Simoni Gilberto
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Gilberto Simoni, soprannominato dai suoi tifosi “Gibo”, è nato il 25 agosto del 1971 a Palù una frazione di Giovo ,un piccolo paese in provincia di Trento, ed è un ex ciclista italiano e biker protagonista dal 1994 fino al 2010 quando termina la sua attività di professionista. Per le sue doti di scalatore puro si mette in evidenza nelle corse a tappe vincendo numerose tappe, specie di montagna, nei grandi giri (tra questi il prestigioso Giro d’Italia) e dimostrando di essere tra i migliori ciclisti italiani per il miglior rendimento.
La carriera
Simoni Gilberto sin da piccolo conquista numerose vittorie ,soprattutto tra i dilettanti, vincendo il campionato nazionale nel 1993 e il Girobio (Giro d’Italia dilettanti). Riesce a raggiungere il professionismo all’età di 23 anni vestendo la maglia della Jolly Componibili-Cage ma a causa di malanni e problemi familiari non riesce ad ottener i risultati sperati. I problemi di salute continuano a tormentarlo ed è costretto a sospendere per un breve periodo l’attività per curarsi (tra il 1994 e il 1997 riesce ad ottenere solo alcuni piazzamenti). Solo il 28 aprile del 1997 conquista la sua prima vittoria tra i professionisti al Giro del Trentino. La sfortuna sembra perseguitarlo ,infatti, durante il Giro d’Italia dello stesso anno si frattura la scapola costringendolo al ritiro quando occupava la settima posizione in classifica generale. Veste nel 1997 la maglia della Cantina Tollo-Alexia Alluminio e successivamente nel ’99 quella della Ballan-Alessio; proprio con quest’ultima, per un solo secondo di svantaggio dal secondo classificato Paolo Savoldelli, conquista il terzo gradino della classifica generale del Giro d’Italia dominato con 3’36” di vantaggio da Ivan Gotti. Nel 2000 si trasferisce alla Lampre-Daikin ed è il protagonista del Giro d’Italia dello stresso anno; conquista la sua prima vittoria di tappa al giro e si classifica terzo duellando con due campioni del calibro di Stefano Garzelli (vincitore) e Francesco Casagrande ( 2° a soli 6” di vantaggio su Gilberto). Arriva 2° ai campionati Italiani su strada disputatosi a Trieste. Si mette in evidenza anche alla Vuelta a España e grazie a queste prestazioni viene convocato con la Nazionale italiana ai mondiali di Plouay: in gara svolge soprattutto il compito di gregario contrastando gli attacchi e le possibili fughe delle altre squadre e nel finale dopo aver ricevuto il “via libera” tenta l’attacco sull’ultima salita ma il suo tentativo non giunge a buon fine. Nel 2001, dopo un movimentato Giro d’Italia per lo scandalo doping che coinvolse i suoi diretti avversari, arrivò la vittoria con oltre 7’ di vantaggio. Subito dopo il Giro Gilbero Simoni approda alla Saeco con la “nomina” di capitano, succedendo a Mario Cipollini; nel 2002 la Saeco, costruita intorno al capitano, non ottiene grossi risultati nelle partecipazioni che precedono il Giro d’Italia e nello stesso durante un controllo antidoping a sorpresa effettuato dalla WADA Simoni viene trovato non negativo alla cocaina ed è costretto al ritiro. In un primo momento, Simoni attribuisce la positività ai farmaci assunti per un intervento dentistico a cui si era sottoposto, successivamente ad una tisana, infine a delle caramelle balsamiche per il mal di gola acquistate in Sudamerica (contenenti piccole quantità di coca, con funzioni di analgesico) che, secondo il suo racconto, gli aveva offerto una zia tornata da un viaggio in Perù. In tribunale Simoni viene scagionato in base a quest'ultima versione, grazie anche sia al test del capello, che confermò come Simoni non avesse mai sniffato cocaina, sia ad un'analisi delle famose caramelle, che davvero contenevano coca in piccolissime dosi, ed è successivamente reintegrato in squadra. Dopo aver superato questo spiacevole caso, sempre con la Saeco, Simoni trionfa al Giro del Trentino del 2003 e, quattro giorni dopo, al Giro dell'Appennino, stabilendo il record della scalata della salita del Passo della Bocchetta con 21'54" e battendo così il record precedente detenuto dal 1994 da Marco Pantani (21'56"). Nell stesso anno affronta poi il Giro d'Italia e conquistata la maglia rosa nella decima tappa, Simoni consolida tappa dopo tappa la sua leadership, vincendo l'arrivo in salita sullo Zoncolan, (temutissima salita, affrontata per la prima volta nel 2003), sull'Alpe di Pampeago (la salita di casa per lui) e a