Meoni Fabrizio

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Fabrizio Meoni nasce a Castiglion Fiorentino il 31 dicembre 1957. È stato un pilota motociclistico italiano specializzato nei rally. Le colline attorno a Castiglion Fiorentino diventano una passione per tutti i ragazzi e questa passione travolge anche Fabrizio. Nel 1974 compra la sua prima moto,dopo tanti sacrifici, lavorando come cameriere, una Ancillotti 50 cm³ con la quale partecipa a gare di Enduro regionali l'anno successivo, conseguendo ottimi risultati. Passa a guidare una Beta 125 cm³ e una SWM 125 cm³. Nel 1978 lascia gli studi di ingegneria e si dedica completamente alle moto vincendo il campionato italiano 125 e arriva secondo in un campionato italiano 125 junior con una Fantic Motor. Nel 1979 passa alla categoria senior con un Ancillotti 250 cm³ ed entra nella nazionale di Enduro, l'anticamera dei grandi rally africani ovvero l'obiettivo di Fabrizio. Durante questa gara si frattura il bacino, sarebbe dovuto stare tre mesi a riposo ma contro il parere del medico parte per l'Incas rally in Perù e vince. Dovrà fermarsi, causa servizio militare, ma riprende le gare nel 1981. Nelfrattempo, apre con l'amico Paolo Acciai un negozio officine di moto da cross ed enduro, la Steels che è il cognome di Paolo tradotto in inglese. Il suo nome in pochi anni comincia ad essere noto, veniva chiamato "Il re del deserto".
Nel 1990 partecipa all'Incas Rally,6700km da Lima a Rio de Janeiro, 3 settimane in moto attraverso le Ande e la foresta Amazzonica. Per questa gara ci vogliono capacità di guida, resistenza fisica, senso dell'orientamento e bisogna sapersi adattare ad ogni situazione, Fabrizio dimostra di essere il pilota più completo e all'arrivo sulla spiaggia di Copa Cabana spettano a lui tutti gli onori.
Parigi-Dakar 1992,qui si avvera il suo sogno, eccezionalmente arriva a Città del Capo con una Yamaha privata, ha lavorato giorno e notte per costruire questa moto. Si piazza al 12° posto assoluto nella classifica generale, primo tra i piloti privati. Era uno dei tanti piloti con la moto fatta in casa nella sua officina. Fabrizio si innamora del deserto e ogni volta che può torna ci torna. Parigi-Dakar 1994,Fabrizio con una Honda monocilindrica privata arriva addirittura al 3° posto nella classifica generale, davanti a lui solo la potente bicilindrica dell'italiano Edi Orioli (il vincitore) e dello spagnolo Jordi Arcarons, è stato un risultato eccezionale. Fabrizio meoni a 37 anni dimostra di essere uno dei migliori piloti di raid del mondo ma non gli basta, la sua ambizione è diventare il numero uno. Quando andava ad allenarsi era il primo a salire in moto e l'ultimo a scendere.
Nonostante questo sport fosse così faticoso, lui era in grado di stancare persino i tecnici. Fabrizio Meoni in pochi anni vince tutti i raid più importanti del mondo, Dubai, Tunisia, Egitto. Solo la Parigi- Dakar, la corsa a cui tiene di più, continua a sfuggirgli.
