Differenze tra le versioni di "Ghella Mario"

Da Wikisport.
Jump to navigation Jump to search
(Creata pagina con "GHELLA MARIO campione Olimpico ciclismo su pista Londra 1948 Mario Ghella, da partigiano a campione Olimpico Mario Ghella, nasce il 23 Giugno del 1929 a Chieri piccolo p...")
 
Riga 1: Riga 1:
GHELLA MARIO
campione Olimpico ciclismo su pista<br />
Londra 1948<br />


Mario Ghella, da partigiano a campione Olimpico<br />
 
Mario Ghella, nasce il 23 Giugno del 1929 a Chieri piccolo paesino alle porte di Torino. Quei pochi chilometri che separavano Chieri da Torino per la precisione dodici, che venivano percorsi ogni giorno per  raggiungere l’istituto tecnico industriale sono stati cruciali per Mario Ghella. Andando alla massima velocità per non arrivare in ritardo a scuola e imparando a “scattare”, riuscendo a passare da zero a 60 Km/h in 12-13 secondi, per attaccarsi alle targhe delle macchine e così riposarsi, hanno fatto nascere in lui la passione per la bici. Cosi Mario Ghella fin dall’età di 15 anni si è specializzato nella velocità.<br />
campione Olimpico ciclismo su pista
Londra 1948
 
Mario Ghella, da partigiano a campione Olimpico
Mario Ghella, nasce il 23 Giugno del 1929 a Chieri piccolo paesino alle porte di Torino. Quei pochi chilometri che separavano Chieri da Torino per la precisione dodici, che venivano percorsi ogni giorno per  raggiungere l’istituto tecnico industriale sono stati cruciali per Mario Ghella. Andando alla massima velocità per non arrivare in ritardo a scuola e imparando a “scattare”, riuscendo a passare da zero a 60 Km/h in 12-13 secondi, per attaccarsi alle targhe delle macchine e così riposarsi, hanno fatto nascere in lui la passione per la bici. Cosi Mario Ghella fin dall’età di 15 anni si è specializzato nella velocità.
Le condizioni delle infrastrutture ai tempi in cui cominciò ad allenarsi, durante e subito dopo la Seconda guerra mondiale, di certo non erano ottimali. Le piste in Italia erano molto poche e a Torino vi era un solo velodromo e quindi fui obbligato a fare anche strada.
Le condizioni delle infrastrutture ai tempi in cui cominciò ad allenarsi, durante e subito dopo la Seconda guerra mondiale, di certo non erano ottimali. Le piste in Italia erano molto poche e a Torino vi era un solo velodromo e quindi fui obbligato a fare anche strada.
La prima vittoria su circuito di Mario fu a Marrakech in Marocco, poi vinse il Gran Premio di Danimarca e di Parigi, dove conobbe Rossi di Montalera amministratore delegato dell’allora Martini & Rossi, oggi meglio conosciuta semplicemente come “Martini”, che ha ancora oggi la sua sede più importante proprio a  Chieri, rappresentando così il marchio in numerose gare in Nord Africa: Tunisi, Casablanca, Algeri, Tripoli.   
La prima vittoria su circuito di Mario fu a Marrakech in Marocco, poi vinse il Gran Premio di Danimarca e di Parigi, dove conobbe Rossi di Montalera amministratore delegato dell’allora Martini & Rossi, oggi meglio conosciuta semplicemente come “Martini”, che ha ancora oggi la sua sede più importante proprio a  Chieri, rappresentando così il marchio in numerose gare in Nord Africa: Tunisi, Casablanca, Algeri, Tripoli.  <br />
Nelle Olimpiadi vinte da Ghella, essendo le prime dopo la guerra, la nazionale italiana aveva poche risorse economiche. Non avevano né le ruote, né le gomme buone. E in qualche caso lo spirito di solidarietà fra gli atleti superò la rivalità. La squadra azzurra infatti frequentava molti sudamericani che partecipavano alle Olimpiadi e con loro avevamo instaurato un rapporto di amicizia. Mario concorse con l’allora campione venezuelano Julio Cesar León ai quarti di finale battendolo.
