Differenze tra le versioni di "Bikila Abebe"

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(Creata pagina con "Abebe Bikila Nato a : Jato (etiopia) il 7 agosto 1932 Morto il 25 ottobre 1973 Sport : atletica leggera , specialità : maratona. Biografia : Abebe Bikila nacque il 7 a...")
 
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Abebe  Bikila  
Abebe  Bikila  


Nato a : Jato (etiopia) il 7 agosto 1932  
Nato a : [https://it.wikipedia.org/wiki/Etiopia]Jato (etiopia) il 7 agosto 1932  
Morto il 25 ottobre 1973  
Morto il 25 ottobre 1973  
Sport : atletica leggera , specialità : maratona.  
Sport : '''atletica leggera , specialità : maratona'''.  


Biografia :
Biografia :
Abebe Bikila nacque il 7 agosto del 1932 in una cittadina chiamata Jato, a circa 130 Km da Addis Abeba. La sua era una famiglia molto povera, suo padre era un pastore, e all’alba dei suoi 17 anni decise di arruolarsi nella guardia imperiale per sostenere economicamente i suoi genitori. L’arma etiope era solita tenere in forma i propri soldati facendogli praticare parecchia attività fisica e durante le numerose prove iniziava ad emergere il talento sportivo di Bikila. Ma la maledizione si riabbatte su di lui,A meno di un anno dalle olimpiadi si frattura il perone. Gira il mondo per curarsi ma il dolore non scompare mai del tutto. Anche sulla sedia a rotelle Abebe non riesce a stare lontano dallo sport così inizia a dedicarsi al tiro con l’arco e addirittura a gare con la slitta. Proprio per questa sua determinazione Bikila ha raccolto al suo seguito numerosi fan diventando una celebrità in tutto il mondo. La sua morte però arriva pochi mesi dopo, il 25 ottobre 1973,a causa di un'emorragia celebrale dovuta a delle complicazioni in seguito all’incidente. Al suo funerale erano presenti 75.000 persone, compresa la famiglia dell’imperatore, che aveva indetto per quel giorno lutto nazionale.  
Abebe Bikila nacque il '''7 agosto del 1932''' in una cittadina chiamata Jato, a circa 130 Km da Addis Abeba. La sua era una famiglia molto povera, suo padre era un pastore, e all’alba dei suoi '''17 anni''' decise di arruolarsi nella '''guardia imperiale''' per sostenere economicamente i suoi genitori. L’arma etiope era solita tenere in forma i propri soldati facendogli praticare parecchia attività fisica e durante le numerose prove iniziava ad emergere il talento sportivo di Bikila. Ma la maledizione si riabbatte su di lui,A meno di un anno dalle olimpiadi si frattura il perone. Gira il mondo per curarsi ma il dolore non scompare mai del tutto. Anche sulla sedia a rotelle Abebe non riesce a stare lontano dallo sport così inizia a dedicarsi al '''tiro con l’arco''' e addirittura a '''gare con la slitta'''. Proprio per questa sua determinazione Bikila ha raccolto al suo seguito numerosi fan diventando una celebrità in tutto il mondo. La sua morte però arriva pochi mesi dopo, il '''25 ottobre 1973''',a causa di un'emorragia celebrale dovuta a delle complicazioni in seguito all’incidente. Al suo funerale erano presenti 75.000 persone, compresa la famiglia dell’imperatore, che aveva indetto per quel giorno lutto nazionale.  


Bikila il simbolo della maratona :
Bikila il '''simbolo della maratona''' :
Bikila stato il più grande maratoneta di tutti i tempi. Il suo primo allenatore fu un ufficiale, Nourou Edjersa, ma toccò poi allo svedese Oni Niskanen che lo osservò già in passato in altre gare dove appunto lo prese sotto la sua ala. In soli 4 anni Abebe era pronto per le Olimpiadi
Bikila stato il più grande maratoneta di tutti i tempi. Il suo primo allenatore fu un ufficiale, '''Nourou Edjersa''', ma toccò poi allo svedese Oni Niskanen che lo osservò già in passato in altre gare dove appunto lo prese sotto la sua ala. In soli 4 anni Abebe era pronto per le Olimpiadi
  di Roma del 1960. Alla vigilia pochi consideravano Bikila tra i favoriti, nonostante avesse fatto segnare un tempo notevole nei giorni precedenti.  
  di Roma del 1960. Alla vigilia pochi consideravano Bikila tra i favoriti, nonostante avesse fatto segnare un tempo notevole nei giorni precedenti.  


