Differenze tra le versioni di "XV estiva - 1952 Helsinki (FIN)"
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'''I Giochi della XV Olimpiade''' (in finlandese XV olympiadin kisat) si sono svolti a '''Helsinki''', in Finlandia, dal 19 luglio al 3 agosto 1952. Helsinki, nella graduatoria delle città ospitanti dei giochi olimpici del 1952 superò Amsterdam e cinque città americane: Chicago, Detroit, Los Angeles, Minneapolis e Filadelfia, durante la 40ª sessione del CIO il 21 giugno 1947, a Stoccolma in Svezia. | '''I Giochi della XV Olimpiade''' (in finlandese XV olympiadin kisat) si sono svolti a '''Helsinki''', in Finlandia, dal 19 luglio al 3 agosto 1952. Helsinki, nella graduatoria delle città ospitanti dei giochi olimpici del 1952 superò Amsterdam e cinque città americane: Chicago, Detroit, Los Angeles, Minneapolis e Filadelfia, durante la 40ª sessione del CIO il 21 giugno 1947, a Stoccolma in Svezia. | ||
Per decenni, le Olimpiadi di Helsinki sono state considerate le migliori mai organizzate. La Finlandia stupì tutti, costruendo magnifici impianti e ben tre Villaggi Olimpici (uno per gli occidentali, uno per il blocco sovietico e uno per le donne), e il mondo rispose con entusiasmo: a Helsinki convogliarono 69 nazioni, 10 in più | Per decenni, le Olimpiadi di Helsinki sono state considerate le migliori mai organizzate. La Finlandia stupì tutti, costruendo magnifici impianti e ben tre Villaggi Olimpici (uno per gli occidentali, uno per il blocco sovietico e uno per le donne), e il mondo rispose con entusiasmo: a Helsinki convogliarono 69 nazioni, 10 in più di Londra, comprese le rientranti Germania e Giappone e soprattutto l’Unione Sovietica, alla sua prima partecipazione della storia (come Russia, mancava dal 1912). Fu proprio l’URSS a imporsi come prima, vera grande antagonista degli Stati Uniti a livello di medagliere generale.<BR \> | ||
La cerimonia d'apertura fu uno dei momenti più emozionanti. Di fronte agli atleti e ai 70.000 spettatori apparve all'improvviso un uomo, che portava la torcia olimpica. La folla scattò in piedi, gli atleti si assieparono a bordo pista: il tedoforo era Paavo Nurmi. Compiuto il giro di pista passò la torcia a un altro staffettista ‒ Hannes Kolehmainen ‒ che salì i gradini fino in cima alla torre olimpica, dove fece ardere il tripode che sarebbe rimasto acceso per tutta la durata dei Giochi. Nurmi e Kolehmainen erano due eroi dello sport finlandese, | La cerimonia d'apertura fu uno dei momenti più emozionanti. Di fronte agli atleti e ai 70.000 spettatori apparve all'improvviso un uomo, che portava la torcia olimpica. La folla scattò in piedi, gli atleti si assieparono a bordo pista: il tedoforo era Paavo Nurmi. Compiuto il giro di pista passò la torcia a un altro staffettista ‒ Hannes Kolehmainen ‒ che salì i gradini fino in cima alla torre olimpica, dove fece ardere il tripode che sarebbe rimasto acceso per tutta la durata dei Giochi. Nurmi e Kolehmainen erano due eroi dello sport finlandese, avevano collezionato insieme ben 17 medaglie olimpiche. <BR \> | ||
Tra le discipline nuove introdotte in questa rassegna si | Tra le discipline nuove introdotte in questa rassegna si potè rammentare il baseball, seppur a titolo dimostrativo e molte specialità della ginnastica femminile come la trave, le parallele, il volteggio, il corpo libero; oltre all'inserimento della prova a squadre del pentathlon moderno e all'aggiunta di qualche specialità nei pesi e nel pugilato.<BR \> | ||
Gli uomini delle grandi fatiche, i corridori di lunga lena, avevano nutrito lo sport finlandese per quasi mezzo secolo e, dunque, nessuno più del pubblico finlandese poté comprendere e apprezzare il valore delle imprese di Emil Zatopek. <BR \> | Gli uomini delle grandi fatiche, i corridori di lunga lena, avevano nutrito lo sport finlandese per quasi mezzo secolo e, dunque, nessuno più del pubblico finlandese poté comprendere e apprezzare il valore delle imprese di Emil Zatopek. <BR \> | ||
Zatopek che nella patria di Paavo Nurmi si confermò uno dei più grandi fondisti di ogni epoca grazie a un tris mai più replicato da nessun altro, vinse l’oro nei 5000m, nei 1000m e nella maratona.<BR \> | Zatopek che nella patria di Paavo Nurmi si confermò uno dei più grandi fondisti di ogni epoca grazie a un tris mai più replicato da nessun altro, vinse l’oro nei 5000m, nei 1000m e nella maratona.<BR \> | ||