Nelle Olimpiadi vinte da Ghella, essendo le prime dopo la guerra, la nazionale italiana aveva poche risorse economiche. Non avevano né le ruote, né le gomme buone. E in qualche caso lo spirito di solidarietà fra gli atleti superò la rivalità. La squadra azzurra infatti frequentava molti sudamericani che partecipavano alle Olimpiadi e con loro avevamo instaurato un rapporto di amicizia. Mario concorse con l’allora campione venezuelano Julio Cesar León ai quarti di finale battendolo.<br />
Dopo la gara, il ciclista vinto andò verso Ghella e fece un gesto inaudito: gli propose di usare le sue gomme per la finale. Ovviamente l’azzurro non ci pensò due volte ed accettò. Nell’ultima prova concorse con l’allora campione del mondo, un “baronetto”, il britannico Reginald Harris. Riuscì a vincere le prime due competizioni contro di lui e così non si svolse neanche la terza, aggiudicandosi la medaglia d’oro. Fece un buon tempo considerando la non  alta qualità della pista, sicuramente le gomme furono di grande aiuto, pesavano solo 250 grammi, erano tubolari di seta  molto leggere.  
Dopo la gara, il ciclista vinto andò verso Ghella e fece un gesto inaudito: gli propose di usare le sue gomme per la finale. Ovviamente l’azzurro non ci pensò due volte ed accettò. Nell’ultima prova concorse con l’allora campione del mondo, un “baronetto”, il britannico Reginald Harris. Riuscì a vincere le prime due competizioni contro di lui e così non si svolse neanche la terza, aggiudicandosi la medaglia d’oro. Fece un buon tempo considerando la non  alta qualità della pista, sicuramente le gomme furono di grande aiuto, pesavano solo 250 grammi, erano tubolari di seta  molto leggere. <br />
Oggi la sua maglia di quella vittoria, contrassegnata dal tricolore, la bandiera iridata e i cinque cerchi olimpici, è conservata presso la Madonna del Ghisallo, a Magreglio nel comune di Como.
Oggi la sua maglia di quella vittoria, contrassegnata dal tricolore, la bandiera iridata e i cinque cerchi olimpici, è conservata presso la Madonna del Ghisallo, a Magreglio nel comune di Como.<br />
Come afferma lo stesso Ghella, quando si corre su pista i dettagli sono fondamentali, l’esito di una gara dipende, oltre che dalla qualità dello sportivo, anche dalla parabola del velodromo, dalla bicicletta e dall’abbigliamento. Oggi i corridori fanno tempi più brevi rispetto a quando gareggiavo io, perché le bici, composte da titanio, alluminio o fibra, sono molto più leggere e i vestiti di materie plastiche permettono una migliore penetrazione nell’aria. Per poter osservare le novità di questo sport, Ghella desidera recarsi alle Olimpiadi del 2012 che si svolgeranno ancora una volta a Londra, nella stessa città in cui vinse sessantadue anni fa.
Come afferma lo stesso Ghella, quando si corre su pista i dettagli sono fondamentali, l’esito di una gara dipende, oltre che dalla qualità dello sportivo, anche dalla parabola del velodromo, dalla bicicletta e dall’abbigliamento. Oggi i corridori fanno tempi più brevi rispetto a quando gareggiavo io, perché le bici, composte da titanio, alluminio o fibra, sono molto più leggere e i vestiti di materie plastiche permettono una migliore penetrazione nell’aria. Per poter osservare le novità di questo sport, Ghella desidera recarsi alle Olimpiadi del 2012 che si svolgeranno ancora una volta a Londra, nella stessa città in cui vinse sessantadue anni fa.<br />
È convinto inoltre che il ciclismo, oltre a beneficiare delle nuove tecnologie, è anche uno degli sport che più soffre delle conseguenze delle invenzioni moderne. Il doping, per cui sono stati sanzionati tanti atleti negli ultimi anni, è uno degli effetti negativi. Oggi le capacità individuali hanno un valore minore rispetto ai suoi  tempi. Nelle competizioni entrano in gioco tanti soldi che inquinano lo sport, incidendo sulle decisioni dei corridori, dei patrocinanti e delle squadre nazionali. Le istituzioni, come il CONI nel caso dell’Italia, hanno il compito di coltivare i valori atletici. Poi citando uno dei più grandi scienziati della storia, Archimede, afferma con rassegnazione: “L’uomo è ignobile e grossolano, la sua etica viene inquinata molto facilmente”.
