MEAZZA GIUSEPPE

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Giuseppe Meazza (Milano, 23 agosto 1910 – Rapallo 21 agosto 1979) è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo attaccante. Considerato da molti esperti il più grande giocatore italiano di tutti i tempi e uno dei più grandi in assoluto, è stato campione del Mondo con la Nazionale italiana nel 1934 e nel 1938.

Carriera


Giuseppe Meazza è nato nel popolare quartiere di Porta Vittoria, iniziò a giocare a 6 anni sui campetti di Greco Milanese e Porta Romana in un gruppo di bambini che lui definì i Maestri Campionesi inseguendo una palla fatta di stracci. Perde il padre durante la Prima guerra mondiale. La mamma, Ersilia Borghi, gli nasconde le scarpe per non farlo giocare e lui si fascia i piedi pur di continuare. A 12 anni inizia a giocare sui campi regolari con i ragazzi uliciani del Gloria F.C., dove un ammiratore gli regala quelle scarpette che tanto desiderava (e lui non poteva comprare) e che il "Brigatti" vendeva in Corso Venezia all'equivalente di circa 3 stipendi. A soli 13 anni fonda, in una latteria di via Arconti, la AS Costanza, società della quale è presidente, allenatore e ala destra.
Scartato dal Milan a causa del fisico mingherlino, a 14 anni compiuti entrò a far parte dell'Internazionale disputando il campionato ragazzi. Fu Fulvio Bernardini a scoprirlo e ad insistere presso l'allenatore dell'Inter, Árpád Weisz, affinché lo inserisse in prima squadra: Bernardini (che sarebbe diventato in seguito un importante allenatore e avrebbe scoperto numerosi altri giocatori, fra cui un altro che diventerà poi egli stesso centravanti dell'Inter, Alessandro Altobelli) si fermava sempre più spesso, al termine degli allenamenti, a osservare estasiato, tra i ragazzi delle giovanili, quel ragazzino che con il pallone tra i piedi faceva meraviglie. Bernardini, si narra, fu tanto insistente e convincente che alla fine Weisz volle visionarlo personalmente. Weisz si rese conto che Bernardini non aveva esagerato: a 16 anni il ragazzo fu aggregato in prima squadra e a 17 anni Giuseppe Meazza esordiva nell'Inter, nella Coppa Volta.
Fu in quell'occasione che gli fu dato il soprannome di “Balilla”: quando l'allenatore Weisz lesse nello spogliatoio la formazione, annunciando la presenza in squadra di Meazza fin dal primo minuto, un anziano giocatore dell'Inter, Leopoldo Conti, esclamò sarcastico: "Adesso andiamo a prendere i giocatori perfino all'asilo! Facciamo giocare anche i balilla!" L'Opera Nazionale Balilla, che raccoglieva tutti i bambini dagli 8 ai 14 anni, era stata costituita nel 1926 e così allo scherzoso "Poldo" venne naturale apostrofare in quel modo il giovanissimo esordiente. Ma si sarebbe ricreduto presto: Meazza, in quella partita giocata contro l'U.S. Milanese, segnò tre gol, assicurando all'Inter la vittoria e facendo capire a tutti che era nata una stella.] "Pepin", come veniva chiamato in dialetto milanese, seguitò a giocare nel ruolo di centravanti nell'Ambrosiana, come era stata ribattezzata l'Inter in epoca fascista in seguito alla fusione con la U.S. Milanese. Iniziò subito a farsi notare a suon di gol e per la sua classe sopraffina, tanto che, non ancora ventenne, guidò la sua squadra alla conquista del neonato campionato di Serie A nel 1929-30 conquistando il titolo di capocannoniere con ben 31 reti. Esordì in nazionale non ancora ventenne il 9 febbraio 1930 a Roma in Italia-Svizzera terminata 4-2 con le sue due reti. Tre mesi più tardi, l'11 maggio dello stesso anno, alla sua quarta presenza in maglia azzurra, Meazza appose la sua prima inimitabile firma in campo internazionale, in una delle giornate più gloriose del calcio italiano. Tre prodezze del Balilla spianarono la strada alla nazionale guidata da Vittorio Pozzo, verso il primo grande trionfo della sua giovane storia. L'Italia superò l'Ungheria a Budapest con un incredibile 5-0, in quella che, di fatto, era la finale della prima Coppa Internazionale. Dopo quella partita, Meazza sarà l'eroe di tutti gli sportivi italiani. La sua carriera in azzurro fu a dir poco splendida: guidò l'Italia alla conquista del suo primo campionato del mondo, nell'edizione casalinga del 1934 realizzando 4 reti. Nel 1938 fu il capitano della nazionale alla coppa del mondo disputatasi in Francia: il secondo, prestigioso successo che portò l'Italia ai vertici del calcio mondiale e che permette di ricordare quella nazionale come una delle più forti squadre di tutti i tempi. L'anno successivo fu l'inizio del declino del grande campione, a causa di un infortunio, che lo tenne poi lontano dai terreni di gioco per oltre un anno: il famoso “piede gelato”, un'occlusione dei vasi sanguigni al piede sinistro. Nell'autunno 1940 Meazza tornò al calcio giocato, stavolta con la maglia del Milano, ma non si trattava più del campione di un tempo, minato dall'infortunio occorsogli. La sua carriera nazionale si era conclusa l'anno precedente con un bottino di 53 partite e 33 reti. Dopo due stagioni al Milano passò per un'annata alla Juventus Cisitalia, dopo aver poi disputato il campionato di guerra 1943-44 con il Varese ed una breve permanenza all'Atalanta. Concluse la carriera con un'ultima stagione con la sua maglia nerazzurra, quella dell'Inter.

Dopo il ritiro


Dopo il ritiro dal calcio giocato divenne giornalista e poi tecnico, anche se non raggiunse mai i suoi livelli da calciatore. Guidò la Pro Patria, in varie circostanze la sua Inter, e anche la Nazionale nel biennio 1952-53.

Curiosità


Gli hanno offerto un posto d’onore, nel tempio del calcio italiano che ha ereditato il suo nome, il nome è lì, inciso a grandi caratteri sulla lastra bianca, sono forse pochi quelli che ancora gli dedicano un’occhiata, ora solo il nome, lettere anonime e regolari, per ricordare l’uomo, Giuseppe Meazza. Se solo potesse parlare, e invece la lastra bianca tace, non ci svela antefatti, semplicemente recita così: «A Giuseppe Meazza, espresso dal suo cuore generoso, il popolo di Milano intitola questo glorioso stadio più volte illuminato dalle sue gesta di atleta».

Palmares


In tutta la sua carriera Meazza ha vinto: Due campionati italiani e una coppa Italia con l’ Ambrosiana Inter, due campionati del mondo e due coppe internazionali con l’ Italia e a livello individuale è stato tre volte capocannoniere della serie A e tre volte capocannoniere della Coppa dell'Europa Centrale.
« Averlo in squadra significava partire dall'1-0. »
Vittorio Pozzo in Campioni del mondo. Quarant'anni di storia del calcio italiano.

Soprannome

"Balilla"

Sitografia