Collavati Fulvio
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Fulvio Collovati è nato a Teor (in provincia di Udine), dal 1976 al 1993 è stato un difensore centrale, o stopper come si diceva all'epoca, di Milan, Inter, Udinese, Roma e Genoa. In rossonero i suoi unici successi: la Coppa Italia 76/77 e lo scudetto 78/79.In Nazionale ha collezionato 50 presenze, con 3 reti, e ha vinto il titolo mondiale nel 1982. Dopo il ritiro, ha avuto brevi esperienze da dirigente e più continui impegni come commentatore televisivo in RAI. Difensore dallo stile inconfondibile, si muoveva con grande disinvoltura anche nelle aree di rigore più affollate. Ha vissuto i momenti più importanti della sua carriera nel Milan (vincendo lo scudetto della stella), ma soprattutto nella nazionale di Bearzot, dove, potendo contare anche su un libero come Scirea, si è messo in luce come uno dei migliori stopper del Mondiale del 1982. È stato un calciatore di grande rilievo, impegnato nella Nazionale che vinse i Mondiali 1982, poi dirigente sportivo. Difensore centrale, era dotato di una buona tecnica individuale. Veniva impiegato in marcatura, dove faceva valere la propria abilità nel gioco aereo e nell'anticipo sull'attaccante avversario; per queste sue doti, viene considerato l'erede di Roberto Rosato al Milan. All’età di 7 anni, con la famiglia ha lasciato il Friuli per trasferirsi a Milano. È proprio nel cuore della Lombardia che Giovanni Trapattoni lo ha scoperto, a 13 anni, mentre giocava in oratorio a Limbiate, crebbe nelle giovanili del Milan con le quali perse due finali del Torneo di Viareggio, nel 1976 e 1977, venendo premiato anche come miglior giocatore. Esordì in Serie A con i rossoneri nella stagione 1976-1977, sotto la guida di Pippo Marchioro il quale lo impiegò come riserva di Angelo Anquilletti e Giuseppe Sabadini, scendendo in campo 11 volte e conquistando la Coppa Italia. Nella stagione seguente, con Nils Liedholm in panchina, giocò con più regolarità (25 presenze e 1 gol), ma la consacrazione definitiva avvenne nell'annata 1978-1979 dove disputò 27 partite contribuendo, come uno dei punti di forza della difesa rossonera, allo scudetto della stella. Al termine della successiva stagione il Milan venne condannato alla retrocessione in Serie B per illecito sportivo, e a differenza di altri giocatori Collovati seguì la squadra rossonera fra i cadetti, giocando 36 partite con due reti e riconquistando la massima serie. Nell'estate 1981 venne nominato nuovo capitano milanista, in sostituzione di Aldo Maldera; tuttavia al termine dell'annata 1981-1982 il Milan retrocedette nuovamente in serie cadetta, questa volta sul campo, subendo una dura contestazione che non risparmiò Collovati, il quale tra le altre cose venne colpito da un sasso lanciato dagli spalti da un tifoso rossonero durante una partita a Como. La fallimentare stagione segnò la fine dell'esperienza in rossonero del difensore. Collovati, nel frattempo diventato campione del mondo con la nazionale, durante l'estate 1982 preferì lasciare il turbolento ambiente del Milan per accasarsi ai rivali cittadini dell'Inter (in cambio di Pasinato, Canuti e Serena), anche a causa di sopravvenuti dissidi con la società rossonera; per questo fu accusato di tradimento dai tifosi milanisti, e la stampa gli affibbiò il soprannome di "ingrato transfuga". In nerazzurro disputò quattro stagioni da titolare, le prime due in comproprietà con il Milan, e quindi acquistato definitivamente dalla società interista; qui raggiunse per due anni di fila le semifinali di Coppa UEFA, nel 1984-1985 e 1985-1986, tuttavia sul piano personale perse parte della freschezza atletica delle stagioni precedenti, venendo anche impiegato come libero dall'allenatore Mario Corso. Dopo il Mondiale in Messico, escluso dai piani tecnici dell'Inter, si trasferì nell'ottobre 1986 all'Udinese, con cui rimase però solo una stagione (20 partite e 2 reti) conclusasi con la retrocessione, a causa della penalizzazione di 9 punti inflitta alla squadra friulana. Nel 1987 il suo ex tecnico Liedholm lo portò alla Roma, dove disputò due stagioni poco brillanti giocando in coppia con Gianluca Signorini al centro della difesa. Durante l'esperienza giallorossa, segnò un solo gol in campionato, nella trasferta del 27 settembre 1987 sul campo dell'Avellino, in cui i capitolini si imposero per 3-2. Richiesto da Franco Scoglio, chiuse la carriera nel Genoa con cui giocò per quattro anni, dal 1989 al 1993, tutti disputati in Serie A; con la formazione rossoblù, in seguito passata nelle mani di Osvaldo Bagnoli, raggiunse il quarto posto nel campionato di Serie A 1990-1991 e le semifinali della Coppa UEFA 1991-1992, migliori risultati del grifone dal secondo dopoguerra. Collovati esordì in nazionale il 24 febbraio 1979, a 21 anni, nella partita amichevole