Adelizzi Beatrice

Da Wikisport.
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Beatrice è nata l’ 11 novembre del1988, a Monza.
Abbraccia il mondo sportivo molto presto, ma al contrario di quanto si possa pensare non iniziò subito con il sincronizzato, ma con il nuoto. Poi, all’ età di 8 anni decise di cambiare dopo avere provato, così per curiosità, questa disciplina e non l’ ha più lascita: «Del sincronizzato mi è sempre piaciuto il lato artistico», spiega, «molto vicino alla danza, oltre al lavoro di ricerca personale e di perfezionamento dei movimenti. È uno sport che richiede tanta passione, determinazione e abnegazione. E' totalizzante; più dà, più richiede. »
Attualmente è iscritta alla facoltà di chimica, e per poter terminare gli studi, Beatrice ha deciso di lasciare il nuoto sincronizzato per dedicarsi maggiormente a quest’ altro obiettivo della sua vita.
Scelta sicuramente sofferta, specialmente dopo la sua medaglia di bronzo; ma nonostante ciò continua verso la sua scelta, consapevole prevalentemente del fatto che come ogni sport, considerato “minore” in Italia, non permette pur con dei successi di potersi mantenere, e quindi non vuole precludersi questa possibilità futura.

Lo sport…
Beatrice dimostra di essere una vera stakanovista.
Ritmi di allenamento impressionanti per un’atleta impegnata per ben 7 ore al giorno di allenamento che possono arrivare anche a 10 nei momenti di maggior impegno. Nuoto, esercizi di tecnica, allenamento, invenzione delle coreografie, ma anche danza classica e palestra, dal pilates ai pesi. Insomma una vita passata ad allenarsi: ma che risultato!!!
Non le interessa rivendicare la fatica, le ore passate in palestra per reggere le sei gare che ha in programma, «Per noi del sincro la sfida vera è reggere le ore di allenamento, una volta arrivate a gareggiare è discesa. Pensate che avevo 38 di febbre fino a qualche giorno fa» si riferisce ai giorni prima della gara di Roma 2009 « e l’ho archiviata. Figuratevi se mi faccio condizionare, non l’ho neanche sentita».
E’ proprio per la sua determinazione e forza di volontà, che spesso la portano anche a “lottare” per la scelta del brano da utilizzare nelle sue coreografie acquatiche; infatti Beatrice per la gara del singolo libero dove ha vinto la sua medaglia di bronzo, avrebbe preferito una colonna sonora diversa: «Everybody hurts» dei Rem!, per questo: «ho discusso sulla "Tosca", proprio non mi andava, » ma accetta di preparare l’esercizio sulla Tosca, «perché siamo in Italia, ci voleva un omaggio e poi è più semplice per i giudici, so che in realtà adesso devo ringraziare chi me l’ha imposta»; ma molto probabilmente anche dall’alto del podio i Rem le sembravano meglio! Come ogni atleta o comunque personaggio famosi, si ritrova ad essere sotto gli occhi della gente, ma con un piccolo particolare:
Con la divisa dell’Italia, la camminata elegante e le spalle larghe, la prendono sempre per una delle azzurre del nuoto. Adesso che ha un bronzo al collo ha una sola richiesta: «Sarebbe bello se smettessero di scambiarmi un po’ per chiunque, per carità è un onore, ma vorrei avere un nome anche io!».

...per quanto riguarda il nuoto sincronizzato?
Non si può parlare di questa atleta senza però fare un minimo di accenno al suo medagliere personale, elencando le vittorie che Beatrice ritiene le più significative ed importanti per la sua carriera

  • il terzo posto ai campionati italiani nel 2000 a Roma;
  • il mio primo singolo con la Nazionale juniores premiato con l'argento agli Europei di Osweicim nel 2004;
  • il settimo posto nel singolo tecnico ai Mondiali di Melbourne 2007
  • il settimo posto con Giulia Lapi alle Olimpiadi di Pechino 2008 con un esercizio che valeva un piazzamento migliore
  • e poi gli storici risultati dei Mondiali di Roma 09".

Come accennato in precedenza, Beatrice proprio in questi giorni ha deciso di lasciare la sua carriera agonistica per proseguire gli studi. Molto probabilmente non sarà un distacco completo da una delle passioni che più ama, infatti ha dichiarato:
«Mi piacerebbe contribuire ad accrescere il nuoto sincronizzato e collaborare con la mia società, il Nord Padania, magari costruendo percorsi alternativi, esercizi ancora mai visti».
Nonostante la scelta di Beatrice, che segnerà fortemente il sincro, il vero marchio che dovrà essere da stimolo per le altre atlete, è stata la sua dimostrazione che: pure avendo davanti la Russia, considerata la padrona della disciplina, e la Spagna, una nazione che ha investito nel sincronizzato, si può uscire dalla zona d’ombra.