Cascata del Toce. A Milano giunge da dominatore assoluto della corsa avendo accumulato oltre 7 minuti di vantaggio sul secondo in classifica Stefano Garzelli. Sempre nel 2003 partecipa anche al Tour de France per tentare di competere con Lance Armstrong ma la sua scarsa condizione non gli permette di superare l ’84 posto in classifica generale: nonostante ciò agguanta il successo nella 14ª tappa, quella da Saint-Girons a Loudenvielle. Nel 2004 Gibo prova a vincere il suo terzo Giro d'Italia, fallendo però l'obiettivo. La vittoria finale va infatti al compagno di squadra Damiano Cunego e il trentino si classifica terzo, a poco più di 2 minuti dal leader e a tre secondi da Serhiy Honchar. In questa edizione Gibo vince la tappa conclusasi a Corno alle Scale, indossando per tre giorni la casacca di leader. Dopo tanti anni alla Saeco, nel dicembre del 2004 Simoni passa alla Lampre, assieme al suo rivale Damiano Cunego. Alla partenza del Giro d'Italia del 2005, i due colleghi si presentano con i ranghi di capitano, ma la corsa investe del ruolo il ciclista trentino. Purtroppo per Gilberto la vittoria finale va a Paolo Savoldelli, nonostante un potente attacco portato al bergamasco sul Colle delle Finestre assieme a Danilo Di Luca e Josè Rujano. Alla fine del 2005 firma per la Saunier Duval Prodir a causa del difficile rapporto con l'altro capitano della formazione, il giovane talento Damiano Cunego, di cui diventa capitano insieme a Leonardo Piepoli. Al termine del Giro d'Italia del 2006, concluso al terzo posto a 11 minuti e 59 secondi dal vincitore Ivan Basso, ha dichiarato che non avrebbe corso più la corsa rosa e che forse si sarebbe ritirato, salvo poi ritornare sui propri passi rinnovando il contratto con la sua squadra. Nel 2006 ha partecipato anche al Tour de France senza però ottenere grossi risultati. Sempre nel 2006 inizia la sua avventura anche in mountain bike, ottenendo il successo, il primo tra le ruote grosse, alla Rampilonga sul percorso Classic e il 24 settembre conquista la maglia tricolore al campionato italiano marathon a Costa di Folgaria. Al Giro d'Italia del 2007, per la seconda volta in carriera (ma questa volta sul versante più duro di Ovaro), vince la tappa dello Zoncolan, uno dei percorsi più impegnativi di tutte le Alpi. A pochi chilometri dal traguardo imprime un efficace forcing al gruppo dei migliori rimanendo solo sulle ripide rampe del "Mostro della Carnia"; viene quindi raggiunto dal giovane Schleck (team Csc) e dal compagno di squadra Leonardo Piepoli, soprannominato "Il Trullo volante". I tre arrivano a guadagnare 30 secondi sulla Maglia Rosa Danilo Di Luca. Nel finale di tappa un formidabile tandem d'azione "Piepoli-Simoni" stacca Schleck, e Piepoli omaggia il suo capitano lasciandogli la vittoria. Nel 2008 passa alla Serramenti PVC Diquigiovanni-Androni Giocattoli e partecipa al Giro insieme al conterraneo Alessandro Bertolini. Dopo un inizio un po' in ombra, Simoni si supera nella cronometro da Pesaro a Urbino perdendo solo 1 minuto dai migliori e guadagnandone un altro su Di Luca e Riccò. Nelle due successive tappe dolomitiche di Passo di Pampeago e Marmolada appare un po' in ombra, ma si riscatta nella cronoscalata al temibile Plan de Corones arrivando terzo e guadagnando qualche secondo anche su Contador e Riccò. Nel corso della diciannovesima tappa va però in crisi sulla Presolana perdendo circa sei minuti dagli altri uomini di classifica e perdendo la possibilità di salire ancora una volta sul podio di Milano. Al traguardo di Milano giunge decimo in classifica generale a 11'03" dal vincitore Alberto Contador. Partecipa anche al Giro d'Italia 2009, il Giro del centenario vinto dal russo Denis Menchov. Prende parte alla corsa ma senza acuti, nonostante un buon inizio (nel quale è settimo in classifica generale); perse le speranze di salire di nuovo sul podio, decide di uscire di classifica per cercare un successo di tappa che però non arriva. Chiude il Giro in 24ª posizione.
Dopo il ritiro
La sua carriera si conclude con il Giro d'Italia 2010 corso con la Lampre-Farnese Vini, dove ottiene un secondo posto nel passaggio montano sulla Cima Coppi del Passo Gavia, la vetta più alta del Giro. Al termine della cronometro finale di Verona sfoggia sotto alla maglia tecnica un completo elegante, camicia e cravatta, in segno di addio ad una corsa che lo ha visto protagonista per oltre 15 anni. Chiude il Giro in 69ª posizione.
Soprannome
"Gibo"