È convinto inoltre che il ciclismo, oltre a beneficiare delle nuove tecnologie, è anche uno degli sport che più soffre delle conseguenze delle invenzioni moderne. Il doping, per cui sono stati sanzionati tanti atleti negli ultimi anni, è uno degli effetti negativi. Oggi le capacità individuali hanno un valore minore rispetto ai suoi  tempi. Nelle competizioni entrano in gioco tanti soldi che inquinano lo sport, incidendo sulle decisioni dei corridori, dei patrocinanti e delle squadre nazionali. Le istituzioni, come il CONI nel caso dell’Italia, hanno il compito di coltivare i valori atletici. Poi citando uno dei più grandi scienziati della storia, Archimede, afferma con rassegnazione: “L’uomo è ignobile e grossolano, la sua etica viene inquinata molto facilmente”.<br />
Negli anni dell’adolescenza e della guerra Ghella fu partigiano. Il suo ruolo era rifornire gli uomini della Resistenza che si nascondevano nelle colline della provincia di Torino di armi e di mezzi trasporto. In quegli anni vi era una grande carenza di benzina e spesso i partigiani non riuscivano ad approvvigionarsi. Così si ingegnò e inventò il primo motore che usava un bio-combustibile: la grappa. Poi costruii un motore composto da due cilindri che funzionava con il gas prodotto dalla combustione del legno.
Negli anni dell’adolescenza e della guerra Ghella fu partigiano. Il suo ruolo era rifornire gli uomini della Resistenza che si nascondevano nelle colline della provincia di Torino di armi e di mezzi trasporto. In quegli anni vi era una grande carenza di benzina e spesso i partigiani non riuscivano ad approvvigionarsi. Così si ingegnò e inventò il primo motore che usava un bio-combustibile: la grappa. Poi costruii un motore composto da due cilindri che funzionava con il gas prodotto dalla combustione del legno.<br />
Il ciclista-inventore girò per quasi tutti i continenti del mondo gareggiando oltre che in Europa, in Australia, in Africa e in Sudamerica.  
Il ciclista-inventore girò per quasi tutti i continenti del mondo gareggiando oltre che in Europa, in Australia, in Africa e in Sudamerica. <br />
All’età di 29 anni decise di stabilirsi in Venezuela, fra i motivi della scelta di questo paese vi era anche l’invito del suo amico venezuelano León, il ciclista che gli aveva prestato le gomme per gareggiare a Londra. A Caracas fondò una fabbrica di biciclette e un’impresa di decorazione di interni.
All’età di 29 anni decise di stabilirsi in Venezuela, fra i motivi della scelta di questo paese vi era anche l’invito del suo amico venezuelano León, il ciclista che gli aveva prestato le gomme per gareggiare a Londra. A Caracas fondò una fabbrica di biciclette e un’impresa di decorazione di interni.<br />
La nuova sfida di Ghella all’età di 82 anni è di progettare la migliore casa ecologica per il maggior numero di persone. Questo l’obiettivo nobile di Mario Ghella: risolvere il problema delle “barrios” che si inerpicano sulle colline delle città venezuelane e aumentare la qualità di vita della gente. Fin dai primi anni dell’adolescenza con l’invenzione del primo bio-combustibile, l’ex ciclista italo-venezuelano si è ingegnato per mettere a punto un motore pulito che rispetti l’ambiente. Oggi sulla base delle scoperte pregresse ha progettato una “casa nuova” che si caratterizza per due elementi: il minor costo di costruzione e manutenzione e minor inquinamento.
La nuova sfida di Ghella all’età di 82 anni è di progettare la migliore casa ecologica per il maggior numero di persone. Questo l’obiettivo nobile di Mario Ghella: risolvere il problema delle “barrios” che si inerpicano sulle colline delle città venezuelane e aumentare la qualità di vita della gente. Fin dai primi anni dell’adolescenza con l’invenzione del primo bio-combustibile, l’ex ciclista italo-venezuelano si è ingegnato per mettere a punto un motore pulito che rispetti l’ambiente. Oggi sulla base delle scoperte pregresse ha progettato una “casa nuova” che si caratterizza per due elementi: il minor costo di costruzione e manutenzione e minor inquinamento.