Il metodo di allenamento:
Il metodo di allenamento:
Nella gara di selezione, Bikila vinse facilmente in 2h21′23″, risultato straordinario perché ottenuto ai 2400 m di altitudine di Addis Abeba. In allenamento, Niskanen gli fece correre la distanza di 32 km sia con le scarpe sia senza a piedi nudi Bikila impiegò 1h45′, quasi un minuto e mezzo meno che con le scarpe. Pochi giorni prima di partire per Roma, riprovò ancora sulla stessa distanza, sempre scalzo 1h42′36″, una media di 3,10″ al chilometro a 2000 m di altitudine.
Nella gara di selezione, Bikila vinse facilmente in '''2h21′23″''', risultato straordinario perché ottenuto ai 2400 m di altitudine di Addis Abeba. In allenamento, Niskanen gli fece correre la distanza di 32 km sia con le scarpe sia senza a piedi nudi Bikila impiegò 1h45′, quasi un minuto e mezzo meno che con le scarpe. Pochi giorni prima di partire per Roma, riprovò ancora sulla stessa distanza, sempre scalzo '''1h42′36″''', una media di 3,10″ al chilometro a 2000 m di altitudine.


La sua prima olimpiade:  
La sua prima olimpiade:  
Il giorno della gara, il 10 settembre 1960  Bikila sorprese tutti decidendo di correre scalzo. Molti pensano che sia dovuto al fatto che lui era abituato ad allenarsi scalzo, in realtà anche questo è stato dovuto al caso. L’etiope doveva indossare un paio di scarpe fornite dall’Adidas, sponsor tecnico della manifestazione, ma quando è andato a ritirarle purtroppo erano rimasti pochi modelli e ne dovette scegliere uno che non gli calzava perfettamente. Nei giorni precedenti la gara, però le scarpe gli procurarono una vescica sotto un piede, così decise di correre scalzo per evitare problemi del genere anche in gara. Niskanen prima della partenza avrebbe detto a Bikila di tenere d’occhio il favorito Rhadi Ben Abdesselam, marocchino, che avrebbe indossato il numero 26. Tuttavia non si sa per quale motivo Rhadi non ritirò il pettorale 26 ma quello 185. Così partita la gara l’etiope si girava a controllare il pettorale di ogni atleta superato alla ricerca del numero 26. Dopo 20km erano rimasti in due, lui e Rhadi, ma Abebe continuava a scrutare l’orizzonte in cerca del famigerato 26. I due sono rimasti attaccati fino all’ultimo chilometro, quando Bikila ha fatto partire una progressione inarrestabile che lo ha portato alla vittoria stabilendo il nuovo record del mondo di 2h15’16″ con un distacco di, 26 secondi circa dal marocchino.  Medaglia d'oro per bikila.
Il giorno della gara, il 10 settembre 1960  Bikila sorprese tutti decidendo di '''correre scalzo'''. Molti pensano che sia dovuto al fatto che lui era abituato ad allenarsi scalzo, in realtà anche questo è stato dovuto al caso. L’etiope doveva indossare un paio di scarpe fornite dall’Adidas, sponsor tecnico della manifestazione, ma quando è andato a ritirarle purtroppo erano rimasti pochi modelli e ne dovette scegliere uno che non gli calzava perfettamente. Nei giorni precedenti la gara, però le scarpe gli procurarono una vescica sotto un piede, così decise di correre scalzo per evitare problemi del genere anche in gara. Niskanen prima della partenza avrebbe detto a Bikila di tenere d’occhio il favorito Rhadi Ben Abdesselam, marocchino, che avrebbe indossato il numero 26. Tuttavia non si sa per quale motivo Rhadi non ritirò il pettorale 26 ma quello 185. Così partita la gara l’etiope si girava a controllare il pettorale di ogni atleta superato alla ricerca del numero 26. Dopo 20km erano rimasti in due, lui e Rhadi, ma Abebe continuava a scrutare l’orizzonte in cerca del famigerato 26. I due sono rimasti attaccati fino all’ultimo chilometro, quando Bikila ha fatto partire una progressione inarrestabile che lo ha portato alla vittoria stabilendo il nuovo record del mondo di 2h15’16″ con un distacco di, 26 secondi circa dal marocchino.  Medaglia d'oro per bikila.
