Galiazzo marco

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GALIAZZO MARCO

Campione olimpico che ha vinto l’oro ad Atene nel 2004


L'arciere italiano Marco Galiazzo nasce a Padova il giorno 7 maggio 1983. Con la sua medaglia d'oro alle Olimpiadi di Atene 2004 è diventato il primo italiano campione olimpico nella storia del tiro con l'arco nazionale. Ha iniziato intorno ai 10 anni a esercitarsi a tirare quando i suoi genitori gli hanno regalato un vero arco con le frecce perché erano stufi di vederlo in giardino tutto solo a setacciare rami per costruire degli archi di fortuna. Da quel giorno non ha più lasciato l’arco, da quell'inatteso e gradito regalo, la sua vita e quella dell'arco sono un tutt'uno. Di buon mattino, inizia una preparazione meticolosa e si allena per 3-4 ore al giorno. A volte anche 6 ore. Marco Galiazzo definisce l'arco, il suo principale strumento di lavoro e vita e lo tratta come se fosse un violino. Vorrebbe sempre allenarsi vicino casa infatti si allena per affinare il suo occhio infallibile e renderlo capace di centrare un bersaglio da 70m a Ponte San Nicola, un pugno sparso di poche case, immerso nella campagna veneta, a quattro chilometri da Padova. È qui che, si destreggia con l'arco, tra campi i di grano, in mezzo alle balle di fieno, è legato alla natura, al suo territorio e al suo accento veneto che lo ritiene un marchio di fabbrica. «L'arco è tutta una questione di fortuna, dipende dal vento che può soffiare a favore o contrario». Parole e musica di Marco Galiazzo.

La sua prima vittoria fu ai Giochi della gioventù, a 14 anni. A sedici fu convocato per la prima volta in Nazionale Italiana di Tiro con L’Arco. La sua prima società è stata la Compagnia Arcieri Padovani con la quale ha conquistato la medaglia olimpica, mentre attualmente fa parte della società A.S.D. arcieri Rio. Arruolatosi il 3 febbraio 2006 nell'Aeronautica Militare fa parte del Centro Sportivo dell'Aeronautica Militare. Ha nel suo curriculum un secondo posto ai mondiali juniores indoor del 2001 e un primo posto ai campionati europei del 2004. È il più giovane campione olimpico in carica della sua specialità, ma lo nasconde con una apparente banalità: infatti è la sua semplicità che lo ha reso così popolare. Marco Galiazzo ha fatto fuori un avversario dopo l’altro facendo appassionare tutti gli italiani che seguivano per televisione i vari avvenimenti. Il 19 agosto 2004 giorno della finale tenutasi a Panathinaiko Stadium arena dove si tenne la prima Olimpiade dell’ era moderna nel 1896. Galiazzo nella gara maschile individuale supera il giapponese Hiroshi Yamamoto, in un'appassionante gara al limite della concentrazione. Una bellissima medaglia d'oro per lui e per l'Italia intera. Dopo alcuni insuccessi italiani fin lì visti ai Giochi, la medaglia di Galiazzo arriva inattesa, anche per lui stesso, e quindi ancor più bella, lo sconosciuto allora ventunenne atleta padovano dava l'impressione di essere capitato per caso sul gradino più alto del podio. Umiltà e successo. Un binomio non così frequente in un mondo, quello dello sport, sempre più condizionato dalle regole dello show business.

Nella circostanza c'è da riportare anche la grande delusione giapponese; La Gazzetta dello Sport scriveva: "Galiazzo colpisce al cuore un'intera nazione, il Giappone, accorsa con decine di inviati, fotografi e cameraman per celebrare la gloria di Hiroshi Yamamoto, a caccia dell'oro - a 41 anni - cinque lustri dopo il bronzo di Los Angeles. Niente da fare, l'inno lo fa suonare il ragazzone 21enne di Padova (90 kg di peso forma su 182 cm di altezza), un pezzo di ghiaccio con occhiali da vista (solo una diottria di deficit, però) nascosto insieme alle proprie emozioni sotto un cappellino calcato sulla testa come un elmo." Tornato in patria Marco viene nominato Commendatore, con Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal presidente Ciampi. Dopo la conquista dell'oro di Atene entra a far parte della società A.S.D. Arcieri Rio. A gennaio conquista il primo posto ai Campionati italiani di Reggio Emilia. A marzo ribadisce a tutti di essere in forma vincendo il titolo di Campione Europeo Indoor, agli XI Campionati Europei e del Mediterraneo, che si sono disputati a Torino. Il suo grande obbiettivo erano le Olimpiadi di Pechino 2008, ma prima il 18 aprile 2008 a Parenzo, in Croazia durante la seconda tappa della Meteksan World Cup, stabilisce il nuovo record italiano a squadre insieme a Mauro Nespoli e Ilario Di Buò. L'11 agosto dello stesso anno, insieme a Mauro Nespoli e Ilario Di Buò, nella prova a squadre vinse l'argento a Pechino 2008, perdendo in finale contro la Sud Corea. Due giorni dopo però nelle qualificazioni del singolo non riescì ad accedere alle finali, sconfitto 110 a 109 dall'inglese Alan Wills, perdendo così la possibilità di confermare l'oro olimpico conquistato quattro anni prima. A parte Pechino, Marco Galiazzo ha un occhio rivolto al suo futuro e dichiara di Voler un giorno poter insegnare questo sport ai bambini, esattamente come ha fatto suo padre con lui. Suo padre pur di stare con lui, lo segue dal 1999 come allenatore. Lui è un vulcano, mentre Marco Galiazzo non parla quasi mai, dicono che è per questo che si capiscono al volo. Ha quasi sempre il cappello da pescatore, quello che gli ha nascosto gli occhi ad Atene, si prepara nella postazione alla la linea di tiro, prende bene la mira e riesce a far quasi centro, e batte il suo avversario, ma non sempre è cosi poiché il tiro con l’arco richiede grande concentrazione e sono tanti i fattori che influiscono sulla buona riuscita di un tiro. Marco Galiazzo è un grande atleta che ci ha regalato delle belle sensazioni, per cui non possiamo che fare il tifo per lui alle prossime olimpiadi e augurargli buona fortuna!