Ghella si definisce discepolo di Archimede poiché lo scienziato di Siracusa fu il primo nella storia a utilizzare l’energia solare: si dice infatti che riuscì a respingere l’invasione dei romani in Sicilia incendiando le loro imbarcazioni con uno specchio ustore. E la scelta del titolo dell’ultimo progetto delle abitazioni sostenibili di Ghella si intitola “Duemilatrecento” proprio perché sono trascorsi più di due secoli dalla nascita del grande matematico dell’antichità.
Ghella si definisce discepolo di Archimede poiché lo scienziato di Siracusa fu il primo nella storia a utilizzare l’energia solare: si dice infatti che riuscì a respingere l’invasione dei romani in Sicilia incendiando le loro imbarcazioni con uno specchio ustore. E la scelta del titolo dell’ultimo progetto delle abitazioni sostenibili di Ghella si intitola “Duemilatrecento” proprio perché sono trascorsi più di due secoli dalla nascita del grande matematico dell’antichità.<br />
Sul tavolo di legno Ghella ha disposto tutti i modelli delle sue ultime creature: torri, turbine, macchinari, edifici. Ogni pezzo è stato costruito dalle sue mani ormai rugose, ma sempre pazienti e precise nell’eseguire il lavoro. “Ha progettato dei condomini da costruire su dei piani terrazzati sulla collina che si trova al km 14
Sul tavolo di legno Ghella ha disposto tutti i modelli delle sue ultime creature: torri, turbine, macchinari, edifici. Ogni pezzo è stato costruito dalle sue mani ormai rugose, ma sempre pazienti e precise nell’eseguire il lavoro. “Ha progettato dei condomini da costruire su dei piani terrazzati sulla collina che si trova al km 14
della strada Caracas-La Guaira. Tutti gli appartamenti saranno autonomi e funzioneranno sfruttando unicamente l’energia naturale” racconta facendo muovere delicatamente i marchingegni da lui inventati.
della strada Caracas-La Guaira. Tutti gli appartamenti saranno autonomi e funzioneranno sfruttando unicamente l’energia naturale” racconta facendo muovere delicatamente i marchingegni da lui inventati.<br />
Ghella spiega che la torre che genera l’energia per tutti i condomini si troverà sulla cima della collina.
Ghella spiega che la torre che genera l’energia per tutti i condomini si troverà sulla cima della collina.<br />
A questa nuova generazione di abitazioni sarà garantita elettricità, acqua, sicurezza e mezzi di trasporto senza utilizzare energie esterne. La prima sarà prodotta dal generatore e la seconda dal condensatore sempre della torre. L’acqua inoltre verrà riscaldata con l’energia solare raccolta dalle vecchie tubature di impianti petroliferi che saranno disposte sul tetto” afferma giustificando il suo progetto con dati matematici. L’ex corridore ha pensato proprio a tutto: anche a utilizzare i rottami di vecchie industrie che altrimenti rimarrebbero abbandonati nelle campagne.
A questa nuova generazione di abitazioni sarà garantita elettricità, acqua, sicurezza e mezzi di trasporto senza utilizzare energie esterne. La prima sarà prodotta dal generatore e la seconda dal condensatore sempre della torre. L’acqua inoltre verrà riscaldata con l’energia solare raccolta dalle vecchie tubature di impianti petroliferi che saranno disposte sul tetto” afferma giustificando il suo progetto con dati matematici. L’ex corridore ha pensato proprio a tutto: anche a utilizzare i rottami di vecchie industrie che altrimenti rimarrebbero abbandonati nelle campagne.<br />
Adesso sta costruendo un modello sia di una cabinovia per trasportare gli abitanti fino agli immobili in cima alla collina, sia di una gru scavatrice per costruire gli edifici”. La sicurezza, infine, si otterrebbe attraverso la trasparenza degli spazi pubblici e l’eliminazione di vicoli, muri e ripari presenti nei “barrios”. Tutto il complesso 2300 sarebbe sorvegliato da un vigilante meccanico che volerebbe in un girocoptero”.
