Fiorillo Mario

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                                             FIORILLO MARIO

Mario Fiorillo, in nazionale di pallanuoto maschile dell’Italia, napoletano, ha partecipato a tre Olimpiadi, allenato da Rudic ha vinto a Barcellona nel 1992. Con il suo club, il Posillipo, ha conquistato sette scudetti, ha allacciato la calottina azzurra per 452 volte. E’ cresciuto nel Vivaio del Posillipo dove ha seguito tutta la trafila dalle giovanili fino all’esordio in serie A che è avvenuta nel 1979. Si mise in mostra e venne chiamato dall’allora CT Lonzi in Nazionale e vi è rimasto ininterrotamente fino al 1994, dopo i Mondiali di Roma. Nel 1983 è stato terzo in Coppa Fina e alle Olimpiadi di Los Angeles, nel 1984 è stato settimo. Argento ai Mondiali di Madrid nel 1986, è stato bronzo agli Europei di Strasburgo. Nel 1988 dopo aver vinto il Campionato per il Posillipo si trasferì a Pescara dove rimase sino al Campionato del 1990 (7° Olimpiadi 1988 di Seoul, 3° Campionati Europei 1989 di Bonn, 2° alla Coppa del Mondo Fina 1989 di Berlino, vincitore nel 1989 della Coppa delle Coppe e della Coppa Italia) Nel 1991 ritornò al Posillipo. In quell’anno fu 6° ai Mondiali ed agli Europei, vinse i giochi del Mediterraneo di Atene, nel 1992 l’alloro olimpico. Nel 1993 stagione d’oro: si è affermato agli Europei di Sheffield, ai Mediterranei di Francia e si è aggiudicato la Coppa Fina. Nel 1994 toccò ai Mondiali, battendo in finale a Roma la Spagna. In campo nazionale si è aggiudicato sei scudetti, nel 1985, nel 1986, nel 1988 e nel 1993-1996. La Coppa delle Coppe nel 1987 e la Coppa Campioni nel 1997. E’ rimasto nell’ambiente come direttore sportivo della Roma.

La Nazionale di pallanuoto maschile dell’Italia è la squdra di pallanuoto che rappresenta l’Italia nelle competizioni internazionali; è posta sotto la giurisdizione della Federazione Italiana Nuoto. E’ conosciuta anche con il soprannome di Settebello. La fama del Settebello comincia durante le Olimpiadi di Londra del 1948 dove gli italiani della pallanuoto, laureatisi campioni d’Europa l’anno prima, conquistano il primo oro olimpico. Secondo Mario Fiorillo per vincere un’Olimpiade l’ingrediente in più è la forza mentale, la capacità di gestire i momenti difficili che prima o poi capitano in un torneo così stressante. Da un’intervista rilasciata ad un quotidiano Mario Fiorillo così parla della nazionale di pallanuoto e del suo allenatore“..Non si deve mai cedere alla tensione, vince chi ha i nervi saldi e riesce a mantenersi freddo nelle situazioni più calde. Noi fallimmo all’Olimpiade di Seoul nel 1988 perché nei frangenti cruciali non c’eravamo con la testa.. La squadra di Rudik mi piace come gruppo e come individualità. E’ una formazione equilibrata, non vedo lati deboli. Conoscendolo, Rudic cura particolarmente la preparazione fisica e tecnica. L’arma in più dell’Italia: da un lato la meticolosità con cui Rudic prepara la squadra, dall’altro il carisma.” Il 1980 segnò un debutto importante nel nostro Settebello. Il talento di Mario Fiorillo, promettente ragazzino di un circolo napoletano, il CN Posillipo, colpì il CT Gianni Lonzi, ma non fu aggregato alla spedizione olimpica che andò a Mosca. Giochi passati alla storia grazie al boicottaggio degli Stati Uniti che non vi presero parte. “…Modesta Olimpiade, giungemmo solo ottavi. La serie nera del nostro Settebello si chiuderà nel 1988 a Seoul. Infatti, come nelle due edizioni precedenti non superammo neppure il girone eliminatorio..” Anni novanta nuovo valzer sulla panchina azzurra: lascia Dennerlein, arriva Rudic. Scelta vincente della Federnuoto, ma non deve essere assolutamente sottovalutata la svolta che Fritz Dennelein ha dato alla pallanuoto mondiale. Fritz non ha inventato soltanto la zona, gli schemi, ma ha pure e, soprattutto, valorizzato la fantasia di talenti naturali tra cui quello di Mario Fiorillo, che il suo successore Rudic sfrutterà fino in fondo. L’unica sfortuna di Dennerlein fu quella di trovarsi di fronte a squadre stellari come la Jugoslavia e l’Unione Sovietica Russia che di lì a poco si disintegreranno, facilitando la cavalcata azzurra in tutte le manifestazioni, Giochi, Europei, Mondiali. Premessa necessaria per presentare i Giochi del 1992, storico anno per l’Italia. Dodici le squadre al nastro di partenza a Barcellona, divise in due gironi. Esordio tranquillo con l’Ungheria, quindi una vittoria senza patemi con l’Olanda, poi ancora una vittoria, questa volta sofferta, con Cuba, il pareggio con la Spagna e la vittoria sulla Grecia. Italia imbattuta in semifinale. Qui si toccò la CSI, ossia quello che restava della Russia divisa. …”Fu battaglia, vincemmo 9-8, ma dimostrammo di essere squdra di carattere e di sapere superare i momenti difficili. Per tre volte andammo sotto di due reti, per tre volte recuperammo. Nel quarto tempo andammo ancora sotto: ci volle una prodezza di Campagna, che prima pareggiò, poi trasformò il rigore concesso a due minuti dal termine. Vincemmo 9-8 grazie alla caparbietà di Mario Fiorillo, capitano della squadra, all’audacia di Sandro Campagna. Eravamo in finale. Settebello, mai appellativo tanto apropriato a quella squadra che conquistò il terzo olimpico. La squdra era così formata: Francesco Attolico, Gianni Averaimo, Alessandro Bovo, Paolo Calderella, Alessandro Campagna, Marco d’Altrui, Massimiliano Ferretti, Mario Fiorillo, Ferdinando Gandolfi, Amedeo Pomilio, Francesco Porzio, Giuseppe Porzio e Carlo Silipo.” L’era Rudic proseguì tra medaglie e rivoluzioni.