La seconda olimpiade  
La seconda olimpiade  
28 anni sono pochi per un maratoneta ,e aveva un altro appuntamento a cui non poteva mancare: le Olimpiadi di Tokyo del 1964, quelle che lo consacreranno definitivamente. Negli anni successivi ha continuato ad allenarsi duramente percorrendo chilometri su chilometri.36 giorni dalla sua seconda fatica olimpica  una appendicite per la quale viene operato. Arriva nella capitale giapponese quindi non al top della forma, ma Bikila la sa lunga..
28 anni sono pochi per un maratoneta ,e aveva un altro appuntamento a cui non poteva mancare: le Olimpiadi di Tokyo del 1964, quelle che lo consacreranno definitivamente. Negli anni successivi ha continuato ad allenarsi duramente percorrendo chilometri su chilometri.36 giorni dalla sua seconda fatica olimpica  una appendicite per la quale viene operato. Arriva nella capitale giapponese quindi non al top della forma, ma Bikila la sa lunga..
  Stavolta Bikila corre con le scarpe. Sulla linea di partenza sono presenti 68 dei migliori maratoneti del mondo, ma solo due tra questi decidono di prendere l’iniziativa di condurre la gara: l’australiano Ron Clark e l’irlandese Jim Hogan. Bikila li segue senza indugi, rimanendogli incollato e studiandoli attentamente. Arrivati al 20° chilometro l’etiope decide di essersi riposato abbastanza e cambia marcia. I due non riescono a stare al passo e rimangono attardati. Metro dopo metro il distacco aumenta, fino a quando Abebe non si trova in completa solitudine sulle strade di Tokyo. Ad attenderlo al traguardo c’erano 80.000 persone, tutte e 80.000 rimaste senza fiato quando hanno visto quella figura scura entrare in pista dopo sole 2h12’11″ migliorando di oltre 3 minuti il suo precedente record del mondo. Bikila ha superato la linea del traguardo con un volto inespressivo, senza nessun segno di fatica, quasi avesse appena finito di fare colazione. Come se non bastasse ha stupito tutti quando ha iniziato a fare degli esercizi di stretching nel campo. In seguito ha dichiarato “Avrei potuto correre per altri 10km“.  
  Stavolta Bikila corre con le scarpe. Sulla linea di partenza sono presenti 68 dei migliori maratoneti del mondo, ma solo due tra questi decidono di prendere l’iniziativa di condurre la gara: l’australiano Ron Clark e l’irlandese Jim Hogan. Bikila li segue senza indugi, rimanendogli incollato e studiandoli attentamente. Arrivati al 20° chilometro l’etiope decide di essersi riposato abbastanza e cambia marcia. I due non riescono a stare al passo e rimangono attardati. Metro dopo metro il distacco aumenta, fino a quando Abebe non si trova in completa solitudine sulle strade di '''Tokyo'''. Ad attenderlo al traguardo c’erano 80.000 persone, tutte e 80.000 rimaste senza fiato quando hanno visto quella figura scura entrare in pista dopo sole 2h12’11″ migliorando di oltre 3 minuti il suo precedente record del mondo. Bikila ha superato la linea del traguardo con un volto inespressivo, senza nessun segno di fatica, quasi avesse appena finito di fare colazione. Come se non bastasse ha stupito tutti quando ha iniziato a fare degli esercizi di stretching nel campo. In seguito ha dichiarato '''“Avrei potuto correre per altri 10km“'''.  


