Addesi Pierpaolo

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alle Paraolimpiadi di Pechino 2008


Facciamo una piccola introduzione dei giochi paraolimpici: I Giochi Paralimpici, o Paralimpiadi, sono l'equivalente dei giochi olimpici per atleti con disabilità fisiche. Pensati come Olimpiadi parallele, prendono il nome proprio dalla fusione del prefisso para con la parola Olimpiade e i suoi derivati.
In italia sono tuttora chiamati anche Giochi Paraolimpici o Paraolimpiadi, che fu il termine usato ufficialmente fino al 2004. La legge n 189 del 15 luglio 2003 "Norme per la promozione della pratica dello sport da parte delle persone disabili" designa la federazione italiana sport disabili come Comitato italiano paraolimpico (CIP) e usa termini quali attività paraolimpica e Paraolimpiadi. Anche il successivo decreto di attuazione[1], pubblicato il 5 maggio 2004 sulla gazzetta ufficiale, mantiene la stessa terminologia. Con il decreto di approvazione dello statuto del CIP[2] del 17 dicembre 2004 anche la normativa italiana recepisce la denominazione comitato italiano paraolimpico Il medico britannico liudwic gudman organizzò una competizione sportiva nel1948, conosciuta come giochi di stoke mandeville, per veterani della seconda guerra mondiale con danni alla colonna vertebrale; nel 1952 anche atleti olandesi parteciparono ai giochi, dandogli un carattere internazionale. La competizione prendeva il nome da stoke mandevil, la cittadina del buckighamshire che ospitava annualmente tali gare.
Nel 1958 il medico italiano antonio maglio, direttore del centro paraplegici dell'istituto nazionale per l assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), propose a Guttmann di disputare l'edizione del 1960 a roma, che nello stesso anno avrebbe ospitato la XVII olimpiade. I "IX Giochi Internazionali per Paraplegici" di Roma 1960, ovvero la nona edizione internazionale dei Giochi di Stoke Mandeville, vennero posteriormente riconosciuti come i giochi paralimpici estivi nel1984, quando il comitato olimpico internazionale(CIO) approvò la denominazione "Giochi Paralimpici".
I contatti tra Guttmann e la delegazione giapponese presente a Roma in rappresentanza del Comitato Organizzatore della XVIII olimpiade di Tokio 1964 fecero sì che Tokyo ospitasse i Giochi Internazionali di Stoke Mandeville del 1964, successivamente riconosciuti come i giochi paralimpici estivi. Idealmente l'abbinamento avrebbe dovuto proseguire nel 1968 a città del messico ma nel 1966 il progetto naufragò a causa del mancato sostegno del governo messicano. Fu allora israele ad offrirsi di ospitare l'edizione del 1968, come parte delle celebrazioni per il ventesimo anniversario della nascita dello stato. I Giochi di Stoke Mandeville furono di nuovo ospitati nello stesso paese dei Giochi Olimpici nel 1972 in germania e nel 1976 in canada
Le prime paralimpiadi invernali furono tenute aOrnskoldvik, in svezia, nel 1976.
I giochi sono ormai abbinati sistematicamente ai Giochi Olimpici veri e propri dal 19 giugno 2001 quando fu siglato un accordo tra il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ed il comitato paraolimpico internzionale(IPC), secondo cui la candidatura per le Olimpiadi, vale anche.
Dal 1994 al 2004 il logo dell'IPC era costituito da tre Tae- Geuk, in rosso, blu e verde, i tre colori più utilizzati nelle bandiere dei Paesi del Mondo. I tre Tae-Geuk simboleggiavano i tre aspetti più significativi dell'essere umano: mente, corpo e spirito. "Mind, Body, Spirit" fu adottato dall'IPC come motto ufficiale. Durante il meeting del Comitato Esecutivo tenutosi ad Atene nell'aprile 2003, è stato scelto un nuovo logo paralimpico, in cui si trovano tre agitos (dal latino agito, ovvero io mi muovo) in blu, rosso e verde come nel precedente. È un simbolo in movimento attorno a un punto centrale, il che enfatizza il ruolo dell'IPC come raggruppatore degli atleti da ogni parte del mondo.
I IX giochi paralimpici inveranali si sono svolti a Torino dal 10 al 19 marzo 2006, mentre i XII giochi paralimpici invernali si sono svolti a Pechino(Cina)) dal 6 al17 settembre 2008.
Dopo questa brevissima introduzione possiamo incomiciare a parlare dell atleta Pierpaolo Adessi.
Nato a Mariano Comense (Co) il 29 giugno del 1976, a 2 anni si trasferisce in Abruzzo. Da dieci anni risiede a Torrevecchia Teatina, in provincia di Chieti. Sin dalla nascita è affetto da focomelia, grave malformazione congenita per cui gli arti non sono sviluppati in parte o in toto: nel caso di Pierpaolo è il braccio sinistro ad esserne interessato, per tutta la parte dell'avambraccio.
È una disabilità che compromette i "normali" movimenti dell'arto: è infatti molto piccolo quando indossa la sua prima protesi fatta su misura per lui nel più grande centro protesi di Budrio (Bo).
Inizia da qui la storia di un uomo, prima bambino poi ragazzo, che passava le domeniche a guardare correre in bici i fratelli tesserati con una squadra amatoriale del posto.

