Galimberti carlo

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Pompiere capo-drappello, muore all'Ospedale Maggiore di Milano il 10 agosto1939, in seguito alle ustioni riportate nel generoso tentativo di evitare lo scoppio di una caldaia. Con lui, perdono la vita anche i vigili Parora Aldo e Pasi Anselmo.

Galimberti è senza dubbio il più grande pesista italiano di tutti i tempi. Scopre tardi il sollevamento pesi, ma è inarrestabile la sua scalata ai vertici mondiali. Tra il 1924 ed il 1932 conquista una medaglia d'oro e due d'argento alle Olimpiadi, nonché due secondi posti ai Campionati europei del 1930 e 1931. Stabilisce inoltre diversi primati mondiali: basti ricordare quelli di distensione a due braccia, durante i Giochi Olimpici del 1924 (97,500 kg) e 1928 (105 kg) e quello di slancio a due braccia (127,500 kg), durante i Giochi del 1924. Dal 1921 al 1939 vince anche 18 titoli nazionali consecutivi, 13 nei medi e 5 nei medio-massimi, e nel 1924, si aggiudica le gare di selezione per le Olimpiadi, che costituiscono il campionato italiano. «Armonioso nelle linee, composto nello stile, Galimberti era atleta perfetto», ha scritto mezzo secolo fa il giornalista Luigi Ferrario.

Nato il 2 agosto 1894 a Rosario di Santa Fè in Argentina, figlio di emigranti, a Milano si arruola ancor giovane nel benemerito corpo dei vigili del fuoco, segnalandosi ripetutamente per intraprendenza e coraggio, come in occasione del terremoto del Vulture. Nel G.S. Pompieri del capoluogo lombardo ha inizio la sua splendida carriera agonistica. Al Velodromo d'Inverno parigino nel 1924, l'Italia conquista 3 medaglie d'oro nel sollevamento pesi con Pierino Gabetti (piuma), Galimberti (medi) e Giuseppe Tonani (massimi). Scrive il Rapporto ufficiale dell'VIII Olimpiadi sul trentenne pompiere: «Il magnifico atleta italiano sconfisse largamente ogni avversario, suscitando in tutti profonda ammirazione, tanto per la maschia energia, quanto per la ferrea volontà di cui diede prova». Le gare dell'epoca contemplano 5 esercizi: strappo e lancio con un braccio; distensione, strappo e lancio con due braccia. Galimberti trionfa nei medi (su 25 concorrenti) con un totale di 492,500 kg, superando di ben 37,500 kg il secondo classificato, l'estone Alfred Neuland .

Quattro anni più tardi, all'Olimpiadi di Amsterdam, ha l'onore di sfilare alla testa degli Azzurri con la bandiera italiana. Aboliti lo strappo e lo slancio con un solo braccio, nei tre esercizi con due braccia, Galimberti solleva 332,500 kg, ma viene sconfitto dal francese Roger François per appena 2,500 kg. Dopo essersi classificato secondo ai Campionati europei del 1930 (Monaco) e del 1931 (Lussemburgo), all'Olimpiadi di Los Angeles è battuto per 5 kg dal fortissimo tedesco Rudolf Ismair (345 kg contro 340). Contribuisce, comunque, alla storica affermazione dell'Italia ( 12 medaglie d'oro, 12 d'argento e 13 di bronzo), superata solo dagli USA. Nel novembre 1934, prende parte al Campionato europeo di Genova, il primo disputato in Italia, sfiorando il podio. Nel 1936, alla sua quarta Olimpiade, è settimo nei medi con un totale di 332,500 kg: non male per un atleta che proprio durante i Giochi di Berlino compie 42 anni. Con sette presenze nelle massime competizioni dell'epoca, ben più rare rispetto ad oggi, Galimberti si classifica una volta primo, quattro volte secondo e una volta quarto: un gigante della pesistica!


Nonostante l'età, in Italia è sempre imbattibile, tanto che il 28 maggio 1939 vince a Genova il 18° titolo nazionale. Poche settimane più tardi conquista l'ultima medaglia, al Valore Civile, cadendo eroicamente nell'adempimento del dovere. Appena festeggiato i 45 anni.

Medaglia d'oro al Valore Atletico, medaglia d'onore al Merito Sportivo, membro d'onore della Federazione, Galimberti ha dato il suo nome al Gruppo Sportivo di Milano, per il quale ha sempre gareggiato, vincendo anche i primi 2 campionati nazionali di società ne 1934 e 1935.