Mangiarotti Dario
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La vita
Dario Mangiarotti nasce a Milano il 18 dicembre 1915 – uno fra gli schermitori più forti della storia della scherma italiana nella specialità della spada, insieme al fratello Edoardo anch’egli grandissimo campione di scherma nella storia nelle specialità della spada e del fioretto.
L'ingresso dei fratelli Mangiarotti nella scherma avvenne verso il 1926 al tempo in cui il padre era con ogni probabilità insegnante a Milano presso la Sala d'armi della Società del Giardino. I fratelli vennero formati a svariate discipline sportive, quali la boxe, il nuoto, la marcia e il ciclismo, sino a sfociare definitivamente nella scherma.
I primi successi
Fu Dario Mangiarotti che aprì i nuovi successi sportivi di famiglia dopo il padre, vincendo nel 1929 al torneo di Cremona di fioretto e classificandosi settimo nella competizione Coppa del Duce o Coppa Dux vinta poi l'anno seguente. Intanto Edoardo seguiva le orme del fratello, partecipando alle medesime gare pur restando sempre dietro, ma di stretta misura; tuttavia a Tripoli nel '33 giunse quarto ai Campionati nazionali dell'Opera Balilla di spada.
Affermazioni sportive e gare Internazionali
La svolta per Dario avvenne nel 1934 a Napoli con la vittoria dell'edizione dei Giochi partenopei di spada. Nello stesso anno a Losanna (Svizzera), partecipò ancora ventenne ai Campionati europei, giungendo settimo come finalista nel girone assieme a tutti gli italiani partecipanti. A Vichy vinse il torneo a squadre di spada insieme con Carlo Agostoni, Roberto Battaglia e Dino Rastelli e, nella stessa arma, giunse quinto al Campionato internazionale di Vienna, dove primeggiò Agostoni. Si aggiudicò il difficile Campionato regionale di zona a Milano di fioretto e inaugurò il 1936 conquistando per la prima volta la fascia tricolore di campione italiano di spada. Dario colse l'occasione di partecipare ai mondiali di Parigi del 1937 assieme al fratello conquistando la medaglia d'oro nella spada a squadre, con gli altri componenti Agostoni, Roberto Battaglia e Francesco Visconti. Nel mondiale successivo del 1938 in Cecoslovacchia, l'Italia non riuscì a riconfermarsi nella prova a squadre, ottenendo solo il bronzo, mentre Edoardo diciannovenne conquistò l'argento nell'individuale, suo fratello risultò invece nono.
Il dopoguerra e la nuova Olimpiade
La pausa della guerra impose la sospensione delle attività sportive, la riorganizzazione di molti clubs e una lenta ripresa. Nel 1946, Dario partecipò e vinse alla sua prima edizione la coppa Fitting, il più importante evento schermistico internazionale svizzero. Per la prima volta in una Olimpiade i due Mangiarotti vennero schierati insieme per la spada a squadre. L'Italia ottenne l'argento, corrispondente alla prima medaglia olimpica di Dario. Il 1948 non fu solo l'anno della prima olimpiade di Dario, ma anche del suo più profondo dolore per la perdita della moglie. Non fu facile riprendere l'attività sportiva, ma nonostante tutto Dario seppe reagire aggiudicandosi nello stesso anno a Losanna per la seconda volta la coppa Fitting.
Il primo Italiano campione mondiale di spada
L'edizione dei campionati mondiali del 1949 fu organizzata al Cairo in Egitto in quella che è da ritenersi la migliore performance dell'Italia in campo schermistico in virtù delle nove medaglie vinte, record storico ancora oggi imbattuto. Rappresenta soprattutto la vetta della carriera di Dario, poiché in quella occasione sconfisse tutti gli avversari laureandosi campione del mondo davanti al francese René Bougnol e allo svedese Per Carlesson. Il giorno successivo i due fratelli Mangiarotti fecero guadagnare l'oro mondiale alla squadra italiana, unitamente a Giorgio Anglesio, Giuseppe Delfino, Carlo Pavesi e Fiorenzo Marini, un appuntamento che con i due fratelli Mangiarotti divenne quasi sempre una felice routine. Nel biennio 1948-49 Dario fu ufficialmente il più forte spadista del mondo e indiscutibilmente anche il più costante nel rendimento, forte anche dei precedenti quattro titoli italiani guadagnati in più riprese. A Piacenza vinse il Campionato regionale emiliano di spada e di fioretto, mentre a Biarritz venne invitato a sfidare il campione olimpico Henri Guerin, in un celebre incontro accademico che vinse, dopo il quale rientrò in Italia per giungere secondo alla nuova edizione individuale del torneo quadrangolare di spada del Lido di Venezia, vinto questa volta dal fratello Edoardo. Con lui rivinse la gara a squadre e in seguito, a Losanna, la famiglia Mangiarotti dominò in maniera assoluta. Dario vinse per la terza volta la coppa Fitting, aggiudicandosi il trofeo definitivamente. Per Dario il 1950 fu un anno impegnativo. Alla 9ª edizione genovese della Coppa Molié fra Italia e Francia i Mangiarotti fecero vincere all'Italia il titolo, in una sfida eterna tra le due nazioni. A Lione, il gala internazionale alle tre armi, vide trionfare Dario nella spada, il fratello Edoardo nel fioretto e Arturo Ferrando nella sciabola. La scuola italiana si imponeva con una certa autorità a tal punto che Dario in ottobre venne invitato a Londra per il centenario del London Fencing Club. Gli fu chiesto di confrontarsi accademicamente con il campione locale Buhan che fu battuto per 10-6. Ai nuovi campionati del mondo del 1950 a Montecarlo, Dario, pur essendo affiancato da campioni di notevole bravura, risultò l'unico italiano ad approdare al girone della finale. La gara si risolse in maniera tale che fu vinta dal danese Mogens Luchow, mentre Dario e lo svedese Carl Forsell a pari merito di vittorie e stoccate, furono argento ex-aequo, prima e unica volta nella storia della scherma mondiale. L'Italia si rifece nella competizione a squadre vincendo l'oro davanti a Francia e Svezia.