Appassionato e tifoso, poteva solo stare a guardare fino a quando il suo coraggio quasi impavido lo fa salire in sella alla sua prima bicicletta. Fu dal quel giorno che, un po' per orgoglio un po' per riscatto, Pierpaolo decide che può pedalare se non di più almeno come gli altri, e inizia a prendere parte alle prime pedalate in gruppo.
Solo nel 2003 un medico di Ciriè (To), dopo regolare visita medica e prova sforzo, rilascia il permesso di gareggiare a tutti gli effetti ed è così che in punta di piedi prende parte alle gare amatoriali. Dopo anni di ciclismo puro, comincia a farsi notare semplicemente dando filo da torcere ai normododati in gare di un certo livello. Nel 2005, in una prova mondiale amatoriale a Roseto degli Abruzzi (Te), fu notato da uno dei funzionari del Cip (Comitato Italiano Paralimpico): pochi giorni dopo fu chiamato direttamente dal Ct della Nazionale Italiana Ciclismo Disabili, Mario Valentini, e invitato ai Campionati Italiani che quell'anno si svolsero a Marconia.

Tanto impegno, tanta emozione, un risultato: terzo posto che fece pensare e ben sperare. Un impegno ancora più importante fu quando ebbe tra le mani la prima convocazione agli Europei in Olanda dove grandi e prestigiosi furono i risultati.
Nel 2006 gli appuntamenti si fecero più fitti e importanti e iniziano ad arrivare i primi risultati come il secondo posto sul podio di Correzè in Francia che gli regala la sua prima medaglia d'argento.

Dopo tante e diverse prove di coppa in giro per l'Europa, chiude la stagione portando a casa la maglia iridata di Campione Mondiale Medio Fondo conquistata ad Alassio e festeggia insieme al suo paese questo prestigioso risultato che lo catapulta a vele spiegate verso una stagione ricca di sorprese e nuovi traguardi.
Ma è nel 2007 che Pierpaolo si rende conto che ogni pedalata ha il dolce sapore della vittoria: dopo un inverno passato a letto tra infortuni e malanni vari, a dicembre del 2006 a Ghisallo (Co) viene invitato e premiato come Campione Mondiale Medio Fondo. È il mese di marzo che segna la nuova stagione di gare, ed è un terzo posto nella prova a cronometro a far capire a Pierpaolo che non solo qualcosa ma un po' tutto stava cambiando: buoni piazzamenti sempre dentro i primi tre nelle altre prove e a giugno sulle pianure di Bondeno (Fe) vince e agguanta la sua medaglia d'oro e diventa Campione Italiano su strada, all'arrivo braccia al cielo e lacrime di gioia.
Volendo fare delle considerazioni: potremmo affermare che gli atleti paraolimpici sono persone straordinarie che forse per alcuni problemi non possono utilizzare al meglio il proprio corpo ma che con una grandissima forza di volontà riescono a fare cose fuori dal comune.
Io penso che le para olimpiadi vadano curate ogni volta sempre meglio per garantire a queste persone un qualcosa in cui credere e non che si diano solo importanza a gente e sport dove c’è un giro di soldi esorbitante come ad es. il calcio cosi abbandonando o comunque mettendo da parte queste persone che fanno sacrifici sia a livello economico che a livello fisico.
Io spero solo che un giorno o l'altro la gente capirà verso quale strada ci stiamo indirizzando perché penso che quella intrapresa non sia la quella giusta.