Adesso sta costruendo un modello sia di una cabinovia per trasportare gli abitanti fino agli immobili in cima alla collina, sia di una gru scavatrice per costruire gli edifici”. La sicurezza, infine, si otterrebbe attraverso la trasparenza degli spazi pubblici e l’eliminazione di vicoli, muri e ripari presenti nei “barrios”. Tutto il complesso 2300 sarebbe sorvegliato da un vigilante meccanico che volerebbe in un girocoptero”.<br />
Lo sguardo dell’ex campione olimpico arriva lontano, riesce a scrutare il futuro proiettandosi al di là di ciò che la maggior parte delle persone immaginano. Vuole trovare soluzioni concrete ai problemi attuali della società, come la perdita delle abitazioni dovuta alle recenti inondazioni che hanno colpito migliaia di venezuelani. Vuole che al più presto venga costruito un tunnel per evacuare l’acqua piovana che si accumula nella capitale, altrimenti dice gli smottamenti aumenteranno.
Lo sguardo dell’ex campione olimpico arriva lontano, riesce a scrutare il futuro proiettandosi al di là di ciò che la maggior parte delle persone immaginano. Vuole trovare soluzioni concrete ai problemi attuali della società, come la perdita delle abitazioni dovuta alle recenti inondazioni che hanno colpito migliaia di venezuelani. Vuole che al più presto venga costruito un tunnel per evacuare l’acqua piovana che si accumula nella capitale, altrimenti dice gli smottamenti aumenteranno.<br />
L’uomo dai capelli bianchi, ormai ottantaduenne, dal portamento deciso e gli occhi illuminati dalla saggezza non è solo un inventore, ma è anche un conoscitore della storia e un’artista. Così provano le sculture esposte nel salone, fra queste vi è la moneta con il volto di Carlo Magno che mostra il lato poco conosciuto dell’imperatore o l’altro lato della medaglia: l’uomo che dispose la deportazione di migliaia di persone.
L’uomo dai capelli bianchi, ormai ottantaduenne, dal portamento deciso e gli occhi illuminati dalla saggezza non è solo un inventore, ma è anche un conoscitore della storia e un’artista. Così provano le sculture esposte nel salone, fra queste vi è la moneta con il volto di Carlo Magno che mostra il lato poco conosciuto dell’imperatore o l’altro lato della medaglia: l’uomo che dispose la deportazione di migliaia di persone.<br />
Con l’obiettivo di sperimentare i suoi progetti carichi di lungimiranza e sensibilità per le problematiche dei più deboli, Ghella è alla ricerca di un finanziatore o di un imprenditore che metta a disposizione uno spazio della propria fabbrica per realizzare i suoi progetti lungimiranti.
Con l’obiettivo di sperimentare i suoi progetti carichi di lungimiranza e sensibilità per le problematiche dei più deboli, Ghella è alla ricerca di un finanziatore o di un imprenditore che metta a disposizione uno spazio della propria fabbrica per realizzare i suoi progetti lungimiranti.<br />





Versione delle 11:18, 23 mag 2016

campione Olimpico ciclismo su pista
Londra 1948

Mario Ghella, da partigiano a campione Olimpico
Mario Ghella, nasce il 23 Giugno del 1929 a Chieri piccolo paesino alle porte di Torino. Quei pochi chilometri che separavano Chieri da Torino per la precisione dodici, che venivano percorsi ogni giorno per raggiungere l’istituto tecnico industriale sono stati cruciali per Mario Ghella. Andando alla massima velocità per non arrivare in ritardo a scuola e imparando a “scattare”, riuscendo a passare da zero a 60 Km/h in 12-13 secondi, per attaccarsi alle targhe delle macchine e così riposarsi, hanno fatto nascere in lui la passione per la bici. Cosi Mario Ghella fin dall’età di 15 anni si è specializzato nella velocità.
Le condizioni delle infrastrutture ai tempi in cui cominciò ad allenarsi, durante e subito dopo la Seconda guerra mondiale, di certo non erano ottimali. Le piste in Italia erano molto poche e a Torino vi era un solo velodromo e quindi fui obbligato a fare anche strada. La prima vittoria su circuito di Mario fu a Marrakech in Marocco, poi vinse il Gran Premio di Danimarca e di Parigi, dove conobbe Rossi di Montalera amministratore delegato dell’allora Martini & Rossi, oggi meglio conosciuta semplicemente come “Martini”, che ha ancora oggi la sua sede più importante proprio a Chieri, rappresentando così il marchio in numerose gare in Nord Africa: Tunisi, Casablanca, Algeri, Tripoli.
