Foreman George

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Olimpiadi 1968.

George Edward Foreman è un ex pugile statunitense medaglia d'oro alle Olimpiadi del 68’ e due volte campione del mondo dei pesi massimi. E’ stato, a 45 anni, il più anziano campione del mondo nella storia dei pesi massimi e il primo a riconquistare un titolo mondiale dopo averlo perso 20 anni prima. Nato il 10 Gennaio 1949, a Marshall in Texas, fu uno straordinario atleta ed è considerato da gran parte della critica specializzata come il miglior pugile di tutti i tempi dopo Cassius Klay.

I PRIMI ANNI.
George Foreman ebbe un'adolescenza difficile e numerosi problemi con la legge, causati dal suo frequente coinvolgimento in risse. Le sue origini sono segnate dalla fatica e dalla durezza dei bassifondi. Gli esordi, più che sul canonico ring, lo vedono protagonista per le strade della capitale texana, Houston, in cui si combattevano epici quanto irregolari match, raramente disertati dall'indomito George. Nel 1965, mentre si trovava nell’Oregon per lavoro, fu notato dall’istruttore di pugilato Nick Broadus, che intuì le grandi potenzialità del giovane Foreman e lo introdusse nella boxe diventando il suo primo istruttore. Dotato di un fisico imponente e di una terrificante potenza, George Foreman già da dilettante si fece notare per le sue straordinarie qualità e per la rapidità con la quale vinceva gli incontri con impressionanti KO.

LA MEDAGLIA OLIMPICA E L’AVVIO AL PROFESSIONISMO.
Il primo incontro da dilettante lo disputò a San Francisco nel 1967 vincendo per KO al primo round e aprendo quella che sarebbe stata una lunga e gloriosa carriera sul ring.
Vinse il campionato nazionale dei dilettanti, assicurandosi la partecipazione alle Olimpiadi di Città del Messico nel 1968, dove a soli 19 anni vince la medaglia d'oro dei pesi massimi sbalordendo il mondo con la sua gran classe e soprattutto con la sua straordinaria potenza, battendo in finale il sovietico Kyle Chepulis prima del limite. A quelle Olimpiadi Foreman fu protagonista di un gesto che in patria gli valse molte critiche e gli alienò la simpatia di parte della popolazione afro-americana: dopo aver vinto l'ultimo incontrò, rimase per qualche minuto sul ring sventolando una piccola bandiera americana. Pochi giorni prima gli sprinters Tommie Smith e John Carlos, durante la cerimonia di premiazione dei vincitori della corsa dei 200 metri, sollevarono ognuno un pugno chiuso avvolto in un guanto nero per denunciare il razzismo che caratterizzava la società americana.
Nel 1969, dopo lo straordinario successo olimpico, diventa professionista sotto la guida di Dick Sadler e dell'anziano campione dei massimi leggeri Archie Moore vincendo 13 incontri di cui 11 per KO. Uno dei suoi avversari, Cookie Wallace, riuscì a resistere solo 23 secondi alla potenza di “Big George”. La sua marcia inarrestabile proseguì nel 1970, quando vinse per KO 11 incontri su 12 disputati. Tra le vittime illustri il campione canadese George Chuvalo, famoso per le sue eccezionali capacità di incassatore e per non essere mai andato al tappeto in tutta la sua carriera. Nemmeno Foreman riuscì nell'impresa di atterrare Chuvalo, ma la sua vittoria fu lo stesso impressionante: KO tecnico alla terza ripresa.
Nel 1971 disputò 7 incontri, vincendoli tutti per KO. Alla fine dell'anno venne classificato come primo pretendente al titolo dalle due federazioni pugilistiche mondiali, la WBA e la WBC.

'LA CONQUISTA DEL TITOLO MONDIALE
Il 22 gennaio del 1973 a Kingston, in Giamaica, Foreman disputò il match per il titolo contro Joe Frazier, campione del mondo in carica e medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo 64’. Nonostante l'indubbio valore dell'avversario, Foreman vinse con una facilità che suscitò scalpore. Con la sua soverchiante potenza mandò il suo avversario al tappeto per ben tre volte nella prima ripresa e dopo tre ulteriori atterramenti nella ripresa successiva l'arbitro decise di fermare l'incontro. George Foreman si laureò così per la prima volta campione del mondo dei pesi massimi.
Difese il titolo a Tokyo contro Josè Roman, battuto con tre atterramenti in 55sec che decretarono la fine del match. In seguito sulla sua strada si parò d’innanzi Ken Norton, pugile molto quotato per aver battuto ai punti Muhammad Ali. Il match fu un'esibizione di aggressività e potenza: a Foreman bastò poco per aver ragione dell'avversario.