Così Abebe conquista la sua seconda medaglia d’oro olimpica e diventa il primo atleta ad aver vinto la maratona in due olimpiadi di seguito.  
Così Abebe conquista la sua seconda medaglia d’oro olimpica e diventa il primo atleta ad aver vinto la maratona in due olimpiadi di seguito.  


Le seguenti vittorie …  
Le seguenti vittorie …  
  Nel 1963 Bikila era arrivato 5° alla maratona di Boston, l’unica persa delle 13 corse in tutta la sua vita, chiusa in 2h24’43″  Ma è tempo di voltare pagina e di porsi un nuovo obiettivo, che prevedibilmente è la maratona delle successive olimpiadi, quelle di Città del Messico 1968. Abebe era molto fiducioso, Città del Messico si trova più o meno alla stessa altitudine di Addis Abeba e per lui sarebbe stato come correre in casa. Per questo ha iniziato subito ad allenarsi duramente per conquistare la sua terza medaglia olimpica. Ma la maledizione si riabbatte su di lui , a meno di un anno dalle olimpiadi si frattura il perone. Gira il mondo per curarsi ma il dolore non scompare mai del tutto. Bikila non si lascia cadere nello sconforto e si ripresenta ai nastri di partenza di Città del Messico con un unico obiettivo in testa: difendere il titolo. La gara inizia e il problema compare quasi subito, ma Abebe stringe i denti e continua a correre conducendo la gara. Passo dopo passo però il dolore alla gamba si fa sentire sempre di più fino al punto di non essere più sopportabile. Al che si rivolge al suo compagno di squadra Mamo Wolde al quale gli dice di fermarsi perché si era fatto male. Così al 17° chilometro Bikila abbandona la gara e Wolde inizia la sua progressione verso la medaglia d’oro. Subito dopo la vittoria comunque ha dichiarato che la vittoria sarebbe andata a Bikila se non si fosse fatto male.  
  Nel 1963 Bikila era arrivato 5° alla maratona di Boston, l’unica persa delle 13 corse in tutta la sua vita, chiusa in '''2h24’43″''' Ma è tempo di voltare pagina e di porsi un nuovo obiettivo, che prevedibilmente è la maratona delle successive olimpiadi, quelle di Città del Messico 1968. Abebe era molto fiducioso, Città del Messico si trova più o meno alla stessa altitudine di Addis Abeba e per lui sarebbe stato come correre in casa. Per questo ha iniziato subito ad allenarsi duramente per conquistare la sua terza medaglia olimpica. Ma la maledizione si riabbatte su di lui , a meno di un anno dalle olimpiadi si frattura il perone. Gira il mondo per curarsi ma il dolore non scompare mai del tutto. Bikila non si lascia cadere nello sconforto e si ripresenta ai nastri di partenza di Città del Messico con un unico obiettivo in testa: difendere il titolo. La gara inizia e il problema compare quasi subito, ma Abebe stringe i denti e continua a correre conducendo la gara. Passo dopo passo però il dolore alla gamba si fa sentire sempre di più fino al punto di non essere più sopportabile. Al che si rivolge al suo compagno di squadra Mamo Wolde al quale gli dice di fermarsi perché si era fatto male. Così al 17° chilometro Bikila abbandona la gara e Wolde inizia la sua progressione verso la medaglia d’oro. Subito dopo la vittoria comunque ha dichiarato che la vittoria sarebbe andata a Bikila se non si fosse fatto male.  
...Fu invitato come spettatore alle Olimpiadi del 1972 a Monaco, dove ha potuto assistere all’attacco del suo record di due medaglie d’oro consecutive da parte del connazionale Wolde, per sua fortuna fallito. A lui sono intitolate strade, stadi e premi in tutto il mondo, a simbolo di un campione intramontabile.
...Fu invitato come spettatore alle '''Olimpiadi del 1972 a Monaco''', dove ha potuto assistere all’attacco del suo record di due medaglie d’oro consecutive da parte del connazionale [https://it.wikipedia.org/wiki/Mamo_Wolde]Wolde, per sua fortuna fallito. A lui sono intitolate strade, stadi e premi in tutto il mondo, a simbolo di un campione intramontabile.

