MANCINI ROBERTO.

Da Wikisport.
Jump to navigation Jump to search

È considerato tra i più grandi numeri dieci di tutti i tempi. Ha giocato come seconda punta, prima punta, dietro le punte e, come nelle ultime stagioni italiane, come centrocampista puro. La classe cristallina, una non comune visione di gioco oltre che 20 anni da protagonista assoluto della serie A, lo collocano tra gli indimenticabili del nostro calcio. E’ stato un fuoriclasse il che significa avere calcio dentro, pensarlo in modo categorico e personale, avere la capacità di vederlo dove gli altri vedono solo spazi vuoti. Attaccante di fantasia, dotato di una buona tecnica che gli consentiva belle giocate sia come uomo-assist che come realizzatore, è sempre stato un leader carismatico in campo: per la sua influenza sui compagni, per la sua personalità nei confronti degli avversari e per il suo rapporto con gli arbitri.
Roberto Mancini nasce a Jesi (Ancona) il 27 novembre 1964. La sua carriera inizia nel settore giovanile del Bologna dove gli viene naturale collocarsi fra centrocampisti ed attaccanti. Per tutta la trafila fino agli allievi gioca nel ruolo del trequartista. Un ruolo che reputa stupendo perché gli permetteva di essere sempre nel vivo del gioco, iniziare l’azione, mandare in gol gli altri o andare a rete direttamente. Esordisce in Serie A nelle file del Bologna il 12 settembre 1981, all'età di 16 anni. Durante il suo primo campionato di serie A mette a segno sorprendentemente 9 gol, nonostante la squadra retrocede in Serie B per la prima volta nella sua storia. L'anno successivo, per una grande intuizione del presidente Paolo Mantovani, si trasferisce alla Sampdoria che lo paga 4 miliardi di lire cifra importante per quel periodo, dove resterà fino al 1997. Nella Sampdoria forma una delle coppie d'attacco più valide d'Italia in quegli anni, insieme al compagno Gianluca Vialli (i due venivano chiamati "I gemelli del gol"). A Genova vince uno scudetto nel 1991, 4 Coppe Italia (1985, 1988, 1989 e 1994), 1 Super coppa di Lega (grazie a una sua rete) ed una Coppa delle Coppe, nel 1990 Roberto Mancini disputa, per l'unica volta nella sua carriera di calciatore, la finale di Coppa dei Campioni. La Sampdoria viene sconfitta ai tempi supplementari dal Barcellona. Nel 1997 per via di un non facile rapporto con l'allora presidente blucerchiato Enrico Mantovani passa alla Lazio. L'arrivo di Mancini, insieme all’allenatore svedese Eriksson, coincide con l'apertura di un ciclo di vittorie per la squadra del presidente Sergio Cragnotti. Con la Lazio vince lo scudetto nel 1999-2000 (stagione in cui il club compie 100 anni), l'ultima edizione della Coppa delle Coppe (1999), una Super coppa europea battendo i Campioni d'Europa del Manchester United (1999), due Coppe Italia (1998 e 2000) e una Super coppa di Lega (1998). Nonostante i successi a livello di club, Roberto Mancini non è mai riuscito a sfondare in Nazionale: i rapporti con allenatori e stampa, fra l'altro, sono sempre stati poco sereni (emblematica la sua rabbia rivolta alla tribuna stampa, polemica nei suoi confronti, dopo aver segnato un gol alla Germania negli Europei del 1988). In Nazionale ha collezionato 36 presenze e 4 gol. Quanto fosse difficile da gestire il giovane Mancini lo capì subito anche Bearzot. Che, dopo averlo preso in considerazione per i Mondiali dell'82 (Mancio faceva parte della rosa dei quaranta), lo fece esordire durante la tournée americana del maggio 1984. Un tempo contro il Canada, un tempo contro gli Stati Uniti, a New York. La sera, Mancini, con Tardelli e Gentile, abbandona il ritiro per tuffarsi nella Grande Mela. In merito a questo episodio Mancini dichiara “Andammo allo Studio 54 e in altri locali alla moda. Avevo