Nella Dakar del ‘96 vince ben tre tappe, ma la moto si rompe dopo una banale caduta, l'anno dopo cade nella seconda tappa e si rompe il polso. Nel ‘98 poi un guasto al GPS (sofisticati strumenti di navigazione della moto),gli fanno perdere tempo prezioso e arriva 2°. 1° gennaio 2001, da Parigi prende il via la 23° edizione del Parigi-Dakar. Il favorito per la vittoria finale è il francese Richard Sainct, dominatore dei raid degli ultimi due anni. I suoi rivali più agguerriti sono il velocissimo spagnolo Nani Roma, il veterano Jordi Arcarons (spagnolo anche lui) e Fabrizio Meoni ormai diventato un pilota temuto. La competizione vera e propria comincia in Africa. Il deserto della Mauritania è il deserto più difficile, una tappa terribile, 435 km. Al comando della classifica tra le moto c'è Richard Sainct, secondo lo spagnolo Nani Roma, Fabrizio Meoni è terzo, ma l'incidente è sempre dietro l'angolo. Dopo pochi km lontano dalle telecamere cade Nani Roma, coinvolto da una tempesta di sabbia, la gamba destra è rimasta sotto la moto. Non avrà nulla di rotto ma la sua Parigi- Dakar è finita qui, diversi chilometri dopo c'è un altro colpo di scena, Richard Sainct è in piedi davanti alla sua moto perché il motore della sua KTM l'ha abbandonato. Così anche il leader della classifica è fuorigioco, Fabrizio Meoni arriva al comando della classifica generale, è primo con più di venti minuti sul secondo in classifica, Jordi Arcarons, ma alla fine mancano ancora giorni, nella 12° tappa Arcarons vince. Meoni controlla bene la situazione, ed è secondo con ritardo inferiore al minuto, ormai in testa, ha una strategia chiara, ha la vittoria in pugno. L'ultima tappa vera, prima della passerella finale sul Lago Rosa è la Tambacounda-Dakar, il re del deserto controlla la gara senza problemi. Al traguardo c'è una sorpresa: ci sono il figlio Gioele e la moglie Elena. Finalmente possono riabbracciarsi. Anche Jordie Arcarons, il suo rivale, si complimenta con lui. Manca la Dakar-Dakar, la corsa non è ancora finita ma la gara è praticamente vinta. Manca solo il sigillo finale sul Lago Rosa e sono pochi chilometri, ma bisogna percorrerli senza danni. Il timore di un guasto o di un incidente accompagnano Fabrizio nella sua ultima fatica. Ha vinto con 25 minuti e 10 secondi di vantaggio su Jordie Arcarons. Sulla spiaggia del Lago Rosa arriva per Fabrizio, dopo tanta fatica, il momento del trionfo. Dopo la grande impresa è arrivata l'ora di tornare a casa. Per Fabrizio il campione della Dakar, l'Africa non è solo un posto bellissimo in cui andare a correre i raid ma anche un continente che soffre e che ha bisogno di aiuto. Il piccolo grande regalo di Fabrizio per questi bambini poveri è una scuola vicino il Lago Rosa, fonda l’associazione “Solidarietà in buone mani”. Lui era innamorato dell'Africa. Quando parte la Parigi-Dakar, il re del deserto è diligentemente al via.
L'edizione del 2002 è piena di novità. Non si parte da Parigi ma da Arras, una località del nord della Francia. La corsa sarà un po' più corta, 16 giorni in tutto. Due tappe rigidissime dove sarà vietato l'uso del GPS, gli strumenti satellitari che servono per orientarsi nel deserto. A Fabrizio Meoni la KTM affida una missione speciale, portare alla vittoria la bicilindrica, cioè una moto più potente ma anche più pesante e difficile da guidare sulla sabbia del deserto. È più difficile da guidare ma ti permette il massimo. La KTM contava molto sulla bicilindrica ed è Fabrizio Meoni che ha fatto lo sviluppo, afferma "è la mia creatura". Nelle prime tappe in Europa, Meoni sembra non trovarsi a proprio agio con la nuova moto, quando la carovana della Dakar lascia il vecchio continente, la vetta della classifica è lontana. È il 31 dicembre, il giorno del compleanno di Fabrizio, compie 44 anni, era combattuto se far festa oppure concentrarsi sulla Dakar, tra le grandi distese di sabbia del Marocco, qui la grinta, la forza e la resistenza fisica di Fabrizio vengono fuori. È costante, sempre tra i primi, senza dare nell'occhio comincia a guadagnare minuti e posizioni nella classifica generale. Ormai è a solo 4 minuti di ritardo dal leader Nani Roma. L'8° tappa è la prima in cui i concorrenti non possono utilizzare i GPS, la sofisticata strumentazione satellitare che fa da guida deve rimanere spenta, i piloti sono soli nel deserto. Difficile perché ci sono delle dune, bisogna trovare il punto dove scavalcarle, Fabrizio è il primo a trovare la strada giusta vince la tappa e si porta al comando nella classifica generale. La Dakar è una corsa di eliminazione, dietro Meoni l'unico a non mollare è lo spagnolo Nani Roma, secondo con solo 3 minuti di ritardo, tutto si gioca nella 15° tappa, l'ultima, prima della passerella finale sul Lago Rosa.