Versione delle 12:21, 23 mag 2016

Abebe Bikila

Nato a : [1]Jato (etiopia) il 7 agosto 1932 Morto il 25 ottobre 1973 Sport : atletica leggera , specialità : maratona.

Biografia : Abebe Bikila nacque il 7 agosto del 1932 in una cittadina chiamata Jato, a circa 130 Km da Addis Abeba. La sua era una famiglia molto povera, suo padre era un pastore, e all’alba dei suoi 17 anni decise di arruolarsi nella guardia imperiale per sostenere economicamente i suoi genitori. L’arma etiope era solita tenere in forma i propri soldati facendogli praticare parecchia attività fisica e durante le numerose prove iniziava ad emergere il talento sportivo di Bikila. Ma la maledizione si riabbatte su di lui,A meno di un anno dalle olimpiadi si frattura il perone. Gira il mondo per curarsi ma il dolore non scompare mai del tutto. Anche sulla sedia a rotelle Abebe non riesce a stare lontano dallo sport così inizia a dedicarsi al tiro con l’arco e addirittura a gare con la slitta. Proprio per questa sua determinazione Bikila ha raccolto al suo seguito numerosi fan diventando una celebrità in tutto il mondo. La sua morte però arriva pochi mesi dopo, il 25 ottobre 1973,a causa di un'emorragia celebrale dovuta a delle complicazioni in seguito all’incidente. Al suo funerale erano presenti 75.000 persone, compresa la famiglia dell’imperatore, che aveva indetto per quel giorno lutto nazionale.

Bikila il simbolo della maratona : Bikila stato il più grande maratoneta di tutti i tempi. Il suo primo allenatore fu un ufficiale, Nourou Edjersa, ma toccò poi allo svedese Oni Niskanen che lo osservò già in passato in altre gare dove appunto lo prese sotto la sua ala. In soli 4 anni Abebe era pronto per le Olimpiadi

di Roma del 1960. Alla vigilia pochi consideravano Bikila tra i favoriti, nonostante avesse fatto segnare un tempo notevole nei giorni precedenti. 

Il metodo di allenamento: Nella gara di selezione, Bikila vinse facilmente in 2h21′23″, risultato straordinario perché ottenuto ai 2400 m di altitudine di Addis Abeba. In allenamento, Niskanen gli fece correre la distanza di 32 km sia con le scarpe sia senza a piedi nudi Bikila impiegò 1h45′, quasi un minuto e mezzo meno che con le scarpe. Pochi giorni prima di partire per Roma, riprovò ancora sulla stessa distanza, sempre scalzo 1h42′36″, una media di 3,10″ al chilometro a 2000 m di altitudine.

La sua prima olimpiade: Il giorno della gara, il 10 settembre 1960 Bikila sorprese tutti decidendo di correre scalzo. Molti pensano che sia dovuto al fatto che lui era abituato ad allenarsi scalzo, in realtà anche questo è stato dovuto al caso. L’etiope doveva indossare un paio di scarpe fornite dall’Adidas, sponsor tecnico della manifestazione, ma quando è andato a ritirarle purtroppo erano rimasti pochi modelli e ne dovette scegliere uno che non gli calzava perfettamente. Nei giorni precedenti la gara, però le scarpe gli procurarono una vescica sotto un piede, così decise di correre scalzo per evitare problemi del genere anche in gara. Niskanen prima della partenza avrebbe detto a Bikila di tenere d’occhio il favorito Rhadi Ben Abdesselam, marocchino, che avrebbe indossato il numero 26. Tuttavia non si sa per quale motivo Rhadi non ritirò il pettorale 26 ma quello 185. Così partita la gara l’etiope si girava a controllare il pettorale di ogni atleta superato alla ricerca del numero 26. Dopo 20km erano rimasti in due, lui e Rhadi, ma Abebe continuava a scrutare l’orizzonte in cerca del famigerato 26. I due sono rimasti attaccati fino all’ultimo chilometro, quando Bikila ha fatto partire una progressione inarrestabile che lo ha portato alla vittoria stabilendo il nuovo record del mondo di 2h15’16″ con un distacco di, 26 secondi circa dal marocchino. Medaglia d'oro per bikila. La seconda olimpiade 28 anni sono pochi per un maratoneta ,e aveva un altro appuntamento a cui non poteva mancare: le Olimpiadi di Tokyo del 1964, quelle che lo consacreranno definitivamente. Negli anni successivi ha continuato ad allenarsi duramente percorrendo chilometri su chilometri.36 giorni dalla sua seconda fatica olimpica una appendicite per la quale viene operato. Arriva nella capitale giapponese quindi non al top della forma, ma Bikila la sa lunga..

