VII estiva - 1920 Anversa (BEL)
1920 Anversa (BEL)
I Giochi della VII Olimpiade (in fiammingo Spelen van de VIIe Olympiade, in francese Jeux de la VIIe Olympiade) si sono svolti ad Anversa in Belgio dal 20 aprile al 12 settembre 1920.
La tragedia della Grande Guerra portò con sé anche i Giochi della VI Olimpiade, che avrebbero dovuto tenersi a Berlino, e finì per influenzare massicciamente anche l’edizione del 1920. Ai Giochi di Anversa, infatti, si decise di escludere le nazioni sconfitte - Germania, Austria, Ungheria, Bulgaria e Turchia – mentre la Russia, pur invitata, rifiutò di prendervi parte per motivi politici. E la stessa scelta di Anversa fu dettata dalla volontà di premiare uno dei paesi più devastati dal conflitto. Ma i Giochi del 1920 furono anche un punto di partenza: è da quell’edizione, infatti, che sui cieli della città ospite sventola la bandiera a cinque cerchi, in seguito diventata simbolo universale di fratellanza.
La selezione di Anversa come sede dei Giochi estivi del primo dopoguerra fu sicuramente fra le più sorprendenti assunte dal CIO. La città si stava riprendendo assai lentamente e faticosamente, come del resto tutto il Belgio, dalle profonde ferite provocate dal conflitto e la scelta assunse un meritorio valore simbolico, pur rimettendo in marcia il Movimento olimpico con molte incertezze. In realtà, la decisione di coinvolgere il piccolo paese era maturata ben prima dell'inizio delle ostilità, risalendo in effetti a Stoccolma e alla sessione del Comitato olimpico internazionale che vi si svolse dal 4 al 17 luglio 1912. In quella sede si discussero le candidature per il 1920 e le città che le presentarono furono Budapest, Amsterdam e Bruxelles. L'idea di aggiungere Anversa a Bruxelles venne al presidente del circolo della spada della città, Charles Cnoops.
Anche se non mancarono i problemi economici e di infrastrutture di un Belgio sulla via della ricostruzione, l'Olimpiade del 1920 riscosse un discreto successo, non tanto tra il pubblico quanto tra la critica, anche perché mai come prima i Giochi diventarono portatori di valori positivi: fu ad Anversa che per la prima volta venne recitato il Giuramento olimpico, dallo schermidore belga Victor Boin. Inoltre nacquero la Bandiera olimpica e la tradizione che vede liberare le colombe bianche durante la cerimonia d'apertura, a simboleggiare la pace.
Durante i Giochi venne organizzata una settimana dedicata agli sport invernali: fu dunque la prima volta ai Giochi olimpici per il pattinaggio di figura e per l'hockey su ghiaccio. Aumentarono inoltre le gare di nuoto e, soprattutto, di tiro, al punto da far circolare sui giornali la massima "Si è sparato più ad Anversa che durante la guerra"; vennero invece depennati i salti da fermo. Per la prima volta gli atleti italiani si presentarono alla manifestazione in tenuta azzurra.
Non mancarono gli episodi curiosi. La squadra di pallanuoto italiana, all'esordio, rinunciò a terminare la partita poiché la temperatura dell'acqua della piscina era troppo fredda. Inoltre, durante un'interminabile gara di tennis (14-12, 6-8, 5-7, 6-4, 6-4; la regola del tie-break non era stata ancora concepita) tra lo statunitense Lowe e il greco Zerlentis si assistette all'ammutinamento dei raccattapalle, troppo affamati per continuare.
Riguardo invece all'italiano Nedo Nadi allora 26 enne, otto anni prima, a Stoccolma, aveva vinto ancora minorenne la sua prima medaglia d’oro, nel fioretto individuale davanti al palermitano Pietro Speciale, di vent’anni più grande di lui. Nel mezzo era stato intanto ufficiale di cavalleria e aveva combattuto nella Grande Guerra. Ma la forzata interruzione agonistica non indebolì la classe del figlio di Beppe Nadi, pompiere, fondatore del Circolo Fides a Livorno e inflessibile istruttore dei suoi due straordinari ragazzi. Quella belga sarà infatti l’Olimpiade dei Nadi. Nedo vinse cinque medaglie d’oro, il fratello minore Aldo tre d’oro e una d’argento, quella di sciabola individuale, secondo proprio alle spalle di Nedo. Loro due insieme, otto ori: quasi come la Francia in tutti gli sport (furono nove i successi complessivi per i transalpini).