Si va da Tichitt a Dakar, il percorso è accidentato e pericoloso e anche stavolta non si possono usare GPS. Fabrizio Meoni tiene d'occhio Nani Roma, ormai il suo unico avversario. Fabrizio essendo uno dei migliori, veniva preso come esempio dagli altri piloti, in questo caso gioca d'astuzia, non lasciando traccia della pista giusta e Nani Roma si smarrisce nel deserto, vaga senza meta e le forze stanno per finire. Fabrizio Meoni primo in classifica, irraggiungibile da tutti. Ha eliminato anche l'ultimo rivale. Il giorno dopo sulla spiaggia del Lago Rosa non ci sono sorprese, le moto corrono veloci tutti insieme sul bagnasciuga. È la sigla finale della Dakar 2002. Anche questa volta vince Fabrizio Meoni. Al ritorno dall'impresa Fabrizio è un uomo felice, soprattutto perché rivede la famiglia e la moglie dopo tanti giorni. Nella Parigi-Dakar 2003 tutti i pronostici sono per Meoni, quest'anno si parte da Marsiglia e si arriva a Sharm El Sheikh, in Egitto. Il fascino della manifestazione è sempre lo stesso, dopo tre giorni di gara c'è l'imbarco per Tunisi. Il raid vero e proprio sta per iniziare, le KTM monocilindriche di Richard Sainct e di Cyril Despres sono maneggevoli e velocissime, la potente bicilindrica di Meoni è pesante e difficile da guidare.
Nella 5 ° tappa Meoni finisce praticamente senza pneumatici, è secondo nella classifica generale, ha poco più di un minuto dal leader Richard Sainct. Tutto sembra andare per il meglio quando il motore della sua KTM comincia a perdere colpi, per Fabrizio gli ultimi chilometri della tappa sono un calvario, perde 37 minuti da Sainct e viene superato in classifica anche da Cyril Despres, un giovane pilota di talento ormai in grado di battersi con i migliori. Nell'11° tappa si lancia in un furioso attacco, il re del deserto rischia tutto e apre al massimo il gas della sua KTM. Fabrizio vince la tappa con oltre 9 minuti su Sainct. La rimonta di Meoni procede nella 13° tappa, 579 km in un paesaggio mozzafiato. Mancano solo 4 giorni alla fine del raid, nella 14° tappa perde per un attimo il controllo della sua moto e cadendo la moto riscontra dei danni, così finiscono le speranze di vincere la Dakar. Arriva con oltre 22 minuti di ritardo.
Sulla spiaggia di Sharm el Sheikh, la vittoria finale va a Richard Sainct, Despres arriva secondo e Meoni terzo. Ormai dopo tante avventure nel deserto i suoi rivali sono diventati amici, soprattutto Richard Sainct e Despres. Così i tre amici avversari partono per una grande avventura, il Rally dei Faraoni (2004) tutti con la KTM. Il 29 settembre si corre la 4° tappa, Richard Sainct cade rompendosi le vertebre cervicali, e così i piloti della KTM in segno di lutto abbandonano il rally. Fabrizio meoni e Despres fanno un patto, andranno alla Dakar, porteranno la KTM, la moto di Sainct alla vittoria. Il duello alla Dakar del 2005 è proprio tra loro due, dopo 9 tappe Meoni è primo. 11 gennaio 2005, 11° tappa. Racconta Despres di essere arrivato su una collina, di aver seguito una pista e di aver fatto cenno con la testa a Meoni di seguirlo,50 km dopo si gira e non vede più nessuno, pensando di aver sbagliato pista. Sono le 10:30 del mattino e Fabrizio rimane immerso nella sabbia. I medici spiegano che Fabrizio è grave a causa di una caduta con rottura delle vertebre cervicali, i medici provano a rianimarlo ma dopo 45 Min il suo cuore si ferma. Muore a Kiffa l’11 gennaio 2005.Oggi nel suo nome esiste la Fondazione Fabrizio Meoni ONLUS che opera in Africa.

Sitografia