Armstrong Lance

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Lance Armstrong è uno dei personaggi sportivi più in vista della storia del ciclismo.
Oltre ad essere un grandissimo atleta, forse il più grande, la caratteristica che rende “LE ROY AMERICAN” (come viene chiamato in Francia) unico ed inimitabile è la sua enorme forza d’animo ed il suo coraggio, frutto di una tremenda malattia che stava per stroncarlo ancor prima di spiccare il volo.
Lance Armstrong nasce a Plano nello stato del Texas , inizia la sua carriera all’età di 13 anni in uno degli sport più massacranti, il TRIATHLON.
All’età di 16 anni decide di diventare un professionista e, conclusi gli studi, inizia la carriera sulle due ruote. Gareggia nelle categorie dilettanti: gli sforzi e i risultati portano Lance a qualificarsi per i campionati mondiali juniores di Mosca 1989. Nel 1991 vince il campionato nazionale dilettanti e subito dopo passa nei professionisti.
Nel 1993 vince la medaglia d’oro ai mondiali di Oslo nella corsa in linea.
Non trascorre molto tempo e Lance vince il campionato nazionale professionisti. La sua stella brilla anche a livello internazionale: vince qualche tappa al Tour de France e diverse vittorie al Tour du Pont. In breve raggiunge la cima delle graduatorie mondiali. Nel 1996 è lui il numero uno: guida la squadra ciclistica ai giochi olimpici di Atlanta.
La sua carriera, e soprattutto la sua vita, vengono messe a dura prova nel 1996 quando gli viene diagnosticato un tumore ai testicoli e, come ha sempre ricordato nel tempo, gli viene dato il 50% di possibilità di morire. Il cancro lascia in lui una profonda cicatrice fisica, ma anche emotiva: suo malgrado oggi Lance ricorda quel triste periodo della vita come “...la miglior cosa che mi sia capitata”.
Proprio da quella tremenda lotta contro il cancro (fortunatamente per lui e per tutto lo sport vinta) Lance trova nuova forza, non solo muscolare ma soprattutto mentale e psicologica, che lo porterà a vincere tutto il possibile su strada ed a cronometro. Nel 1998 sconfigge il cancro e nello stesso anno ritorna alle corse.
La completa guarigione di Lance Armstrong, il ritorno alle corse ma i risultati scadenti lo portano a non avere più un team fino a quando la U.S. POSTAL non crede e scommette su di lui.
Il suo ritorno alle corse non è dei più semplici, infatti partecipa e si ritira da una Parigi-Nizza. Lance anni dopo dichiara di essere tornato a gareggiare un po’ troppo presto.
Si ritira a Boone, nel North Carolina, dove con il suo allenatore svolge una settimana di durissimi allenamenti. È proprio durante questo ritiro che Lance torna ad amare la bicicletta e prova a ripartire.
La gara che segna il ritorno alle corse e la svolta della sua carriera è il simbolo della sua vita, infatti vince la “Lance Armstrong Foundation Downtown Criterium”, svoltasi proprio nella sua città in Texas.
La sua nuova forza, la volontà di essere il migliore ed uno specifico allenamento, unito alla cura maniacale di ogni particolare fa sì che, quando ormai tutti lo vedevano come un’ex promessa del ciclismo mondiale nel 1999 e fino al suo ritiro nel 2005, vince in sequenza 7 tour de France, 1 giro di Georgia, 2 giri di Svizzera, 2 giri del Delfinato ed è medaglia di bronzo nella gara a cronometro alle olimpiadi di Sidney 2000. Nel 2005 dichiara conclusa la sua carriera ma solo per pochi anni, infatti quest’anno è ritornato in pista per vincere il suo ottavo Tour de France e, finalmente, parteciperà all’edizione del centenario del giro d’Italia.
Armstrong resta, fino ad ora, il ciclista che più mi ha appassionato per il suo passo, per l’agilità in salita, per la forza a cronometro e per la sua grandissima forza di volontà.
Ricordo con estremo piacere e con grande carica quando, durante una decisiva tappa pirenaica al tour, nell’ultima salita, Lance rimase agganciato al cappellino di uno spettatore, cadde e perse contatto dagli altri. A quel punto il resto dei migliori rallentò per aspettare la maglia gialla che, dopo una fatica enorme riuscì, a tornare e scattò e staccò tutto il gruppo dei migliori senza nemmeno riprender fiato, dando una prova di forza fuori dal normale.
Lance Armstrong negli anni è stato spesso additato di far uso di sostanze dopanti e, dopo ogni competizione vinta, è stata sempre messa in risalto la sua malattia e come ha potuto effettuare una scalata che lo ha portato ad essere il migliore. Sotto questo punto di vista bisogna dire che Armstrong, in quanto cresciuto come atleta da triathlon, nei primi anni da professionista ha incontrato non pochi problemi in salita perché, a mio avviso, l’eccessivo sviluppo muscolare del tronco lo ha reso pesante e poco agile nelle grandi salite.
La malattia, e soprattutto le cure chemioterapiche, hanno portato Armstrong a perdere tutto o quasi il suo tono muscolare, questo lo porterà in seguito a poter ricostruire il suo corpo che, aggiunto alla grandissima forza d’animo ed alle indubbie qualità genetiche del campione, lo porteranno negli anni seguenti al 1996 ad essere il campione che tutti oggi conosciamo e stimiamo. Dopo aver parlato del grande campione è giusto parlare anche del grande uomo che è Lance Armstrong.
Dopo aver subìto e sconfitto la malattia Lance fonda la “LIVESTRONG Lance Armstrong Foundation” con l’obiettivo di mettere insieme le persone per combattere il cancro sapendo che l’unione è forza, la conoscenza è potere e l’atteggiamento è tutto. Dopo il suo ritiro nel 2005, a distanza di appena 3 anni Lance ritorna in gara ed in una breve conferenza stampa del 2008 afferma di essere tornato non tanto per la voglia di vincere l’ottavo Tour de France (comunque presente in un’atleta competitivo e agonista come lui) ma soprattutto per continuare a promuovere, far conoscere e dare una speranza a tutti coloro che lottano contro qualsiasi forma di tumore.
Da appassionato di ciclismo non posso che augurarmi e augurare a tutto il movimento nuova linfa dal ritorno di Armostrong, sperando che si possa mettere da parte tutto quello che negli ultimi anni ha infangato e rovinato questo fantastico sport per riappropriarsi della passione e del coinvolgimento del pubblico sempre più scettico ma comunque sempre vicino a quello che è lo “SPORT DI TUTTI”, perché come lo stesso Lance Armstrong dice: “sento la passione per quella macchina così semplice e così bella che è la bicicletta. L’ho sempre amata molto e proprio questo amore fa sì che io rispetti il ciclismo”.


Bibliografia

- “Non solo ciclismo. Il mio ritorno alla vita.” Lance Armstrong; Jenkins Sally; 2000. Libreria dello sport.
- Wikipedia
- LIVE STRONG
- LANCE ARMSTRONG