FAGONE ORAZIO

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SHORT-TRACK: Lo short-track è un tipo di pattinaggio su ghiaccio basato sulla velocità. In questo tipo di gare un certo numero di pattinatori (almeno 4) pattinano contemporaneamente su una pista breve delle dimensioni di un campo da hockey. In questo sport non contano i tempi ottenuti in gara (come nel pattinaggio di velocità su pista lunga), bensì la vittoria. La tipologia di gara è simile a quella usata nelle distanze corte dell’atletica, prevede una divisione in batterie degli atleti. Gli atleti di ogni batteria corrono la relativa distanza e i primi a tagliare la linea del traguardo passano al turno successivo fino ad arrivare alla finale con la quale si deciderà la classifica finale.

Le gare sono suddivise in individuali e staffetta: maschili e femminili. 

Lo short-track trova riconoscimento ufficiale da parte della federazione nel 1978 ma bisogna attendere le Olimpiadi di Albertville del 1992 per trovare lo short-track tra le discipline olimpiche. Nel 1994 durante i giochi olimpici di Lillehammer, la squadra italiana di short-track ha ottenuto i primi successi vincendo i 5.000 m staffetta: Hugo Herrhnof, Orazio Fagone, Mirko Vuillermin, Maurizio Camino, un affiatato gruppo di atleti che si erano allenati proprio a Torino, sono stati così i primi italiani ad aggiudicarsi il gradino più alto del podio nella specialità.


ORAZIO FAGONE <<La maledizione dello short-track >> Orazio Fagone nato a Catania il 13 novembre del 1968. All’età di 1 anno si trasferì con i genitori a Torino, dove iniziò a praticare all’età di 4 anni il pattinaggio a rotelle e successivamente, a 12 anni, lo short-track. Dal 1987 è stato titolare fisso della nazionale azzurra, dove ha vinto la medaglia d’argento alle Olimpiadi dimostrative di Calgary (1988) e l’oro a quelle ufficiali di Lillehammer, più molte altre medaglie ai campionati mondiali.

La sua carriera nello short-track è stata stroncata il 30 maggio del 1997 da un grave incidente motociclistico, nel quale ha perso l’uso delle gambe. Pochi giorni dopo un altro incidente (sempre motociclistico) ha posto fine alla carriera dell’altro atleta italiano di short-track Mirko Vuillermin.  

Dopo l’incidente e la riabilitazione, si è dedicato allo sport per disabili, prima nel curling in carrozzina e successivamente nell’hockey su slittino su ghiaccio (sledge hockey): attualmente gioca nelle squadre del Piemonte nel campionato italiano, e della nazionale italiana, con la quale ha disputato i Giochi Paralimpici di Torino 2006.



<< È una bella giornata di maggio, il 29 maggio 1997. Esco in moto per andare ad allenarmi. Dietro la curva trovo un camion militare, contromano. […] Mi infilo sotto con la moto, e lui mi passa sopra. Letteralmente. Nonostante il dolore resto lucido, cosciente. Ho male dentro, non fuori. Vedo le mie gambe aperte, con una mano reggo i muscoli spappolati. Capisco subito: carriera finita, addio short-track. […] Col telefonino chiamo il dirigente federale a Aosta. Arrivano i soccorsi e io urlo: lasciatemi morire! >>

Dal Corriere della Sera -(22 novembre 2004) 

L’hanno ripreso per i capelli, ha passato un anno in ospedale e poi ha scelto di rimettersi in piedi. E adesso è qui, Orazio Fagone, il catanese con il ghiaccio nel Dna, oro ai Giochi Olimpici di Lillehammer ’94 con la staffetta dello short track, la gamba sinistra totalmente rigida, la destra amputata, con una protesi. Niente è stato ordinario nei primi 36 anni di Orazio, emigrato a 1 anno a Torino per seguire il padre operaio della Fiat, a 14 anni già nella nazionale italiana di short-track, il pattinaggio veloce su pista corta specialità olimpica di Albertville ’92. << Avevo cominciato con le rotelle, ma il ghiaccio offriva di più: più trasferte, più gare, più opportunità di guadagno>>. Nel ’98 Orazio entra di nuovo in ospedale per togliere un chiodo nella gamba e intanto ricoverano la sua ex compagna con le doglie. L’operazione si complica, si sveglia in un lago di sangue. Sta per andarsene di nuovo ma poi, in anticipo, nasce Aaron. Orazio e Aaron hanno deciso di rimanere, l’uno per l’atro. La chiamano << La maledizione dello short-track >>. Orazio e Aaron, unendo le forze, l’hanno sconfitta. Un elenco impressionante di disgrazie. Mariarosa candido e Lori Vecelio, due giovani talenti dello short-track, morte sotto un tronco d’albero caduto da un camion durante la preparazione per le Olimpiade ’94. << Infatti, la festa per l’oro di Lillehammer fu una festa triste. La squadra, compatta, dedicò il trionfo alle ragazze >>. Ci fu poi il suicidio di Mario Mevio, medico della nazionale di pattinaggio di velocità, l’incidente in moto di Fagone e quello, un mese dopo, che ha stroncato la vita di Mirko V. Dopo l’incidente Orazio ha fatto il c.t. della nazionale di short-track. Ha lasciato un mese prima dell’Olimpiade 2002:<< In panchina soffrivo troppo. Ho ancora la testa da atleta, non da tecnico: senza incidente, Torino 2006 non me la toglieva nessuno! >>. Alla quale parteciperà. La nuova vita di Orazio è il curling. << Non c’è sforzo fisico ma ci sono strategia, adrenalina, tattica >>. Ai Giochi 2006 vorrei andare per vincere, non per partecipare. Sarebbe la chiusura di un cerchio.