L'Olimpiade dei Mnagiarotti
Nel campionato mondiale di Stoccolma del 1951, Dario al fine di scongiurare qualsiasi possibilità di esclusione dalle gare olimpiche, come avvenne in passato, vinse tenacemente il suo quinto titolo italiano, sempre nella spada. Non pago del risultato, dimostrò il suo valore nelle tre prove di qualificazione preolimpiche vincendo due gare e piazzandosi secondo nella terza. Il fratello Edoardo che al tempo scriveva già per la Gazzetta dello sport, titolò così l'articolo che lo riguardava: Dario Mangiarotti: piccolo gigante imbattuto. Nell’Olimpiade, la gara di spada a squadre era molto attesa. Il 25 luglio i due Mangiarotti erano nuovamente schierati assieme per vincere il primo oro olimpico di famiglia. Dopo l'Olimpiade di Helsinki, Dario vinse nel 1953 il suo sesto e ultimo titolo individuale nella spada, record italiano imbattuto, che ne fa uno dei più forti spadisti della storia della scherma italiana. Concluse la carriera sportiva con la partecipazione al mondiale di Bruxelles, dove giunse ottavo nell'individuale a trentotto anni di età, ma fu d'oro nella prova a squadre, assieme agli oramai consolidati Anglesio, Bertinetti, Pavesi e il fratello Edoardo, totalizzando un personale di ben nove medaglie mondiali, di cui cinque d'oro.
Tourness e addii
Nel 1953 Dario fu nuovamente vincitore assoluto al Torneo di Biarritz e a dicembre fu invitato in Francia al gala di Scherma contro Armand Mouyal, in una sempre viva cornice di incontri professionistici che in Francia non si esauriva mai, anche perché ben remunerati. Questo evento coincise fatalmente anche con il termine della carriera agonistica e professionistica di Dario.
Carriera magistrale di Dario
Dario divenne maestro di scherma il 15 maggio 1955, presso l'Accademia nazionale di scherma di Napoli. È da rimarcare che a termine della carriera agonistica cominciò ad acuirsi il problema di una coxoartrosi sinistra, sorta probabilmente sin dall'infanzia, mai curata a dovere e sempre più cronica fino agli ultimi giorni di vita, con persistenti dolori e il noto fenomeno dell'accorciamento dell'arto di alcuni centimetri. Dario però non abbandonò mai lo spirito agonistico che coltivò partecipando a tre campionati del mondo riservati ai maestri di scherma, fra i quali il primo fu nel 1958 a Bruxelles dove risultò quinto. Per cinque anni insegnò a Milano nel tempo che il padre Giuseppe formò come maestri per la propria sala, prima Gianluigi e poi Marcello Lodetti. Successivamente nel 1960 venne chiamato a insegnare presso l'ambizioso Club scherma Torino, il cui desiderio era di avere almeno un suo atleta in nazionale, ma soprattutto per trasfondere nei propri atleti i molti segreti della mitica e imitatissima tecnica della “scuola Mangiarotti”. Dario si andava affermando come insegnante, pur non abbondonando gli obiettivi agonistici, vinse infatti l'argento al campionato mondiale maestri del 1964 a Stoccarda, mentre fu d'oro a Roma nel 1966 a cinquantuno anni di età. Diede prova di costanza ed efficienza nell'essere uno dei maestri della nazionale italiana di spada per circa quindici anni fra il 1965 e il 1980. Per le Olimpiadi di Città del Messico e di Monaco venne ripetutamente invitato quale maestro per alcune nazionali straniere senza mai accettare.
Ultimi giorni
Dario, il 4 aprile del 2010, due giorni dopo aver dato l'ultima lezione di scherma ai suoi atleti, si recò a Rapallo in vacanza. Lì fu colto dai sintomi di un infarto che lo costrinse a un ricovero all'ospedale di Lavagna. Fu operato con successo all'età di 95 anni e nonostante non desse segni di indebolimento si addormentò serenamente la mattina del 9 aprile 2010 dopo aver letto la Gazzetta dello sport.
Bibliografia
- FABRIZIO ORSINI, ENCICLOPEDIA TRECCANI