Louis Joe Barrow

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Joseph Louis nacque il 13 maggio 1914 a Lafayette, nelle zone rurali di Chambers County,in Alabama. Poco si conosce della sua infanzia. Nato in una povera famiglia di mezzadri, fu il settimo di otto figli. A 12 anni si trasferì con la sua famiglia a Detroit, nel Michigan, dove i Barrow speravano di trovare unJ lavoro più redditizio. Qui Joe frequentò la Bronson Vocational School per alcuni anni e scoprì la boxe. Iniziò la sua carriera pugilistica da dilettante a 17 anni come peso mediomassimo, debuttando con un tale Johnny Miller, che gli inflisse la sua prima sconfitta. In seguito Joe collezionò una notevole serie di vittorie, aggiudicandosi vari campionati sia nella sua città che a Chicago. Concluse la carriera da dilettante con 50 vittorie, di cui 43 per KO, e con solo 4 sconfitte. Il suo primo incontro da professionista avvenne il 4 luglio 1934 a Chicago contro Jack Kracken, il quale andò subito al tappeto al primo round. Nel 1937, sempre a Chicago, conquistò il titolo mondiale di campione dei pesi massimi contro James J. Braddock e lo conservò interrottamente, difendendolo per 12 anni: dal 22 giugno 1937 al primo marzo 1949. In questo periodo solamente 3 avversari riuscirono a resistere fino alla quindicesima ripresa e furono Tommy Farr, Arturo Godoy e Jersey Joe Walcot, mentre tutti gli altri che lo affrontarono andarono KO dopo pochi round. Per tutta la metà degli anni ’30 Louis dominò la categoria mettendo fuori combattimento, pugili del calibro di Max Baer, Primo Carnera,Tommy Farr, Bob Pastor, Billy Conn e Max Schmelling. Nel 1949 annunciò il suo ritiro, ma ritornò sul ring nel 1951 per far fronte a difficoltà economiche. Fu un errore, perché venne sconfitto varie volte. Fu battuto anche da Ezzard Charles e Rocky Marciano. Dopo questo incontro Joe Louis si ritirò definitivamente dall’attività agonistica e, considerato ancora un personaggio di fama mondiale, divenne uomo di relazioni per l’Hotel Caesar’s Palace di Las Vegas. Lavorò anche nello staff di Sonny Liston, che considerava il suo erede, e come agente di Cassius Clay. Cocaina ed eroina diventarono sue pericolose compagne di vita in questo periodo di crisi dovuto a grandi difficoltà economiche. Negli anni settanta Louis scoprì di essere ammalato: aveva una grave cardiopatia. Assistito da Rocky Marciano e Max Schmelling, che erano diventati suoi grandi amici, il 12 aprile 1981 morì per arresto cardiaco a Las Vegas a 66 anni. Grazie all’intervento del presidente Roland Reagan fu sepolto, con gli onori militari, nell’Arlington National Cemetery.


Joe Louis iniziò la sua carriera da pugile come peso mediomassimo affrontando, Johnny Miller e subendo una sconfitta. Più che un match si trattò di un autentico scandalo, poiché Miller era un dilettante esperto che rappresentò gli Stati Uniti all’Olimpiade di Los Angeles del ’32, mentre Louis era solo un giovane pugile all’esordio. Secondo una leggenda, prima dell’incontro, Louis, che sapeva a malapena leggere e scrivere firmò così grande che non ci fu posto per il suo cognome. Come risultato venne presentato con il nome di Joe Louis. Molto probabilmente Louis decise di omettere il suo cognome per tenere segreta la sua attività pugilistica alla madre. Dopo il primo disastroso incontro, Joe si riprese e terminò la sua carriera da dilettante con 50 vittorie delle quali 43 per KO, con solo 4 sconfitte. Le sbalorditive prestazioni da dilettante di Joe attirarono subito le attenzioni di tantissimi manager professionisti, poiché al suo fisico placido e apparentemente pigro, contrapponeva sul ring una grande velocità e una straordinaria potenza per cui fu soprannominato “Bombardiere Nero”. Era un pugile dotato stilisticamente e tecnicamente, con una box di attacco che quasi sempre riusciva a sgretolare le difese dell’avversario. Il suo talento gli permise di scalare le classifiche mondiali a dispetto del colore della pelle, un ostacolo ancora troppo grande per un afroamericano degli anni ’30. Aveva un viso senza espressione ed uno sguardo vuoto dove era difficile leggere emozioni. Ed era quel suo sguardo che atterriva gli avversari già al primo incrociarsi dei guantoni. Nel luglio del ’34 approdò nel professionismo. Precisamente il 4 luglio 1934 disputò il suo primo combattimento come peso massimo contro Jack Kracken, al Bacon Casino del sud di Chicago, dove terminò subito la contesa con un KO al primo round, lasciando i commentatori esterrefatti per la forza che era in grado di esprimere sul ring. Solo in quell’anno disputò 12 incontri, vincendoli tutti e portandone al termine 10 per KO. Il 19 giugno del 1936 subì la sua prima sconfitta professionale dal pugile tedesco Max Schmelling, ex campione del mondo dei pesi massimi, molto stimato da Adolf Hitler, con un KO dopo 12 riprese. Nel 1937 Louis ebbe finalmente la possibilità di rifarsi dalla pesante sconfitta dell’anno precedente e di battersi per il titolo. Non accadeva dai tempi di Jack Johnson che un pugile nero si battesse per il titolo, precisamente dal 1915.A Chicago, conquistò il titolo mondiale di campione dei pesi massimi contro James J. Braddock e lo conservò interrottamente, difendendolo 27 volte per 12 anni (record ancora oggi rimasto imbattuto nella categoria dei pesi massimi). Da questi dati sbalorditivi inizia la sua inarrestabile ascesa che lo porterà a diventare uno dei più celebri pugili di tutti i tempi. Per tutta la metà degli anni ’30 Louis dominò la categoria mettendo fuori combattimento pugili di calibro mondiale. Sempre nello stesso periodo affrontò di nuovo Max Schmelling allo Yankee Stadium di New York, nel “match del secolo”, incontro molto atteso in tutto il mondo. Appena suonò il gong il primo destro di Louis fratturò una delle costole del pugile tedesco e il secondo colpo, un sinistro devastante, lo mise al tappeto. Lo scontro durò solo 2 minuti e 4 secondi. La furia di Joe si abbatté su Schmelling che rappresentava l’ultima barriera tra lui e la gloria. Da quel momento fu eletto “Fighter of the Year” (pugile dell’anno) dalla rivista americana Ring Magazine per ben 4 anni. La rivista lo nominò anche al primo posto nella propria classifica dei 100 migliori puncher di tutti i tempi e nel 1935 fu premiato come atleta maschile dell’anno dall’Associated Press. Nel 1949 annunciò ufficialmente il suo ritiro e di conseguenza dovette rinunciare anche al titolo. Ritornò sul ring nel 1951 per rimediare a difficoltà economiche a cui era andato incontro dopo il suo ritiro, ma fu un errore perché venne sconfitto varie volte. Tra queste sconfitte le più devastanti furono quelle con Ezzard Charles e Rocky Marciano. Proprio quest’ultimo gli inflisse una pesantissima sconfitta, al Madison Square Garden, dove venne messo al tappeto all’ottava ripresa con un potente montante seguito da un altrettanto potentissimo gancio. Tuttavia Louis fu sempre l’idolo di Marciano e dopo l’incontro nacque tra i due una sincera amicizia che portò Rocky ad aiutare il vecchio campione caduto in disgrazia. Problemi con il fisco, ma, soprattutto problemi con la droga, lo portarono al declino totale, tant’è che nel 1981 venne colpito da un infarto che lo uccise.