Nelle Olimpiadi vinte da Ghella, essendo le prime dopo la guerra, la nazionale italiana aveva poche risorse economiche. Non avevano né le ruote, né le gomme buone. E in qualche caso lo spirito di solidarietà fra gli atleti superò la rivalità. La squadra azzurra infatti frequentava molti sudamericani che partecipavano alle Olimpiadi e con loro avevamo instaurato un rapporto di amicizia. Mario concorse con l’allora campione venezuelano Julio Cesar León ai quarti di finale battendolo.
Dopo la gara, il ciclista vinto andò verso Ghella e fece un gesto inaudito: gli propose di usare le sue gomme per la finale. Ovviamente l’azzurro non ci pensò due volte ed accettò. Nell’ultima prova concorse con l’allora campione del mondo, un “baronetto”, il britannico Reginald Harris. Riuscì a vincere le prime due competizioni contro di lui e così non si svolse neanche la terza, aggiudicandosi la medaglia d’oro. Fece un buon tempo considerando la non alta qualità della pista, sicuramente le gomme furono di grande aiuto, pesavano solo 250 grammi, erano tubolari di seta molto leggere.
Oggi la sua maglia di quella vittoria, contrassegnata dal tricolore, la bandiera iridata e i cinque cerchi olimpici, è conservata presso la Madonna del Ghisallo, a Magreglio nel comune di Como.
Come afferma lo stesso Ghella, quando si corre su pista i dettagli sono fondamentali, l’esito di una gara dipende, oltre che dalla qualità dello sportivo, anche dalla parabola del velodromo, dalla bicicletta e dall’abbigliamento. Oggi i corridori fanno tempi più brevi rispetto a quando gareggiavo io, perché le bici, composte da titanio, alluminio o fibra, sono molto più leggere e i vestiti di materie plastiche permettono una migliore penetrazione nell’aria. Per poter osservare le novità di questo sport, Ghella desidera recarsi alle Olimpiadi del 2012 che si svolgeranno ancora una volta a Londra, nella stessa città in cui vinse sessantadue anni fa.
È convinto inoltre che il ciclismo, oltre a beneficiare delle nuove tecnologie, è anche uno degli sport che più soffre delle conseguenze delle invenzioni moderne. Il doping, per cui sono stati sanzionati tanti atleti negli ultimi anni, è uno degli effetti negativi. Oggi le capacità individuali hanno un valore minore rispetto ai suoi tempi. Nelle competizioni entrano in gioco tanti soldi che inquinano lo sport, incidendo sulle decisioni dei corridori, dei patrocinanti e delle squadre nazionali. Le istituzioni, come il CONI nel caso dell’Italia, hanno il compito di coltivare i valori atletici. Poi citando uno dei più grandi scienziati della storia, Archimede, afferma con rassegnazione: “L’uomo è ignobile e grossolano, la sua etica viene inquinata molto facilmente”.
Negli anni dell’adolescenza e della guerra Ghella fu partigiano. Il suo ruolo era rifornire gli uomini della Resistenza che si nascondevano nelle colline della provincia di Torino di armi e di mezzi trasporto. In quegli anni vi era una grande carenza di benzina e spesso i partigiani non riuscivano ad approvvigionarsi. Così si ingegnò e inventò il primo motore che usava un bio-combustibile: la grappa. Poi costruii un motore composto da due cilindri che funzionava con il gas prodotto dalla combustione del legno.
Il ciclista-inventore girò per quasi tutti i continenti del mondo gareggiando oltre che in Europa, in Australia, in Africa e in Sudamerica.
All’età di 29 anni decise di stabilirsi in Venezuela, fra i motivi della scelta di questo paese vi era anche l’invito del suo amico venezuelano León, il ciclista che gli aveva prestato le gomme per gareggiare a Londra. A Caracas fondò una fabbrica di biciclette e un’impresa di decorazione di interni.