Italia-Paesi Bassi (3-0) disputata a Milano. Realizzò la sua prima rete in azzurro il 16 febbraio 1980, in Italia-Romania (2-1) giocata a Napoli. Nonostante fosse sceso in serie cadetta, convinse il commissario tecnico Enzo Bearzot a convocarlo per il campionato d'Europa 1980 dove l'Italia, paese ospitante, si classificò quarta: Collovati fallì il rigore decisivo nella finale per il terzo posto contro la Cecoslovacchia. Due anni dopo fu tra i protagonisti della vittoriosa spedizione azzurra al campionato del mondo 1982, dove disputò, da titolare e con ottimo rendimento, tutte le gare della manifestazione fino alla finale dell'11 luglio 1982, vinta 3-1 contro la Germania Ovest. Dopo il Mondiale di Spagna perse tuttavia il posto da titolare; partecipò comunque anche al campionato del mondo 1986 in Messico dove fu impiegato unicamente nella terza gara del girone, la partita del 10 giugno vinta 3-2 contro la Corea del Sud, che rimane la sua ultima presenza in maglia azzurra. Con la nazionale ha totalizzato 50 presenze e realizzato 3 gol. Nel triennio 2001-2004 ricopre l'incarico di direttore sportivo del Piacenza. L'11 settembre 2015 rileva, assieme all'imprenditore Testa, la Pro Patria di Busto Arsizio: ne diventa consigliere d'amministrazione ed è nominato amministratore delegato e direttore generale. Il successivo 6 novembre si dimette dalle cariche, conservando però il seggio nel consiglio d'amministrazione del club. Dopo il ritiro dal calcio giocato ha prodotto e condotto numerose trasmissioni televisive, sia nazionali che locali. Ha condotto con la moglie Caterina su Canale Italia Sfoghi di calcio, sull'emittente ligure Telenord la trasmissione sportiva Il derby del Lunedì, e Il Campionato dei Campioni in onda su Odeon TV. Nel 2006 e nel 2010 è stato opinionista nella trasmissione Rai Notti Mondiali.[19][20] Ha ricoperto lo stesso ruolo in diverse edizioni della La Domenica Sportiva dal 2006 al 2014, mentre nel 2012 è telecronista al campionato d'Europa 2012. Nel novembre del 2014 è uno dei giudici, insieme a Fabio Galante e Nicola Berti, del talent calcistico Leyton Orient condotto da Simona Ventura su Agon Channel. È inoltre consulente e uomo immagine della società Sport Plus 4 You che si occupa di procura sportiva, impianti sportivi, e marketing.[16] Sposatosi con la napoletana Caterina Cimmino, anche lei apparsa in numerosi programmi a sfondo sportivo, ha due figlie: Celeste e Clementina. Da fine gennaio 2018, è opinionista della neonata emittente radiofonica RMC Sport Network. È stato inoltre ospite fisso a Quelli che il calcio, fino alla stagione 2018-2019 del programma. Collovati è considerato uno dei più grandi difensori della storia del calcio, con alle spalle una carriera stellare, era nella formazione del Genoa quando, nella stagione 1991/92, la squadra eliminò il Liverpool nella celebre notte di Anfield, arrivando alla semifinale Uefa. Dopo il ritiro dal calcio giocato, ha ricoperto il ruolo dirigenziale con Piacenza e Pro Patria. Nel 1981/82, anno della retrocessione del Milan (di cui era diventato capitano al posto di Maldera), fu colpito da un sasso scagliato dagli spalti da un tifoso rossonero, nel corso di una violenta contestazione. Collovati inoltre, nel 2019 fu vittima di una bufera in cui le sue parole sulle donne e la tattica hanno fatto il giro del web, fino a diventare trending topic. La moglie Caterina, ex presentatrice di trasmissioni sportive, è stata interpellata su Twitter: “Visto che il marito ha espresso un parere altamente discutibile sulle donne, che in parole povere non capiscono nulla di calcio...Pronta la riposta della moglie, che si schiera dalla parte dell’ex calciatore, campione del mondo con l’Italia nell’82: “Mio marito ha parlato di tattica... La tattica spiegata da una donna non mi convince... Quando presentavo le trasmissioni di calcio non ho mai avuto la pretesa di spiegare il 4-4-2. La visione del mondo unisex non mi appartiene”. Caterina ha poi aggiunto: “Parlare di calcio certo, ma la tattica è altra cosa. Parlare, tutti possiamo farlo, dire cose giuste è diverso. Saluti dalla moglie di un uomo che rispetta le donne più di molti altri... questa sì che è una certezza!”. Dopo che queste dichiarazioni hanno scatenato tante polemiche e l'accusa di sessismo, Collovati si è scusato: "Mi scuso se le frasi pronunciate in chiusura di trasmissione a "Quelli che il Calcio" pure in un clima goliardico, abbiano urtato la sensibilità delle donne. Me ne dispiaccio ma non era mia intenzione offendere nessuno, chi mi conosce sa quanto io rispetti l'universo femminile", ha scritto l'ex giocatore su Twitter.
Sitografia
(siti)
• www.mondi.it
• it.wikipedia.org
• www.donnaglamour.it
(articoli)
• La Repubblica
• La Gazzetta dello sport
• Il Giornale
• Il fatto quotidiano
(libri)
• Treccani (enciclopedia dello sport)