SERGO ULDERICO

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Ulderico Sergo detto anche “Rico” nasce a Fiume nel 1913. Il pugile fiumano ottiene i maggiori successi tra i dilettanti, dove godeva di grandissimo rispetto e otteneva successi di eccezionale prestigio. Sergo era molto tecnico, velocissimo e quando partiva col suo destro la faccia dell’ avversario, che cercava di schivarsi, andava a fermarsi dritta sul suo pugno, che purtroppo non aveva potenza, ma era lo stesso importante, perché nella boxe contano i colpi.
Battersi nei professionisti era impresa ben diversa che contro i dilettanti, dove le riprese erano appena 3 contro le 12 di questa categoria, e per questo il pugile doveva avere resistenza e fiato. Sergo non prendeva molti pugni perché era molto bravo ad evitare i colpi degli avversari e con la sua grande velocità sopperiva alla mancanza di allungo, perché lui non era alto di statura. E anche a fiato non andava male: quel che bastava fino all’ultima ripresa. Esordisce nel 1929 con un pareggio con Cheller, seguono due vittorie ed una sconfitta. Nel 1930 ottiene tre successi ed un pari. Nel 1932 è campione d’Italia dilettanti e fa l’esordio in nazionale restando imbattuto in tutti gli incontri disputati. Nel 1934 sale di categoria, è nei piuma, e vince il titolo italiano dilettanti. Nel 1935 emigra negli Stati Uniti e si aggiudica il Guanto d’Oro, la più prestigiosa manifestazione dilettantistica mondiale, battendo in finale l’americano Brown. Alle Olimpiadi di Berlino del 1936 vinse la medaglia d’oro dei pesi gallo ottenendo tutte vittorie ai punti, superò l’ungherese Kubinyi, il belga Joseph Cornelis, lo svedese Stig Cederberg e, in finale, lo statunitense Jackie Wilson. Il trionfo della tecnica di Sergo è stato netto nella finale. Messo di fronte a Wilson, un pugile agilissimo, alto un metro e settantotto, in possesso di un destro veloce e secco. Prima della finale il pugile nord-americano era il favorito per la vittoria finale e stesso il suo allenatore era convinto di avere la vittoria in pugno. I tecnici italiani dal canto loro erano sicuri di aver individuato i punti deboli di Wilson e di poter, quindi, elaborare una strategia che avrebbe messo in luce i limiti dell’americano e che avrebbe portato Sergo alla vittoria. Uno dei “nei” tecnici del pugile nord-americano è di avere bisogno di trovare l’appoggio e perciò la misura col sinistro per poter partire col destro. L’altro è di non saper svolgere con le sue interminabili braccia nessun lavoro efficace in corpo a corpo. Sergo non ha mai dato, con sapienti spostamenti del tronco e delle gambe, il bersaglio al sinistro del negro e, passando sotto ad esso, è replicatamente entrato fulmineo nella guardia dell’avversario imponendogli la lotta a breve distanza. Così, il creduto imbattibile campione degli Stati Uniti si è trovato completamente disarmato. Vista inesorabilmente persa la partita, ha tentato di piazzare il suo destro di prima intenzione, ma le schivate dell’abilissimo fiumano hanno frustrato anche questo estremo tentativo. Nel 1937 a Milano conquista il titolo europeo dilettanti dei pesi gallo, va negli Stati Uniti e fa suo ancora il Guanto d’Oro. Nel 1938 è campione italiano dei gallo e nel 1939 a Dublino si riconferma campione europeo. Nel 1940 per la quarta volta vince il Guanto d’Oro, quindi passa professionista. L’attività per via della guerra è limitata. La bestia nera di Sergo era Gino Bondavalli, contro il quale combatte tre volte per il titolo italiano non riuscendo mai a vincere, infatti ottiene un pari e due sconfitte. Dal 1947 combatte poco e chiude la carriera nel 1952 con cinque vittorie e sei sconfitte. Si trasferisce negli Stati Uniti e muore in maniera incredibile, nel 1967, mangiando funghi da lui stesso raccolti che erano velenosi.