Stavolta Bikila corre con le scarpe. Sulla linea di partenza sono presenti 68 dei migliori maratoneti del mondo, ma solo due tra questi decidono di prendere l’iniziativa di condurre la gara: l’australiano Ron Clark e l’irlandese Jim Hogan. Bikila li segue senza indugi, rimanendogli incollato e studiandoli attentamente. Arrivati al 20° chilometro l’etiope decide di essersi riposato abbastanza e cambia marcia. I due non riescono a stare al passo e rimangono attardati. Metro dopo metro il distacco aumenta, fino a quando Abebe non si trova in completa solitudine sulle strade di Tokyo. Ad attenderlo al traguardo c’erano 80.000 persone, tutte e 80.000 rimaste senza fiato quando hanno visto quella figura scura entrare in pista dopo sole 2h12’11″ migliorando di oltre 3 minuti il suo precedente record del mondo. Bikila ha superato la linea del traguardo con un volto inespressivo, senza nessun segno di fatica, quasi avesse appena finito di fare colazione. Come se non bastasse ha stupito tutti quando ha iniziato a fare degli esercizi di stretching nel campo. In seguito ha dichiarato “Avrei potuto correre per altri 10km“. 

Così Abebe conquista la sua seconda medaglia d’oro olimpica e diventa il primo atleta ad aver vinto la maratona in due olimpiadi di seguito.

Le seguenti vittorie …

Nel 1963 Bikila era arrivato 5° alla maratona di Boston, l’unica persa delle 13 corse in tutta la sua vita, chiusa in 2h24’43″  Ma è tempo di voltare pagina e di porsi un nuovo obiettivo, che prevedibilmente è la maratona delle successive olimpiadi, quelle di Città del Messico 1968. Abebe era molto fiducioso, Città del Messico si trova più o meno alla stessa altitudine di Addis Abeba e per lui sarebbe stato come correre in casa. Per questo ha iniziato subito ad allenarsi duramente per conquistare la sua terza medaglia olimpica. Ma la maledizione si riabbatte su di lui , a meno di un anno dalle olimpiadi si frattura il perone. Gira il mondo per curarsi ma il dolore non scompare mai del tutto. Bikila non si lascia cadere nello sconforto e si ripresenta ai nastri di partenza di Città del Messico con un unico obiettivo in testa: difendere il titolo. La gara inizia e il problema compare quasi subito, ma Abebe stringe i denti e continua a correre conducendo la gara. Passo dopo passo però il dolore alla gamba si fa sentire sempre di più fino al punto di non essere più sopportabile. Al che si rivolge al suo compagno di squadra Mamo Wolde al quale gli dice di fermarsi perché si era fatto male. Così al 17° chilometro Bikila abbandona la gara e Wolde inizia la sua progressione verso la medaglia d’oro. Subito dopo la vittoria comunque ha dichiarato che la vittoria sarebbe andata a Bikila se non si fosse fatto male. 

...Fu invitato come spettatore alle Olimpiadi del 1972 a Monaco, dove ha potuto assistere all’attacco del suo record di due medaglie d’oro consecutive da parte del connazionale [2]Wolde, per sua fortuna fallito. A lui sono intitolate strade, stadi e premi in tutto il mondo, a simbolo di un campione intramontabile.