Colò Zeno

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IMMAGINI

Zeno Colò nacque all'Abetone, Pistoia nel 1920. Cominciò a sciare relativamente tardi per gli standard di oggi.

Carriera


A quattordici anni Colò Zeno mise per la prima volta gli sci ai piedi vincendo la sua prima gara. Soltanto un anno dopo , a quindici anni, entrò a far parte della Nazionale italiana. Cominciò così una lunga carriera costellata di vittorie e di prestigiosi titoli. Gareggiò alle Olimpiadi di Garmish, in Germania, del 1936, dove lo sci alpino fece il suo debutto. Già nel 1941 Colò era già campione italiano di discesa libera e combinata. In quegli anni però scoppiò la prima guerra mondiale che lo costringe a stare lontano dalle competizione per circa sette anni. Nel 1947 a ventisette anni, sul Piccolo Cervino a Breuil-Cervinia stabilì il nuovo record del mondo sul chilometro lanciato con circa 159,292 km/h, battendo il precedente record di 136 km orari di Leo Gasperl che resisteva da sedici anni. Anche il record di Colò sarebbe stato duraturo, rimanendo imbattuto per diciassette anni. Con la sua "posizione a uovo alto" fu il precursore della” posizione a uovo” che ancora oggi tengono i discesisti per ridurre l'attrito aerodinamico, ma, a differenza dei suoi successori, Colò usava sci di legno e non indossava il casco. Iniziò male la sua avventura olimpica a Sankt Moritz 1948, classificandosi 14° nello slalom speciale e senza piazzamento in discesa libera a causa una caduta ,ma quell’anno aveva vinto la discesa alle Tofane, discesa e combinata a Wegen e la Coppa Medaglie d’Oro al Sestriere. Nel 1949 vinse la discesa e la combinata dell'Arlberg-Kandahar e lo slalom del Lauberhorn, risultato quest'ultimo bissato nel 1950. Sempre nel 1950 fu il protagonista dei Mondiali di Aspen, negli Stati Uniti: fu primo nella discesa libera e nello slalom gigante, e sfiorò l'en-plein nello slalom speciale, finendo secondo a tre decimi dallo svizzero Georges Schneider dopo essere stato in testa al termine della prima manche. Entrambe le sue vittorie possono essere considerate storiche: Colò fu il primo, e finora unico, italiano a vincere la discesa libera ai Mondiali, e anche il primo campione mondiale della storia nello slalom gigante, disciplina che venne introdotta proprio in quell'edizione. Dopo i Mondiali Colò, ormai soprannominato "Star of Aspen" ("stella di Aspen"), prolungò la sua trasferta in Nord America vincendo i Campionati nordamericani. Nel 1951 primo in discesa e combinata al Kandahar alla Coppa Seghi di discesa e alla combinata al Trofeo Campari. Arrivava nel ’52 la rivincita olimpica a Oslo 1952, non riuscì a difendere il titolo mondiale nello slalom gigante, dove fu quarto. Il giorno dopo si confermò invece nella discesa libera: il 16 febbraio fu il più veloce degli ottantuno concorrenti sui 2600 m della pista di Norefjell, con il tempo di 2'30"8, pari a circa 62 km/h. La stampa italiana lo ribattezzò "Il Falco di Oslo”. Fu la prima medaglia d'oro per l'Italia nello sci alpino ai Giochi olimpici invernali, tuttora l'unica di uno sciatore italiano nella discesa libera. Qualche giorno dopo concluse le sue prove olimpiche con lo slalom speciale, dove fu quarto. Nel 1954 vinceva all’Abetone discesa, slalom e combinata, quindi la discesa al Trofeo Cervino .Poi fu squalificato dalla Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) e non poté partecipare alle gare successive. La squalifica suscitò proteste da parte dello sciatore dell'Abetone, che tentò invano di essere riabilitato e polemiche nell'opinione pubblica per l'esclusione del campione dalle competizioni internazionali. Fu la fine della sua carriera agonistica internazionale: ai Mondiali del 1954 a Åare fu presente solo come apripista nella discesa libera, fu comunque cronometrata la sua prestazione risultando la seconda assoluta, e alle Olimpiadi di Cortina d'Ampezzo 1956 come semplice tedoforo. Nel 1955 si impone, oltre che ai campionati assoluti, nel gigante alla Coppa Brentel, nella discesa e combinata alla Coppa Nebrun. Il suo ritiro avvenne nel 1960.

Dopo il ritiro


Lasciate le gare nel 1960, diventò maestro di sci presso l'Abetone. Vinse comunque ancora tantissimi campionati italiani di maestri di sci, l’ultimo nel 1979. Si impegnò anche per la promozione e lo sviluppo della stazione sciistica pistoiese. Fu tra i promotori della Società Funivie Abetone e della costruzione della prima ovovia. Nel 1973 disegnò tre piste da sci che scendono da Monte Gomito, che da lui prendono il nome di Zeno 1 (nera), Zeno 2 e Zeno 3 (rosse). Soltanto trentacinque anni dopo, 1989, la FISI revocò la squalifica inflittagli nel 1954. E nel 1991 ricevette il premio "Una vita per lo sci" dello Sci Club Abetone e una medaglia d'oro FISI . A San Marcello, nel 1993 gravemente malato a causa di un tumore ai polmoni morì. Zeno Colò fu il più grande sciatore di tutti i tempi, primo e unico italiano da aver vinto la discesa libera ai giochi olimpici invernali.

Soprannome


"Il Falco di Oslo"

Vedere anche