Ritornando all'esito tecnico delle gare, ben ventiquattro primati olimpici nell'atletica leggera furono migliorati e tre uguagliati; i primati mondiali superati furono sei, di cui ben quattro in campo femminile. Grandi passi in avanti furono compiuti in tutte le discipline, da quelle natatorie, dove vennero battuti undici primati a quelle del sollevamento pesi.<BR \> | Ritornando all'esito tecnico delle gare, ben ventiquattro primati olimpici nell'atletica leggera furono migliorati e tre uguagliati; i primati mondiali superati furono sei, di cui ben quattro in campo femminile. Grandi passi in avanti furono compiuti in tutte le discipline, da quelle natatorie, dove vennero battuti undici primati a quelle del sollevamento pesi.<BR \> | ||
Riguardo invece all | Riguardo invece all'atletica leggera italiana, fu salvata da Giuseppe 'Pino' Dordoni. Il suo successo sulla gara più classica ‒ i 50 km di marcia ‒ fu netto, indiscusso e ammirato dalla critica: in 4h28′07,1″ non soltanto conquistò l'oro, ma anche segnò la miglior prestazione olimpica e mondiale. Dordoni era un marciatore di rara eleganza e compostezza: nessuno poteva eccepire sulla correttezza della sua azione. La marcia italiana, che non aveva più trionfato alle Olimpiadi dai tempi di Ugo Frigerio, riprendeva dunque a fare scuola. Adolfo Consolini e Giuseppe Tosi, rispettivamente secondo e ottavo nel disco, e Armando Filiput, sesto nei 400 m ostacoli, furono gli altri soli italiani finalisti. Nessuna finalista, invece, nell'atletica femminile: i tempi erano ormai cambiati, la partecipazione di nuove nazioni stava alzando considerevolmente il livello della concorrenza. <BR \> | ||
Per quanto riguarda l'equitazione ‒ dove l'Italia ottenne un sesto posto con Piero D'Inzeo (in sella a Pagoro) nella gara di tre giorni su tre competizioni: dressage, endurance, jumping ‒ un'importante innovazione fu introdotta dalla federazione internazionale nel regolamento del dressage. Prima del 1948, soltanto cavalieri che fossero ufficiali di carriera potevano partecipare alle competizioni; dal 1952, la competizione fu aperta non solo a sottufficiali e soldati semplici, ma anche anche ai civili, uomini e donne. | Per quanto riguarda l'equitazione ‒ dove l'Italia ottenne un sesto posto con Piero D'Inzeo (in sella a Pagoro) nella gara di tre giorni su tre competizioni: dressage, endurance, jumping ‒ un'importante innovazione fu introdotta dalla federazione internazionale nel regolamento del dressage. Prima del 1948, soltanto cavalieri che fossero ufficiali di carriera potevano partecipare alle competizioni; dal 1952, la competizione fu aperta non solo a sottufficiali e soldati semplici, ma anche anche ai civili, uomini e donne. | ||
Il nuoto fu dominato invece dagli americani, nelle gare maschili, e dalle ungheresi in quelle femminili (quattro titoli su cinque). Nei tuffi, Pat McCormik, americana, vinse sia dal trampolino sia dalla piattaforma, successo che la californiana, nata a Long Beach, avrebbe ripetuto nel 1956. | Il nuoto fu dominato invece dagli americani, nelle gare maschili, e dalle ungheresi in quelle femminili (quattro titoli su cinque). Nei tuffi, Pat McCormik, americana, vinse sia dal trampolino sia dalla piattaforma, successo che la californiana, nata a Long Beach, avrebbe ripetuto nel 1956. |
Versione delle 08:21, 26 mag 2017
1952 Helsinki (FIN)
Città ospitante | Helsinki, Finlandia |
Nazioni partecipanti | 69 |
Atleti partecipanti | 4.955 (4.436 Uomini - 519 Donne) |
Competizioni | 149 in 17 sport |
Cerimonia apertura | 19 luglio 1952 |
Cerimonia chiusura | 3 agosto 1952 |
Aperti da | Juho Kusti Paasikivi |
Giuramento atleti | Heikki Savolainen |
Ultimo tedoforo | Paavo Nurmi e Hannes Kolehmainen |
Stadio | Stadio olimpico di Helsinki |
I Giochi della XV Olimpiade (in finlandese XV olympiadin kisat) si sono svolti a Helsinki, in Finlandia, dal 19 luglio al 3 agosto 1952. Helsinki, nella graduatoria delle città ospitanti dei giochi olimpici del 1952 superò Amsterdam e cinque città americane: Chicago, Detroit, Los Angeles, Minneapolis e Filadelfia, durante la 40ª sessione del CIO il 21 giugno 1947, a Stoccolma in Svezia.