La nuova sfida di Ghella all’età di 82 anni è di progettare la migliore casa ecologica per il maggior numero di persone. Questo l’obiettivo nobile di Mario Ghella: risolvere il problema delle “barrios” che si inerpicano sulle colline delle città venezuelane e aumentare la qualità di vita della gente. Fin dai primi anni dell’adolescenza con l’invenzione del primo bio-combustibile, l’ex ciclista italo-venezuelano si è ingegnato per mettere a punto un motore pulito che rispetti l’ambiente. Oggi sulla base delle scoperte pregresse ha progettato una “casa nuova” che si caratterizza per due elementi: il minor costo di costruzione e manutenzione e minor inquinamento. Ghella si definisce discepolo di Archimede poiché lo scienziato di Siracusa fu il primo nella storia a utilizzare l’energia solare: si dice infatti che riuscì a respingere l’invasione dei romani in Sicilia incendiando le loro imbarcazioni con uno specchio ustore. E la scelta del titolo dell’ultimo progetto delle abitazioni sostenibili di Ghella si intitola “Duemilatrecento” proprio perché sono trascorsi più di due secoli dalla nascita del grande matematico dell’antichità.
Sul tavolo di legno Ghella ha disposto tutti i modelli delle sue ultime creature: torri, turbine, macchinari, edifici. Ogni pezzo è stato costruito dalle sue mani ormai rugose, ma sempre pazienti e precise nell’eseguire il lavoro. “Ha progettato dei condomini da costruire su dei piani terrazzati sulla collina che si trova al km 14 della strada Caracas-La Guaira. Tutti gli appartamenti saranno autonomi e funzioneranno sfruttando unicamente l’energia naturale” racconta facendo muovere delicatamente i marchingegni da lui inventati.
Ghella spiega che la torre che genera l’energia per tutti i condomini si troverà sulla cima della collina.
A questa nuova generazione di abitazioni sarà garantita elettricità, acqua, sicurezza e mezzi di trasporto senza utilizzare energie esterne. La prima sarà prodotta dal generatore e la seconda dal condensatore sempre della torre. L’acqua inoltre verrà riscaldata con l’energia solare raccolta dalle vecchie tubature di impianti petroliferi che saranno disposte sul tetto” afferma giustificando il suo progetto con dati matematici. L’ex corridore ha pensato proprio a tutto: anche a utilizzare i rottami di vecchie industrie che altrimenti rimarrebbero abbandonati nelle campagne.
Adesso sta costruendo un modello sia di una cabinovia per trasportare gli abitanti fino agli immobili in cima alla collina, sia di una gru scavatrice per costruire gli edifici”. La sicurezza, infine, si otterrebbe attraverso la trasparenza degli spazi pubblici e l’eliminazione di vicoli, muri e ripari presenti nei “barrios”. Tutto il complesso 2300 sarebbe sorvegliato da un vigilante meccanico che volerebbe in un girocoptero”.
Lo sguardo dell’ex campione olimpico arriva lontano, riesce a scrutare il futuro proiettandosi al di là di ciò che la maggior parte delle persone immaginano. Vuole trovare soluzioni concrete ai problemi attuali della società, come la perdita delle abitazioni dovuta alle recenti inondazioni che hanno colpito migliaia di venezuelani. Vuole che al più presto venga costruito un tunnel per evacuare l’acqua piovana che si accumula nella capitale, altrimenti dice gli smottamenti aumenteranno.
L’uomo dai capelli bianchi, ormai ottantaduenne, dal portamento deciso e gli occhi illuminati dalla saggezza non è solo un inventore, ma è anche un conoscitore della storia e un’artista. Così provano le sculture esposte nel salone, fra queste vi è la moneta con il volto di Carlo Magno che mostra il lato poco conosciuto dell’imperatore o l’altro lato della medaglia: l’uomo che dispose la deportazione di migliaia di persone.
Con l’obiettivo di sperimentare i suoi progetti carichi di lungimiranza e sensibilità per le problematiche dei più deboli, Ghella è alla ricerca di un finanziatore o di un imprenditore che metta a disposizione uno spazio della propria fabbrica per realizzare i suoi progetti lungimiranti.


Vittorie più importanti per Mario Ghella:

• Medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra 1948 • Campione del mondo dilettanti Amsterdam 1948 • Campione italiano pista dilettanti 1945-46-47-48 • Campione italiano pista individuale elitè 1951