IL MATCH STORICO
La sua sfortuna è quella di essere stato contemporaneo di Muhammad Ali, e di aver subito il più straordinario gesto atletico della storia del pugilato, durante uno degli avvenimenti sportivi più famosi della storia: The Rumble in the Jungle. Nell'autunno del 1974 a Kinshasa, Foreman s'arrende a Cassius Klay subendo un drammatico KO all'ottava ripresa.
I pronostici della vigilia vedevano Foreman largamente favorito. Appariva nel pieno del vigore atletico, mentre Ali, di 7 anni più anziano, sembrava aver intrapreso il viale del tramonto. In più Foreman arrivava all’incontro con un record di 40 vittorie su 40 incontri disputati.
Davanti a 100.000 africani entusiasti, l'incontro si aprì con Muhammad Ali inaspettatamente all'attacco, nel tentativo di cogliere di sorpresa l'avversario. Nei round successivi la costante, implacabile pressione di Foreman incollò Ali alle corde. Il campione del mondo, sotto un’azione psicologica da parte di Ali che lo scherniva, continuava a portare colpi molto violenti e senza una logica ma dettati solo dalla rabbia del momento, non arrivavano mai a bersaglio ma si andavano a spegnere sulle braccia o i guantoni del suo avversario. La conseguenza, con il passare delle riprese, fu un’inevitabile perdita di resistenza e lucidità e ogni colpo era sempre meno potente, mentre Ali continuava a gestire l’incontro chiuso dietro ai suoi guantoni.
Il copione si ripeté per tutti i successivi round fino ad arrivare alla fatidica ottava ripresa, dove con un’azione fulminea Ali colpì Foreman al volto che cade al tappeto per la prima volta nella sua vita.
A distanza di alcuni anni Gorge Foreman dichiarerà che Ali vinse perché “era, almeno per quella notte, l'atleta migliore".

ANDATA E RITORNO DI UN CAMPIONE.
Dopo l’incontro a Kinshasa, Big George restò lontano dal ring per tutto il 1975 rimettendovi piede solo nel 1976, anno in cui disputò 4 incontri uno dei quali contro Joe Frazier, vincendo per KO alla quinta ripresa, e un altro contro Ron Lyle, pugile molto potente e temutissimo. L’incontro fu da subito caratterizzato da colpi potentissimi e atterramenti da ambo le parti. Nella quinta ripresa Foreman ormai esausto, alla pari del suo avversario, riuscì a portare una serie di colpi che fecero crollare definitivamente Lyle a terra. L'anno successivo combatté contro Jimmy Young perdendo ai punti dopo di che annunciò il suo definitivo ritiro dalla scena agonistica.
Dieci anni più tardi, nel 1987, annuncia al mondo il suo clamoroso ritorno sul ring all'età di 38 anni. Questo avvenimento fece subito pensare ad una trovata pubblicitaria del vecchio leone ma George Foreman dimostrò che non stava affatto scherzando. Nel 1991 ritornò a combattere per la corona dei massimi, ma fu sconfitto ai punti da Evander Holyfield ma non si arrese, e contro il pronostico di tutti il 5 Novembre 1994 a Las Vegas riuscì a riprendersi il titolo mondiale dei pesi massimi ai danni di Michael Moorer per il WBO. A 45 anni d’età, George Foreman diventa il campione del mondo più anziano della storia del pugilato.
Conservò il titolo fino al novembre del 1997, quando fu sconfitto da Shannon Briggs.

PALMARES

  • Medaglia d’oro dei pesi massimi alle Olimpiadi di Città del Messico nel 1968;
  • Campione del mondo dei pesi massimi (1973 – 1974);
  • Campione del mondo dei pesi massimi per la WBO, nonché il più anziano della storia del pugilato (1994 – 1997);

George Foreman in carriera ha disputato 81 incontri, ne ha vinti 76 di cui 68 per KO. Ha perso 4 incontri ai punti per decisione unanime e un solo incontro per KO contro Muhammad Ali.

Bibliografia:
“Il combattimento” di Mailer Norman;
Enciclopedia Encarta;