vent'anni e vedevo l'America per la prima volta. Il giorno dopo saremmo tornati a casa e insomma pensai che un giro per il centro non avrebbe fatto male a nessuno. Ma Bearzot non la prese altrettanto bene: ero l'ultimo arrivato e forse da me si aspettava il rispetto delle regole più elementari. Il giorno dopo mi fece una scenata e se ne andò con queste parole: "Tu con me hai chiuso ". Testuale. Fu proprio così: non mi richiamò mai più in Nazionale. Con una telefonata magari avrei sistemato tutto, ma allora mi rodeva il pensiero di essere stato l'unico a pagare». Mancini giocherà la sua terza partita in Nazionale solo nel 1986 quando Vicini prenderà il posto di Bearzot. Nel frattempo si era guadagnato il ritorno in azzurro guidando la fantastica Under 21 di Azeglio in un sontuoso campionato europeo chiuso a un passo dal trionfo. Disputa la sua ultima partita (541 presenze tutte in serie A) contro la Reggina proprio nel giorno del secondo scudetto biancoceleste il 14 maggio 2000 un suo compagno di squadra lo porta a spalla sotto la curva Nord per celebrarne l’addio al calcio giocato. La carriera di allenatore inizia nel 2000 come vice di Sven Göran Eriksson alla Lazio. Nel gennaio 2001 firma però un contratto di prova per un mese con il Leicester City (Inghilterra), dove partecipa come giocatore a 5 partite. Roberto Mancini è sempre stato un numero dieci, prima in campo e adesso in panchina. Per Boskov ed Eriksson, con i quali ha vinto due scudetti, era un inimitabile fuoriclasse e un allenatore in seconda. La sua carriera da “primo” inizia a Firenze, dove, nel febbraio 2001 viene ingaggiato dalla Fiorentina a stagione in corso. L'ingaggio suscita molte polemiche tra gli addetti ai lavori perché Mancini non è ancora in possesso del patentino di allenatore necessario per allenare in Serie A. Con la Fiorentina vince subito una Coppa Italia. Nel gennaio del 2002, dopo 17 partite, si dimette da allenatore della Fiorentina (che poi retrocederà e fallirà) dopo che alcuni tifosi viola lo minacciano accusandolo di scarso impegno. Nel 2002/2003 torna alla Lazio dove ottiene buoni risultati, vince la Coppa Italia nella stagione 2003/2004, ma viene eliminato dalla coppa Uefa in semifinale dal Porto di José Mourinho, che alla fine dell'anno vincerà la competizione. Nell'estate 2004 lascia il club capitolino per approdare all'Inter di Massimo Moratti. Con i nerazzurri vince due volte la Coppa Italia, due volte la Supercoppa Italiana, due scudetti ( uno assegnato all’Inter inseguito alle vicende connesse a “Calciopoli”). Al termine della stagione 2008 lascia l’Inter, al suo posto subentra il tecnico portoghese José Mourinho. In carriera Roberto Mancini ha vinto 10 volte la Coppa Italia - 4 volte da allenatore e 6 volte da calciatore - stabilendo un primato. Con le sue 120 presenze è anche il giocatore con più presenze in assoluto nella competizione. Alla fine del 2009 firma un contratto triennale con la squadra inglese del Manchester City, che lo ingaggia per sostituire l'esonerato Mark Hughes. Durante l'anno precedente il ventenne figlio Filippo Mancini aveva giocato nel Manchester City, ceduto in prestito dalle giovanili dell'Inter. Nel mese di maggio, all'ultima giornata, Roberto Mancini porta il Manchester City a vincere la Premier League inglese. Nel mese di novembre l'Inter del nuovo presidente Thohir esonera Walter Mazzarri e chiama Roberto Mancini in sua sostituzione. Bibliografia e sitografia www.storiedicalcio.org www.lagazzettadellosport “This is football, Roberto Mancini" - di Alberto Dalla Palma e Paolo Franci - Aliberti Editore www.wikipedia.org www.tiscali.it www.treccani.it tesi di fine studio del Corso Master 2000/2001 per l’abilitazione ad allenatore professionista