EMIL ZATOPEK

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Emil Zatopek è stato un atleta cecoslovacco, nato nel 1922, si presentò al mondo dell'atletica internazionale alle Olimpiadi di Londra del 1948. Era noto per il suo ansimare eccessivo mentre correva e questa caratteristica divenne il suo marchio distintivo, che gli portò come conseguenza l’attribuzione del soprannome di “Locomotiva Umana”.

Locomotiva umana


La prima esperienza sportiva che ebbe Zatopek fu Il “ Percorso Primaverile” di Zlin che era una corsa organizzata ogni anno dalla Bata per promuovere il suo marchio di scarpe.
“Ai vostri posti...Pronti...Via!” Era questo il primo segnale di partenza per Emil Zatopek quel 15 Maggio 1941. La sua fama è legata principalmente alla straordinaria impresa realizzata alle Olimpiadi del 1952 di Helsinki, durante le quali vinse tre medaglie d'oro nell'atletica leggera.

Leprestazioni


Anno- Manifestazione- Sede- Evento- Risultato- Prestazione-
1946- Europei- Oslo- 5.000 metri- 5°- 14'25”8
1948- Giochi Olimpici Londra- 5.000 metri
10.000 metri- Argento
Oro- 14'17”8
29'59”6
1950- Europei Bruxelles- 5.000 metri- 10.000 metri- Oro
Oro- 14'03”0
29'12”0
1952- Giochi Olimpici Helsinki- 5.000 metri 10.000 metri- Maratona- Oro
Oro
Oro- 14'06”6
29'17”0
2h23'03
1954- Europei Berna- 5.000 metri 10.000 metri- Bronzo
Oro- 14'10”2
28'58”0
1956- Giochi Olimpici Melbourne- Maratona- 6°- 2h29'34

Carriera


Per tre Olimpiadi consecutive il mondo sportivo ha assistito alla sfida olimpica tra il cecoslovacco Emil Zatopek e il suo eterno rivale, il francese Alain Mimoun nei 5.000 metri e 10.000 metri conquistando poi il suo terzo oro nella maratona. I due, però, non sono più giovanissimi;
Zatopek ha trent'anni, che all'epoca era un'età abbastanza avanzata anche per un mezzofondista mentre Mimoun è addirittura un anno più grande. Quattro anni prima a Londra 1948, il francese si dovette accontentare della medaglia d'argento nei 10.000 metri. Dovrà aspettare altri quattro anni per vincere la sua prima medaglia d'oro alle Olimpiadi di Melbourne 1956 nella Maratona, gara nella quale Zatopek chiuse al sesto posto.
Dall'autunno del 1946 la vita di Zatopek divenne un continuo andirivieni. In patria e all'estero, dall'Europa al nord dell'Africa, dalle piste in terra battuta al cross-country invernale.
La stella di Zatopek prese a brillare sempre più luminosa nel firmamento dello sport, passava da una vittoria all'altra, basti pensare che nella primavera del 1947 fu invitato ai campionati interalleati di corsa campestre che si disputavano nell'ippodromo di Hannover in Germania. Al solito, seminò dietro di sé, con estrema facilità tutti gli avversari, che arrivarono trafelati al traguardo mentre lui era già seduto a rifocillarsi.
Gli inviti si aggiungevano agli inviti, tutti gli organizzatori sportivi, dalla Gran Bretagna alla Germania, dalla Spagna all'Italia lo avrebbero voluto in pista e per raggiungere questo scopo erano pronti a garantire a Emil un trattamento da re. Solo che le richieste inviate alla federazione cecoslovacca ritornavano immancabilmente al mittente con la stessa risposta: <<Non è possibile>>. Nell'estate del 1922 fu invitato all'Olimpiade di Barcellona: l'approvazione con la quale il pubblico lo salutò quando apparve sulla pista lo commosse.
Scherzò sul fatto che il più lento dei qualificati alla finale dei 10.000 metri era stato di 20 secondi più veloce del suo ultimo record del mondo.

Dopo il ritiro


Avrebbero voluto Emil come ospite anche all'Olimpiade di Atlanta nel 1996, quella del centenario, ma fu costretto a declinare l'invito perché aveva una gamba dolorante e faceva fatica persino a salire le scale della sua villetta.
Emil, che era stato per tutti la Locomotiva Umana, che altri avevano soprannominato l'Uomo Cavallo per la sua resistenza alla fatica, nell'ultimo anno della sua vita divenne debole e fragilissimo anche perché, malato di cuore.
Il 30 ottobre del 2000 si sentì vacillare e perse i sensi, erano purtroppo i sintomi di un ictus. Fu ricoverato all'ospedale militare di Praga. Sorprendendo ancora una volta i medici, lottò contro la malattia come faceva quando doveva affrontare l'ultimo giro di pista.
L'ultimo giorno fu lungo e finì il 21 novembre del 2000. Emil aveva 78 anni, accanto a lui c'era Dana, la compagna di 52 anni di matrimonio.
Aveva scritto nella sua autobiografia:
“Un atleta dovrebbe correre con la speranza nel cuore, i sogni nella testa e pochi soldi nelle tasche”.
Per quasi vent'anni la Locomotiva Umana non fece altro che correre, macinare chilometri, vincere titoli e infrangere record, lasciandosi alle spalle avversari di ogni paese e di ogni età.
Possiamo ricordare questo famoso atleta, che ci ha insegnato che ci sono delle emozioni che solo lo sport sa regalare con questa affermazione, che lui pronunciò prima di spegnersi per sempre:
“SE DESIDERI VINCERE QUALCOSA, CORRI 100 METRI. SE VUOI GODERTI UNA VERA ESPERIENZA, CORRI UNA MARATONA”.

Soprannome


"Locomotiva umana" o "l'Uomo Cavallo"

Bibliografia


  • "La Locomotiva Umana" di Marco Franzelli edito da Bianco e Nero Editrice;
  • “Zatopek corre” di Emil Zatopek edito da Poldi Libri Editrice;
  • “Correre” di Jean Echenoz edito Adelphi Edizioni;