Ad Anversa Nedo Nadi vinse dunque cinque delle sei medaglie d’oro in palio nella scherma, tra gare individuali e a squadre, considerando che le schermitrici parteciparono per la prima volta solo nell’edizione del 1924. Fu il leader delle tre gare a squadre vinte dall’Italia (fioretto, spada e sciabola) e vinse nella sciabola e nel fioretto individuali.
Nel fioretto individuale, Nadi arrivò, con 10 vittorie su 11, primo nel girone finale davanti al grande francese Philippe Cattiau, vincitore di otto medaglie in cinque Olimpiadi e di nove medaglie mondiali. Nel fioretto a squadre, l’Italia giunse davanti agli eterni rivali francesi, vincendo lo scontro diretto per 9-7 e schierando un vero e proprio squadrone.
Curiosità degna di nota in questa edizione Olimpica fu anche la storia del Canadese Earl Thompson, primo classificato nei 110 ostacoli con 14"8, nuovo primato del mondo. La stranezza risiede nel fatto che, la sera prima, il ragazzo si era ubriacato al punto che, quando si presentò ai blocchi di partenza, era ancora in preda ai fumi dell'alcool. Il suo tempo resterà il migliore per 8 anni.
Fra le tante medaglie che invece l'Italia conquistò ad Anversa ‒ 13 ori, 5 argenti, altrettanti bronzi, una delle vittorie più belle da raccontare è di certo quella dell'equitazione, dove buoni piazzamenti erano attesi fin dai risultati dei Giochi Interalleati. Nella gara di salto a ostacoli (variamente chiamata GP delle Nazioni, show jumping, salto a ostacoli), 12 barriere su 1000 m, ci fu addirittura una doppietta azzurra: il tenente Tommaso Lequio di Assaba, sul baio irlandese Trebecco (sua scelta felice anche per il successivo argento a Parigi 1924), fu affiancato sul podio dal maggiore Alessandro Valerio, sul baio mantovano Cento. Lequio poi diventò generale e guidò la Federazione italiana sport equestri dal 1960 fino alla sua morte, avvenuta nel 1965.
Riguardo invece alla squadra statunitense si rivelò ancora una volta la migliore, collezionando 41 ori e 95 medaglie complessive, ma ottima figura fecero anche diverse nazioni del Nord Europa, come la Svezia, la Finlandia e la Norvegia. In particolar modo furono i finlandesi a imporsi come grandi rivali degli americani nell’atletica leggera, conquistando la bellezza di 9 medaglie d’oro. Dopo i tre allori di Stoccolman, Hannes Kolehmainen vinse nella maratona; ma, soprattutto, esplose la stella di Paavo Nurmi, il “finlandese volante”, uno dei più grandi atleti di ogni epoca. Il 23enne di Turku vinse in Belgio le prime 3 delle 9 medaglie d’oro della sua carriera olimpica, imponendosi nei 10.000 metri, nel cross individuale e nel cross a squadre, e conquistando anche l’argento nei 5000 metri.
Da ricordare anche in queste Olimpiadi Aileen Riggin, nuotatrice e tuffatrice statunitense che morì a 96 anni nell'ottobre 2002, dopo aver detenuto a lungo il primato di longevità fra le olimpioniche.
Ad Anversa andò anche quasi per scommessa, uno scricciolo alto 1,37 m e del peso di soli 32 kg, che aveva da poco compiuto 14 anni. Nata a Newport, Rhode Island, aveva viaggiato molto con il padre, ufficiale pagatore in Marina, e aveva imparato a nuotare nella baia di Manila, nelle Filippine, e a tuffarsi a Long Island. Con lei in squadra c'era Helen Wainwright, di pochi giorni più grande, che l'aveva preceduta ai Trials. I dirigenti non volevano due ragazzine così giovani, ma de Breda insistette e convinse tutti. Nei tuffi da 1 metro gareggiarono solo quattro ragazze americane. Riggin batté Wainwright e restò la più giovane vincitrice olimpica fino a quando a Berlino nel 1936 non conquistò l'oro un'altra teenager americana, Marjorie Gestring, tre mesi prima di compiere 14 anni. A Parigi 1924 Riggin ottenne un bronzo nei 100 m dorso.
Vedere anche
Fonti
- https://it.wikipedia.org/wiki/Giochi_della_VII_Olimpiade
- http://www.treccani.it/enciclopedia/olimpiadi-estive-anversa-1920_(Enciclopedia-dello-Sport)/
- http://olimpiadi.corriere.it/2012/info/storia/1920.shtml
- https://sport660.wordpress.com/tag/olimpiadi-anversa-1920/
- http://www.nonsolofitness.it/olimpiadi/storia-dei-giochi/olimpiadi-di-anversa-1920.html