Per decenni, le Olimpiadi di Helsinki sono state considerate le migliori mai organizzate. La Finlandia stupì tutti, costruendo magnifici impianti e ben tre Villaggi Olimpici (uno per gli occidentali, uno per il blocco sovietico e uno per le donne), e il mondo rispose con entusiasmo: a Helsinki convogliarono 69 nazioni, 10 in più di Londra, comprese le rientranti Germania e Giappone e soprattutto l’Unione Sovietica, alla sua prima partecipazione della storia (come Russia, mancava dal 1912). Fu proprio l’URSS a imporsi come prima, vera grande antagonista degli Stati Uniti a livello di medagliere generale.
La cerimonia d'apertura fu uno dei momenti più emozionanti. Di fronte agli atleti e ai 70.000 spettatori apparve all'improvviso un uomo, che portava la torcia olimpica. La folla scattò in piedi, gli atleti si assieparono a bordo pista: il tedoforo era Paavo Nurmi. Compiuto il giro di pista passò la torcia a un altro staffettista ‒ Hannes Kolehmainen ‒ che salì i gradini fino in cima alla torre olimpica, dove fece ardere il tripode che sarebbe rimasto acceso per tutta la durata dei Giochi. Nurmi e Kolehmainen erano due eroi dello sport finlandese, avevano collezionato insieme ben 17 medaglie olimpiche.
Tra le discipline nuove introdotte in questa rassegna si potè rammentare il baseball, seppur a titolo dimostrativo e molte specialità della ginnastica femminile come la trave, le parallele, il volteggio, il corpo libero; oltre all'inserimento della prova a squadre del pentathlon moderno e all'aggiunta di qualche specialità nei pesi e nel pugilato.
Gli uomini delle grandi fatiche, i corridori di lunga lena, avevano nutrito lo sport finlandese per quasi mezzo secolo e, dunque, nessuno più del pubblico finlandese poté comprendere e apprezzare il valore delle imprese di Emil Zatopek.
Zatopek che nella patria di Paavo Nurmi si confermò uno dei più grandi fondisti di ogni epoca grazie a un tris mai più replicato da nessun altro, vinse l’oro nei 5000m, nei 1000m e nella maratona.
Ritornando all'esito tecnico delle gare, ben ventiquattro primati olimpici nell'atletica leggera furono migliorati e tre uguagliati; i primati mondiali superati furono sei, di cui ben quattro in campo femminile. Grandi passi in avanti furono compiuti in tutte le discipline, da quelle natatorie, dove vennero battuti undici primati a quelle del sollevamento pesi.
Riguardo invece all'atletica leggera italiana, fu salvata da Giuseppe 'Pino' Dordoni. Il suo successo sulla gara più classica ‒ i 50 km di marcia ‒ fu netto, indiscusso e ammirato dalla critica: in 4h28′07,1″ non soltanto conquistò l'oro, ma anche segnò la miglior prestazione olimpica e mondiale. Dordoni era un marciatore di rara eleganza e compostezza: nessuno poteva eccepire sulla correttezza della sua azione. La marcia italiana, che non aveva più trionfato alle Olimpiadi dai tempi di Ugo Frigerio, riprendeva dunque a fare scuola. Adolfo Consolini e Giuseppe Tosi, rispettivamente secondo e ottavo nel disco, e Armando Filiput, sesto nei 400 m ostacoli, furono gli altri soli italiani finalisti. Nessuna finalista, invece, nell'atletica femminile: i tempi erano ormai cambiati, la partecipazione di nuove nazioni stava alzando considerevolmente il livello della concorrenza.
Per quanto riguarda l'equitazione ‒ dove l'Italia ottenne un sesto posto con Piero D'Inzeo (in sella a Pagoro) nella gara di tre giorni su tre competizioni: dressage, endurance, jumping ‒ un'importante innovazione fu introdotta dalla federazione internazionale nel regolamento del dressage. Prima del 1948, soltanto cavalieri che fossero ufficiali di carriera potevano partecipare alle competizioni; dal 1952, la competizione fu aperta non solo a sottufficiali e soldati semplici, ma anche anche ai civili, uomini e donne.
Il nuoto fu dominato invece dagli americani, nelle gare maschili, e dalle ungheresi in quelle femminili (quattro titoli su cinque). Nei tuffi, Pat McCormik, americana, vinse sia dal trampolino sia dalla piattaforma, successo che la californiana, nata a Long Beach, avrebbe ripetuto nel 1956.