stampa Muster ostentava sicurezza dicendosi fiducioso. Il destino però gli riservò un duro colpo: un uomo ubriaco al volante di un auto nel parcheggio dell’impianto lo colpì violentemente alle gambe. Un ginocchio da ricostruire completamente riportò il responso medico. Iniziarono così ad annunciare che la carriera del tennista Thomas Muster poteva definirsi al termine poiché la possibilità di tornare come prima era molto bassa. Ma testardo, da vero sportivo e come un buon montanaro disse al mondo che sarebbe ritornato presto e più forte di prima.
Per velocizzare il suo recupero si fece costruire una speciale sedia che gli permettesse di giocare a tennis da seduto, senza che la sua gamba toccasse a terra; cosi potette allenare il busto durante la riabilitazione.
Ricomincia la carriera
Dopo 5 mesi Muster tornò in campo e qualche mese dopo vinse il suo 44° e ultimo torneo dell’ATP, proprio nella città dove il destino gli ha tagliato la strada. The king, fece il possibile e per non giocare più come prima fece una cavalcata vincente con molte vittorie tra cui spicca la prestigiosa vittoria al Foro Italico di Roma contro il russo Chesnokov. Egli si recò al Foro Italico proprio nel suo periodo ‘cupo’ per ricevere un premio, e fu proprio in quell’occasione che promise al pubblico romano che sarebbe tornato l’anno dopo in finale. Muster per circa 6 settimane restò il 1° in classifica del Ranking maschile di tennis mondiale. Fu durante un match che Muster si dimostrò un ‘lazzaro tennistico’ capace di dare un duro 6-0 al 5°set ad un allibito Becker, quest’ultimo lo accusò di doping; scattò la furia di Muster che però si sottopose pubblicamente agli esami antidoping per mostrare la sua innocenza. Thomas Muster per me e per il tennis è stato un grande tennista, un bizzarro austriaco dalla corazza durissima; il suo atteggiamento da ‘semiepilettico’ in campo, celava una persona tanto sensibile quanto colta nella vita personale. Amava dipingere e armato di bacchette sfogava la sua ‘rabbia agonistica’ suonando la batteria.
The king rappresenta la forza di volontà di una persona, è colui che di fronte l’imprevisto della vita si è saputo rialzare uscendone più forte di prima. In una conferenza dichiara di non aver mai denunciato l’uomo che in un qualche modo ha guastato per un breve periodo la sua carriera, si limitò a dire: “era un ragazzo, sono cose che succedono in pochi secondi, ho comunque pensato alla mia carriera riponendo fiducia in me”. Ha smesso di giocare nel 1999 e si è trasferito in Australia, dopo 10 anni torna di nuovo in campo, un ritorno che si è spento con tante sconfitte. In questo suo ritorno Muster affermò che oggi il tennis è un gioco rallentato, le palline sono più lente e diverse dai tempi di Bruguera, Sampras e Agassi.
Il ritiro
I ragazzi non sono nemmeno molto favoriti dai campi e quindi ciò che li aiuta è la loro preparazione fisica, una sua citazione: “prendono tutte le palline perché coprono il campo alla grande e il resto lo fanno le racchette attuali”. In parallelo possiamo dire che, Muster ha dato colpa al sistema per mentire a se stesso che era giunto il momento di appendere la racchetta al chiodo.