Joe Louis è stato uno dei più popolari e prestigiosi campioni della storia della box mondiale. Soprannominato anche “Brown Bomber” e “The People’s Champ”, si costruì un’ottima reputazione come sportivo onesto, corretto e diligente in un periodo in cui regnava nello sport il gioco d’azzardo, contribuendo a rendere la boxe una disciplina popolare. Considerato il primo afroamericano ad aver ottenuto lo status di eroe nazionale, nel 1954 è stato introdotto nella Ring Magazine Boxing Hall of Fame e nel 1990 nell’International Boxing Hall of Fame . Nel 1982 gli fu conferita la medaglia d’oro del Congresso e nel 2005 è stato nominato il miglior peso massimo di ogni epoca dalla International Boxing Research Organaization. Riconosciuto anche come uno dei più grandi pugili di ogni tempo, è stato il primo pugile dell’epoca moderna e un peso massimo che ha anticipato i tempi. Il suo stile, l’intelligente preparazione del corpo e la rapida esecuzione dei colpi, gli avrebbero permesso di reggere e vincere il confronto anche con i campioni di oggi.

Grande interesse ha suscitato in me la vita di quest’importante sportivo a livello mondiale. Mi ha colpito la doppia personalità di Joe Louis : pugile imbattibile, forte, potente, rapido e devastante nell’azione, dotato di tecnica sopraffina e, nel contempo, uomo, che cresciuto in un ambiente e in un periodo storico dove forti erano la discriminazione razziale e l’intolleranza, con onestà e impegno era riuscito a conquistare un posto di prestigio non solo nello sport, ma, che , alla fine, fu sconfitto innanzitutto dalle proprie debolezze. Rimane nell’immaginario di tutti un vero campione, uno dei pugili più forti, uno dei protagonisti della storia dello sport, in grado di incidere in profondità come pochissimi altri, nella cultura e nella società del suo tempo. La sua storia mi ha colpito molto perché ha dovuto combattere prima contro un’America fortemente razzista per farsi strada e, poi, contro grandi campioni, per diventare, infine, il migliore. Per tutto quello che ha vinto e per come si è affermato, partendo da condizioni miserabili, io lo reputo un grandissimo atleta.

SITOGRAFIA

CARRIERA DA DILETTANTE

1932 Inizio carriera vs Johnny Miller 1933 Vince il campionato novizio Golden Gloves 1934 Vince il torneo AAU di St. Louis Record da dilettante: 50 vittorie(43 per ko), 4 sconfitte

CARRIERA DA PROFESSIONISTA

1934 4 luglio Debutto nel circolo dei pesi massimi vs Jack Kracken 1936 9 giugno Subisce la prima sconfitta da professionista vs Max Schmelling 1937 22 giugno Diventa campione del mondo vs James J. Braddock 1938 22 giugno “Match del secolo“ vs Max Schmelling 1949 Si ritira e di conseguenza perde anche il titolo di campione 1951 Ritorna sul ring per far fronte a varie disgrazie 1951 26 ottobre Sconfitta per ko vs Rocky Marciano 69 incontri totali da professionista:66 vinti(52 per ko);3 persi(2 per ko); 0 pareggi 1935 Premiato come atleta maschile dell’anno dall’Associated Press 1936,1938,1939,1941 Eletto Fighter of the Year dalla rivista Ring Magazine 1982 Gli fu conferita la medaglia d’oro del Congresso 1990 Riconosciuto come pugile più grande di ogni tempo dall’International Boxing Hall of Fame 2005 Nominato miglior peso massimo di ogni epoca dalla International Boxing Research Organization